lampadario, opera isolata - manifattura Italia settentrionale (seconda metà sec. XIX)

lampadario, post 1841 - ante 1879

Lampadario a diciotto bracci. Struttura portante in ferro a fusione e battuto, dorato sulla superficie. Da essa si sviluppano i bracci ad andamento curvilineo, disposti su più file. Ciascun braccio è rivestito di elementi circolari, di diverse dimensioni e disposti in gradazione, in cristallo. Sul lato inferiore di ciascun braccio sono montati pendenti a goccia di varie forme in cristallo di Boemia. Ogni braccio termina con un piattello circolare in metallo bronzato entro il quale è fissata una candela in porcellana bianca portaluce. Nella parte terminale inferiore del fusto di sostegno, motivo a foglie in ferro battuto e grosso pendente in cristallo a forma di rocchetto. Altri elementi sferici rivestono ferri battuti ad andamento curvilineo montati nella parte superiore della struttura portante e raccordati verso l’alto. In corrispondenza delle terminazioni, piccole corolle floreali in cristallo da cui pendono ulteriori elementi a goccia

  • OGGETTO lampadario
  • MATERIA E TECNICA cristallo di Boemia
    PORCELLANA
    VETRO
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italia Settentrionale
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Manifattura Boema
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’assetto odierno della sala rispecchia essenzialmente quello descritto dagli inventari della residenza di fine Ottocento-inizio Novecento, pur con varianti per quanto attiene ai tendaggi e ai punti luce affissi alle pareti. Realizzata interamente su progetto di Filippo Juvarra (1732-33), anche se in buona parte i lavori furono compiuti dopo la sua partenza da Torino negli anni 1735-1737, la sala rientra negli ambienti dei nuovi appartamenti che il re di Sardegna Carlo Emanuele III volle far allestire per sé e per la seconda consorte, Polissena d’Assia, subito dopo la sua salita al trono nel 1730 e che, di fatto, furono ultimati in occasione delle nozze con la terza consorte, Elisabetta Teresa di Lorena. Sino all’età di Carlo Alberto, questo spazio fu denominato Gabinetto di Toeletta della Regina. A seguito delle trasformazioni operate in tutto il piano nobile del Palazzo sotto la regia di Pelagio Palagi, pur preservato, a differenza di alcuni ambienti contigui che furono radicalmente trasformati nelle funzioni d’uso, nella decorazione e nell’arredo, esso venne inglobato nell’appartamento destinato al sovrano e assunse l’attuale denominazione. Capolavoro nella ideazione degli allestimenti di interni del Messinese, benché manchino specifici disegni progettuali, il Gabinetto Cinese testimonia in maniera compiuta nella principale residenza della corte sabauda, grazie alla presenza di pannelli originali in lacca affissi alle pareti, quel gusto per l’esotismo settecentesco europeo che venne declinato, specialmente nella prima metà del Settecento, a favore della “moda cinese” anche nell’arredo mobile coevo, lavoro di maestranze specializzate torinesi e ticinesi. La decorazione pittorica della volta con Il Giudizio di Paride fu affidata al primo pittore di corte, Claudio Francesco Beaumont (1735-37). Il lampadario non fa parte dell’arredo originario della sala, ma venne qui allestito, come si desume della indicazioni inventariali, tra l’ultimo decennio dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo. Tuttavia, come si desume dagli stessi inventari, l’oggetto era già presente in Palazzo anteriormente alla ricognizione patrimoniale del 1880, montato in una sala del secondo piano. Le forme sontuose, abbinate al decoro fogliaceo più classicista del ferro battuto dorato che si intravede al di sotto della abbondante presenza di cristallo di Boemia, inducono a ipotizzare l’esecuzione dell’oggetto tra la metà e il terzo quarto del XIX secolo, rispondendo esso nelle forme e nel decoro a un gusto eclettico ottocentesco
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401158
  • NUMERO D'INVENTARIO 339
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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