paesaggio con castello e ponte

consolle, post 1720 - ante 1749

Piano in marmo venato di formato rettangolare con angoli smussati anteriori e fascia modanata. Commesso in pietre dure a fondo nero. Entro una specchiatura mistilinea centrale è rappresentato un paesaggio con struttura fortificata e ponte. Intorno alla cornice policroma si distribuiscono, simmetricamente, fiori e motivi a girali. Cintura costituita da una cornice con fascia filettata superiore e perlinata inferiore che corre su tre lati. Ricco decoro lavorato a traforo, costituito da motivo centrale a foglia stilizzata con forma a ventaglio da cui si dipartono elementi a girali sui quali sono intagliate foglie accartocciate. Quattro sostegni a biscia riccamente scolpiti con motivi a voluta, foglie di acanto e decori vegetali, terminanti con piede a ricciolo poggiante su elemento a rocchetto scannellato. Le quattro gambe sono raccordate al centro da traverse con andamento curvilineo e decoro fogliaceo. Al centro trionfo vegetale con volute ed elementi fogliacei entro cartella mistilinea dal fondo intagliato a losanghe

  • OGGETTO consolle
  • MATERIA E TECNICA legno di noce/ intaglio
    legno di noce/ doratura
    legno di noce/ scultura
    legno di pioppo/ scultura
    legno di pioppo/ intaglio
    marmo venato/ scultura
    marmo venato/ levigatura
    marmo venato/ commesso
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese Manifattura Fiorentina
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La sala, originariamente denominata “Camera dei Valets a pieds”, ebbe un primo assetto definito tra il 1658 e il 1663, quando furono allestiti gli appartamenti destinati al duca Carlo Emanuele II e alla sua prima consorte, Francesca d’Orléans, sotto la direzione del capitano e ingegnere Carlo Morello, di cui rimane testimonianza nella decorazione del soffitto. Subì modifiche nell’arredo, fisso e mobile, sia nel XVIII sia nel XIX secolo. Durante la fase di rinnovamento degli ambienti della manica sud di età carloalbertina, sotto la direzione di Pelagio Palagi, la Sala degli Staffieri non vide un totale rifacimento degli arredi, benché sia attestata la commissione a Gabriele Capello detto il Moncalvo per una serie di panche a cinque corpi, di semplice fattura, che dovevano essere disposte lungo le pareti nel 1838, oltre ai successivi (1843) interventi su porte, fregi e sovrapporte. La guida di Clemente Rovere (1858) testimonia le ripetute trasformazioni, ma si sofferma esclusivamente sull’arredo pittorico seicentesco e sui limitati interventi operati intorno alla metà dell’Ottocento. L’inventario del 1880 conferma la presenza delle panche di legno, con gambe tornite, eseguite dal Moncalvo, di sgabelli simili, diversi orologi da tavolo, candelabri e vasi su mensole e consolles, e altri arredi del tutto differenti rispetto a quelli odierni, ad eccezione del lampadario e del rivestimento delle pareti con arazzi settecenteschi. Diversamente, l’arredo attualmente in uso si rintraccia a partire dall’inventario patrimoniale del 1908 o addirittura solamente in quello del 1966. La coppia di consolles risulta presente nella Sala degli Staffieri solamente dall’inventario del 1966. In quello del 1908 i due mobili sono elencati tra gli arredi dell’attigua Sala dei Corazzieri. In quello del 1880, invece, i due oggetti, o meglio i due piani in marmo, inventariati separatamente dalle parti lignee, e una delle due strutture di sostegno, si trovavano in due ambienti diversi del palazzo. Un piano si trovava, effettivamente, nella sala degli Staffieri, ma con un sostegno ligneo diverso, mentre l'altro, con il suo supporto, ossia il mobile in esame, si trovava in una sala da pranzo del secondo piano. A un’analisi stilistica, sia il piano in commesso di materiali lapidei sia i sostegni appaiono riconducibili alla prima metà del XVIII secolo. Difficile, tuttavia, data la genericità delle descrizioni inventariali precedenti quelle della seconda metà dell’Ottocento, poter stabilire se questi arredi siano sempre stati utilizzati in Palazzo Reale o se, invece, provengano da altre residenze sabaude o, ancora, si tratti di manufatti acquisiti dopo l’unificazione della Penisola da altre sedi principesche. Le recenti ricerche sull’assetto settecentesco della residenza sabauda torinese, infatti, non restituiscono in questa sala la presenza di arredi simili a quelli in esame. Tuttavia, mancano, negli stessi inventari e sugli oggetti, contrassegni impressi o etichette che ne certifichino la provenienza prima del 1880. Il repertorio ornamentale della struttura lignea con elementi a voluta e foglie accartocciate rientra nell’ambito di un gusto rocaille ampiamente diffuso. Pertanto, potrebbe trattarsi anche di arredi prodotti in ambito locale. Diversamente, come restituito anche delle descrizioni inventariali, il commesso di pietre dure che orna il piano marmoreo di entrambe le consolles, riconduce, più propriamente, alla produzione della manifattura medicea in pietre dure e tarsia marmorea del XVIII secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401086
  • NUMERO D'INVENTARIO 94
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI sotto il piano, telaio - 306 su etichetta rettangolare dentellata prestampata in nero TORINO/ D.C./ 1908 - maiuscolo/ numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1720 - ante 1749

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE