Ritratto di Vittorio Emanuele II di Savoia
Il personaggio è rappresentato a figura intera, al centro della composizione, stante. Il corpo è ruotato di lieve tre quarti; il viso è frontale, con lo sguardo rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli corti, lunghi baffi rivolti all’insù e barba sottile con doppia punta. Indossa un cappello piumato, camicia, gilet abbottonato e ampia giacca aperta. Lunghi pantaloni, parzialmente coperti da stivali al ginocchio con speroni. Una cintura al punto vita alla quale è fissata una fibbia con un coltello. Una mano è in tasca e l’altra tiene un fucile per la canna; il calcio poggia a terra. In secondo piano, sulla destra, è accucciato un cane da caccia con il muso rivolto verso il padrone. Il personaggio è collocato in uno spazio brulli, quasi del tutto privo di vegetazione; sullo sfondo, con toni sfumati che si confondono con le nuvole, sono accennate colline punteggiate di alberi e case. Il disegno è posto entro una cornice in legno, intagliato e verniciato, di formato e luce rettangolare. Tipologia a gola. Battuta liscia; fascia interna modanata. Fascia mediana riccamente intagliata con ghirlanda che si sviluppa dai punti mediani dei lati minori, rispettivamente, in alto da una stella a cinque punte e int basso da un nastro annodato con applicazione centrale di corona chiusa. La ghirlanda è composta sulla sinistra da rami di quercia e sulla destra da foglie di alloro
- OGGETTO disegno
-
MATERIA E TECNICA
carta bianca/ pastello
-
ATTRIBUZIONI
Porsia Michele (sec. Xix/ Seconda Metà): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera presenta solamente contrassegni inventariali relativi alle campagne di catalogazione dei beni del castello di Racconigi. Si deve presumere, pertanto, che l’oggetto sia qui pervenuto per dono o per acquisto durante i decenni in cui il principe di Piemonte, e poi ultimo re d’Italia, Umberto II raccolse in questa sede le sue collezioni pittoriche, primariamente dedicate all’iconografia e alla storia sabauda. Vi è rappresentato Vittorio Emanuele II (Torino, 1820-Roma, 1878), re di Sardegna dal 23 marzo 1849 e poi primo re d’Italia dal 17 marzo 1861. Figlio primogenito di Carlo Alberto di Savoia-Carignano e di Maria Teresa d’Asburgo-Lorena Toscana, fu fortemente legato alla città natale, nonostante la ragion di stato lo avesse portato ad accettare il trasferimento della capitale del nascente stato peninsulare dapprima a Firenze e poi a Roma, come testimonia l’allestimento di suoi appartamenti in diverse residenze piemontesi, dal Palazzo Reale di Torino al Castello di Racconigi, dalla Mandria di Venaria Reale al Castello di Sommariva Perno. Sposò il 12 aprile del 1842 la cugina Maria Adelaide d’Asburgo, dalla quale ebbe otto figli in tredici anni, tre dei quali divennero sovrani di importanti nazioni europee: Umberto I suo successore al trono d’Italia, Amedeo salito al trono di Spagna - seppur per un breve periodo -e Maria Pia moglie del re Luigi I del Portogallo. Rimasto vedovo nel 1855, sposò morganaticamente Rosa Vercellana nel 1869, da cui ebbe due figli. Fu un persona energica, amante delle vita in tutte le sue sfaccettature, dal grande acume politico che gli permise di coronare il sogno, sfuggito al padre sui campi di battaglia di Novara, di far divenire Casa Savoia la dinastia regnante d’Italia. Seppe infatti mantener fede allo Statuto concesso dal padre, conquistandosi così il favore del popolo, seppe trattare con le grandi potenze europee e, quando l’occasione lo permetteva, riuscì a forzare la mano in favore della causa italiana. Si tratta di una immagine del sovrano in età matura, ormai re d’Italia, ripetutamente divulgata e molto gradita anche al pubblico, ovvero quella, meno formale e veridica, del re in tenuta da caccia, diffusa anche a mezzo della fotografia. Diversamente da altre raffigurazioni di questo tipo, ambientate in Piemonte, dove spesso si svolsero le battute di caccia del sovrano, qui forse, la firma dell’artista, Michele Porsia che aggiunge la provenienza da Napoli, vuole alludere ad un episodio avvenuto nel territorio campano. Interessante anche la cornice, concepita probabilmente insieme all’opera che non solo evoca, a mezzo della corona chiusa, la sovranità di Vittorio Emanuele II, ma anche la data del 20 settembre 1870, quando, alle 9.00 del mattino, l’artiglieria dell’esercito sabaudo, guidata da Raffaele Cadorna, aprì una breccia tra le mura che cingevano la città di Roma poco distante da Porta Pia. Dopo un cannoneggiamento di quattro ore lo Stato Pontificio dichiarò la resa. Dunque l’opera vuole celebrare uno dei momenti finali e topici del Risorgimento, la presa dell’Urbe destinata di lì a breve a divenire la capitale dello stato italiano
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399761
- NUMERO D'INVENTARIO R 8100
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, cornice, in alto, a destra - R 8100 (giallo) - capitale, numeri romani - a pastello - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0