Pentimento di san Pietro
dipinto,
Dipinto rettangolare con cornice in legno intagliato e dorato a motivi vegetali. Raffigura san Pietro a mezzo busto in un interno neutro, di tre quarti con il viso rivolto a sinistra. Dagli occhi scendono lacrime, le mani sono giunte in preghiera e reggono un panno bianco per asciugare gli occhi. Il santo veste un abito marrone
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello di Bruzolo
- INDIRIZZO via Carlo Emanuele I, 47, Bruzolo (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, di pregevole qualità malgrado le condizioni di lettura siano in parte limitate dallo sporco superficiale, è in evidente relazione con la tela di analogo soggetto appartenente alle collezioni dei sovrani sabaudi e oggi alla Galleria Sabauda (inv. 536, 102 x 77 cm; cfr. N. Gabrielli, Galleria Sabauda. Maestri italiani, Torino 1971, p. 96, tav. 108 fig. 261 ). La tela in Sabauda è attribuita ad Annibale Carracci dalla Gabrielli, ad una data prossima al 1603, mentre è accostata a un anonimo artista bolognese negli appunti di Federico Zeri sulla riproduzione in Fototeca Zeri. Il dipinto di Bruzolo, pur riprendendo fedelmente nella composizione l'opera ora in Galleria Sabauda, non ne costituisce una semplice copia: il formato adottato è leggermente ridotto, cosicchè la figura appare ulteriormente ravvicinata. L'intensità del volto del santo e il potente dosaggio chiaroscurale rivelano l'opera di un pittore di livello, che conosce bene le prove sul tema di Guido Reni, nessuna delle quali, tuttavia, è riproposta in maniera pedissequa. Il tema di san Pietro piangente, nei primi due decenni del secolo, è affrontato frequentemente dagli artisti della scuola dei Carracci, prestando attenzione anche alle prove di ambito caravaggesco. L'intonazione intima e patetica dei bolognesi e l'intenso dosaggio chiaroscurale visibili nella tela di Bruzolo inducono a ritenerla una derivazione dallo stesso prototipo, anche in questo caso - come nel dipinto in Galleria Sabauda - a opera di un pittore emiliano vicino ai Carracci e a Reni. Non è stato possibile appurare se sul retro del telaio siano presenti iscrizioni, ma la cornice attuale sembra essere stata adattata all'opera posteriormente, poichè è presente una seconda riquadratura interna in legno scuro. L'opera potrebbe aver subito una variazione di formato, dato che tracce di piegatura verticale sono visibili in controluce su ambo i lati della tela
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401665
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0