Ritratto di Carlo Emanuele II di Savoia
Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio poco al di sopra del punto vita. Il corpo e il viso sono ruotati di tre quarti. Lo sguardo è rivolto verso sinistra. Porta una parrucca di capelli mossi che ricadono sino alle spalle con scriminatura centrale; viso imberbe. Indossa un ampio jabot in pizzo, un petto di corazza ornato da filetti dorati che si ripetono anche sugli spallacci. Sul petto di corazza è dipinta la croce di san Maurizio. Al collo pende il collare dell’ordine della SS.ma Annunziata. Una fascia annodata con coccarda sul braccio sinistro. Al di sotto degli spallacci si intravedono le morbide maniche di una camicia e delle soprammaniche con tagli profilati da filo d’oro. Fondo rosso unito. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare, in legno intagliato e dorato. Tipologia a gola. Battuta liscia. Fascia interna intagliata con motivo a ovoli che si dispongono simmetricamente rispetto al punto mediano di ciascun lato; centrale liscia; esterna perlinata
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 66 cm
Larghezza: 49 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera raffigura in età giovanile il duca Carlo Emanuele II di Savoia (Torino, 1634-1675). Figlio secondogenito di Vittorio Amedeo I e Maria Cristina di Borbone, nel 1638 subentrò come erede del ducato per la precoce morte del fratello Francesco Giacinto. Data la minore età la Prima Madama Reale mantenne la reggenza formalmente fino al 1648, ma di fatto sino al 1663. In questo stesso anno sposò Francesco Maria d’Orleans, che lo lasciò presto vedovo. Due anni più tardi convolò a nozze con la cugina Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours. I matrimoni con principesse legate alla corte di Luigi XIV confermavano un indirizzo di politica estera sostanzialmente filo francese, avviato dalla madre e proseguito dal nuovo duca. In un periodo di pace sul piano internazionale, Carlo Emanuele II intraprende la sfortunata campagna militare contro Genova nel 1672. Rilevante è il piano di interventi sul fronte amministrativo e finanziario interno, tra cui il risanamento dei catasti, delle imposte e dei bilanci comunitari. Imprese di spicco dal punto di vista architettonico contraddistinguono i suoi anni di governo: l’avvio con i progetti di Amedeo di Castellamonte, dal 1658, del cantiere della residenza di Venaria Reale e, soprattutto, l’arrivo a Torino di Guarino Guarini, impegnato, oltre che nello straordinario intervento della cupola della cappella della SS. Sindone, nella progettazione della Real Chiesa di San Lorenzo, affidata ai teatini, e del palazzo torinese del ramo cadetto dei Savoia Carignano. Il dipinto, di più che discreta qualità dal punto di vista formale, richiama i modelli elaborati dagli artisti attivi alla corte sabauda nel terzo quarto del Seicento, da Charles Dauphin, ai Dufour a Carlo Metrano; la sua esecuzione si può collocare nei primi anni Sessanta del Seicento. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399639
- NUMERO D'INVENTARIO R 5592
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5592 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - non determinabile
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0