Cavallo con palafreniere

dipinto, post 1843 - ante 1843

La composizione, a sviluppo orizzontale, è dominata dalla rappresentazione di un cavallo dal pelo scuro, di profilo, stante. Privo di sella, è trattenuto per le briglie da una figura maschile, dipinta sulla destra della composizione. Porta sul capo una tuba, indossa camicia, cravatta, gilet e giacca abbottonata; pantaloni alla zuava e stivali. Volge lo sguardo verso l’animale. La scena è ambientata in un paesaggio montuoso, estivo, con vegetazione a basso fusto. Ampio brano di cielo rossastro solcato da nubi. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare, in legno intagliato e dorato. Tipologia a gola. Battuta liscia. Sottile fascia interna ornata da motivi vegetali in pastiglia. Fascia esterna liscia

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Constant Joseph Brochard (1816/ 1899): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela presenta sul retro diverse indicazioni inventariali che ne presuppongono la provenienza da altra residenza sabauda. L’interesse per i cavalli fu assai diffuso nei diversi esponenti della dinastia, a partire dallo stesso Carlo Alberto e varia è la loro rappresentazione all’interno del Castello. L’iscrizione posta al centro del dipinto, in basso, potrebbe forse riferirsi al nome del cavallo, non presentando diretta attinenza con quanto rappresentato nell’opera. Infatti “QUENTIN DURWARD” è il titolo di un romanzo storico di Walter Scott pubblicato per la prima volta nel 1823. Basato su fatti storici quali l’assedio di Liegi e l’assassinio del vescovo Luigi di Borbone del 1482, l’autore vi ha inserito quale protagonista la immaginaria figura dell’arciere scozzese Quentin Durward, nell’ambito delle lotte che videro affermarsi la monarchia francese di Luigi XI. L’autore dell’opera, Constant Joseph Brochart, da Lille si trasferì a Parigi a partire dalla metà degli anni Quaranta dell’Ottocento, specializzandosi in soggetti orientalisti, in particolare odalische, ritratti femminili e infantili. Si tratterebbe dunque di un’opera giovanile dell’artista, lontana per la tematica dai suoi più apprezzati soggetti che espose ai Salone parigini sino agli anni Sessanta dell’Ottocento. La tela si colloca in una sala che venne riallestita all’inizio del Novecento, in una fase in cui, dopo decenni di abbandono e dopo l’assassinio di Umberto I a Monza, che determinò l’abbandono della villa lombarda come luogo di villeggiatura della famiglia reale, il castello di Racconigi fu oggetto di un nuovo interesse da parte dei Savoia. Gli appartamenti dell’area di ponente furono destinati a ospitare principi in visita o ospiti illustri. Successivamente, a partire dagli anni Trenta del Novecento, subirono ulteriori trasformazioni, dopo la donazione della residenza al principe ereditario Umberto II. La serie dei ritratti degli infanti di Casa Savoia di varia epoca qui posizionati, rientra, probabilmente, tra gli acquisiti effettuati da parte di Umberto II dagli anni Venti del Novecento per completare la quadreria dinastica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399686
  • NUMERO D'INVENTARIO R 560
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, al centro - R 560 (giallo) - numeri arabi - a pennello - francese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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