Ritratto di Vittorio Emanuele III di Savoia-Carignano

dipinto, post 1888 - ante 1888

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio alle spalle. Il busto è ruotato di lieve tre quarti, il viso è frontale e lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli corti, sopra le orecchie, e la fronte è scoperta. Indossa una giubba finemente ricamata a motivi vegetali, abbottonata sul davanti e un ampio colletto a bande, profilato da passamaneria. Sfondo con effetto marmorizzato nei toni di grigio e marrone. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare, in legno intagliato e dorato. Tipologia a cassetta. Battuta liscia. Fascia interna perlinata. Fascia centrale granita; esterna intagliata com motivo continuo a nastro avvoltolato su un asse

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Rossi-scotti Lemmo, Conte Di Montepetriolo (1848/ 1926)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera, secondo quanto indicato nell’inventario compilato da Noemi Gabrielli nel 1951 e dal confronto con fotografie e dipinti noti, raffigura Vittorio Emanuele III di Savoia (Napoli, 1869-Alessandria d’Egitto, 1947) in età giovanile. Autore, come si evince dalla firma, fu un nobile, Lemmo Rossi-Scotti, conte di Montepetriolo, che ne ripropose un’immagine con sciolte pennellate che riflettono la contemporanea lezione post-impressionista. L’artista, formatosi nel solco classicista dell’Accademia di Belle Arti di Perugia e poi presso la romana Accademia di San Luca, sotto la direzione di Tommaso Minardi, fu poi uno dei più prolifici pittori battagliati del Risorgimento. Il ritratto del principe di Napoli in oggetto, fu esposto a Londra nel 1887. Unico figlio di Umberto I e di Margherita di Savoia, nacque nell’antica capitale partenopea proprio per sottolineare il legame che ora univa Casa Savoia a tutta la penisola. Il principe molto gracile alla nascita, nei primi anni di vita venne seguito dalla governante Margareth Lee e poi affidato all’educazione militare del rigido colonnello Egidio Osio. Probabilmente proprio il connubio tra la sua struttura fisica e il duro rigore militare dell’educazione che gli era stata impartita, lo portarono ad avere un carattere introverso. A differenza però della maggior parte dei suoi avi ebbe invece un matrimonio molto felice, nonostante fosse stato, come di consuetudine, combinato. Con l’amata sposa Elena, salì al trono improvvisamente nel luglio del 1900 in seguito all’uccisione del padre Umberto I. Il suo regno è stato tra i più lunghi della storia, ben 46 anni attraversati da cambiamenti profondi della società mondiale, dei paesi e delle istituzioni. Dapprima accondiscendente nella ascesa politica dei liberali, guidò l’Italia alla vittoria della Prima Guerra mondiale che portò al compimento dell’unificazione, seppur con la vittoria mutilata che determinò l’inizio di un nuovo momento storico - politico, il fascismo. Si trovò dunque a regnare in una nuova Europa: l’impero Asburgico era crollato e quello Zarista era finito nel sangue. Appoggiò quindi l’ascesa della nuova classe politica che andava formandosi che purtroppo portò alla tremenda catastrofe della Seconda Guerra Mondiale, evento che segnò il suo destino e quello della monarchia sabauda. Abdicò in favore del figlio, Umberto II, il 9 maggio del 1946 poco prima del referendum istituzionale. Lasciò l’Italia con l’amata sposa a bordo dell’incrociatore Duca degli Abruzzi che li portò in esilio ad Alessandria d’Egitto, dove spirò il 28 dicembre del 1947 e dove fu sepolto. La sua salma è stata trasportata nel 2017 al santuario mariano di Vicoforte, vicino a Mondovì. La tela si colloca in una sala che venne riallestita all’inizio del Novecento, in una fase in cui, dopo decenni di abbandono e dopo l’assassinio di Umberto I a Monza, che determinò l’abbandono della villa lombarda come luogo di villeggiatura della famiglia reale, il castello di Racconigi fu oggetto di un nuovo interesse da parte dei Savoia. Gli appartamenti dell’area di ponente furono destinati a ospitare principi in visita o ospiti illustri. Successivamente, a partire dagli anni Trenta del Novecento, subirono ulteriori trasformazioni, dopo la donazione della residenza al principe ereditario Umberto II. La serie dei ritratti degli infanti di Casa Savoia di varia epoca qui posizionati, rientra, probabilmente, tra gli acquisiti effettuati da parte di Umberto II dagli anni Venti del Novecento per completare la quadreria dinastica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399703
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5126
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in alto, a destra - R 5126 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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