paesaggio con uccelli

pannello dipinto, post 1701 - ante 1732

Pannello di formato centinato. Fondo nero unito. Lungo il profilo è dipinta una cornice in toni giallo-ocra e dorato, con ornato a volute e fogliette stilizzate, interrotte da infiorescenze. Sulla sinistra è dipinto un lembo di terra, leggermente scosceso, dal quale si sviluppa una rigogliosa vegetazione composta da foglie di vario tipo, tra le quali sembra di riconoscere quelle del bambù e del pruno. In mezzo alla vegetazione spiccano fiori policromi, con prevalenza dei toni di rosso e giallo nei petali, alcuni dalla grossa corolla che ricorda le peonie. Ad essi si aggiungono frutti, la cui forma richiama le melagrane, bacche ed elementi fitomorfi. Su di essi e sugli steli sono posati due uccelli. La composizione occupa tutto il lato sinistro del pannello e un ramo, carico di corolle floreali, si protende verso l’angolo superiore destro. Negli spazi liberi, bouquets di fiori e foglie sui quali si stanno per posare coppie di farfalle. Alcuni insetti volano nella parte superiore destra della tavola. Il pannello è incassato entro una parete dipinta a fondo rosso con decori floreali in giallo e profilato da una cornice in legno scolpito e dorato di tipologia a gola. Battuta liscia e fascia filettata. E’ ornata alle estremità da volute, foglie e valve di conchiglia

  • OGGETTO pannello dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ pittura
    legno/ doratura
    legno/ laccatura
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Cinese
  • ATTRIBUZIONI Juvarra Filippo (1678/ 1736): architetto
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’assetto odierno della sala rispecchia essenzialmente quello descritto dagli inventari della residenza di fine Ottocento-inizio Novecento, pur con varianti per quanto attiene ai tendaggi e ai punti luce affissi alle pareti. Realizzata interamente su progetto di Filippo Juvarra (1732-33), anche se in buona parte i lavori furono compiuti dopo la sua partenza da Torino negli anni 1735-1737, la sala rientra negli ambienti dei nuovi appartamenti che il re di Sardegna Carlo Emanuele III volle far allestire per sé e per la seconda consorte, Polissena d’Assia, subito dopo la sua salita al trono nel 1730 e che, di fatto, furono ultimati in occasione delle nozze con la terza consorte, Elisabetta Teresa di Lorena. Sino all’età di Carlo Alberto, questo spazio fu denominato Gabinetto di Toeletta della Regina. A seguito delle trasformazioni operate in tutto il piano nobile del Palazzo sotto la regia di Pelagio Palagi, pur preservato, a differenza di alcuni ambienti contigui che furono radicalmente trasformati nelle funzioni d’uso, nella decorazione e nell’arredo, esso venne inglobato nell’appartamento destinato al sovrano e assunse l’attuale denominazione. Capolavoro nella ideazione degli allestimenti di interni del Messinese, benché manchino specifici disegni progettuali, il Gabinetto Cinese testimonia in maniera compiuta nella principale residenza della corte sabauda, grazie alla presenza di pannelli originali in lacca affissi alle pareti, quel gusto per l’esotismo settecentesco europeo che venne declinato, specialmente nella prima metà del Settecento, a favore della “moda cinese” anche nell’arredo mobile coevo, lavoro di maestranze specializzate torinesi e ticinesi. La decorazione pittorica della volta con Il Giudizio di Paride fu affidata al primo pittore di corte, Claudio Francesco Beaumont (1735-37). Nel marzo 1732 Filippo Juvarra segnalava al primo ministro, Carlo Vincenzo Ferrero d’Ormea, la disponibilità in Roma, dove si trovava per un soggiorno di alcuni mesi, di “tavole a vernice della China dello Giappone che V.E. potrà far vedere a S.M. che sarebbe cosa galante ornare qualche gabinetto o stanza”. L’architetto messinese ipotizzava che i pannelli originali potessero ben armonizzarsi con le “porcellane che S.M. abbonda nelle sue guarderobe”. Il carteggio seguito con il marchese testimonia l’interesse della corte e del sovrano che ebbero modo di visionare alcuni campioni. Nel giugno seguente, l’amministrazione della Real Casa dispose l’acquisto di “n. 60 tavole, o sian pezzi di legno con vernice nera et oro, fiori et animali alla china” da destinarsi alla decorazione delle residenze dinastiche. Furono pagate in tutto per la serie di tavole, a mezzo dei banchieri Carlo Durando e figli, nel 1733 la somma di L. 1859.19.6. I pannelli furono spediti a Torino via mare, imbarcati al porto di Civitavecchia. Giunsero, in quattro casse, a Genova e di qui furono trasferite nel capoluogo piemontese. Circa quaranta, tutte di formato rettangolare e di uguali dimensioni, furono le tavole utilizzate per il rivestimento del Gabinetto di Toeletta della Regina, contemporaneamente prevedendo la necessità di produrre una serie di opere di “imitazione”, con stile mimetico, per completare l’arredo della sala. I lavori di montaggio dei pannelli sulle pareti di questo ambiente ebbero luogo tra il 1736 e il 1737, quando furono intagliate anche le cornici di garbato gusto rocaille che profilano ciascun pannello. Il lavoro fu affidato a Giovanni Luigi Bosso e da Pietro Giuseppe Valle, due professionisti ripetutamente attivi nella residenza torinese tra il quarto e il quinto decennio del XVIII secolo. Dal punto di vista iconografico, i pannelli originali presentano un decoro con composizioni di sei tipologie diverse con fiori ed elementi vegetali, accompagnati da uccelli e farfalle. Sono disposti con orientamento speculare. Altri pannelli simili a quelli in oggetto si trovano nel Gabinetto di Toeletta progettato da Benedetto Alfieri per la duchessa di Savoia Maria Antonia Ferdinanda di Borbone. Le tavole e le cornici furono oggetto di diverse campagne di restauro tra il terzo quarto del Settecento e gli anni Quaranta dell’Ottocento. L’ultimo complessivo intervento conservativo è stato realizzato nel 1998. I pannelli, analogamente alle cornici entro cui sono montati, essendo considerati arredo “fisso” della sala sono privi di numeri di inventario nelle ricognizioni patrimoniali del 1880, 1908 e 1966. Anche nei “Testimoniali di Stato” che, di norma, restituiscono l’aspetto e lo stato conservativo di infissi, volte, pavimenti e altri elementi non asportabili senza un intervento specifico professionale, non menzionano i pannelli in modo significativo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401185
  • NUMERO D'INVENTARIO s.n
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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