Ritratto di Jolanda di Francia

dipinto post 1751 - ante 1790

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio poco al di sotto della spalla. Il busto e il volto sono ruotati di lieve tre quarti. Lo sguardo è rivolto verso sinistra. Porta i capelli raccolti entro un copricapo ornato da diadema. Indossa una corpetto profilato da pizzo con scollo quadrato. Al di spora, un manto in tessuto a grosso modulo profilato di pelliccia. Sfondo unito di colore bruno. Iscrizioni su tre righe nella parte superiore. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e dorato. Tipologia a cassetta. Battuta liscia. Fascia interna intagliata con motivo continuo a coppie di foglie lanceolate trattenute da fascia in corrispondenza del punto mediano di ciascun lato. Fascia centrale liscia. Fascia esterna filettata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela, secondo quanto indicato dall’iscrizione, rappresenta Jolanda di Valois (Tours, 1434-Moncrivello, 1478), figlia di Carlo VII, re di Maria d’Angiò. Era la sorella del futuro re di Francia Luigi XI. Nel 1452 si sposò con il principe Amedeo IX, conte d’Aosta e principe di Piemonte. Le difficili condizioni di salute del consorte, concessero a Jolanda sempre maggiore spazio nella gestione del ducato, sino a essere nominata dallo stesso duca reggente nel 1469. L’evento non mancò di suscitare malcontento nei diversi rami del casato anche perché determinò una maggiore ingerenza negli affari del ducato da parte del regno francese. Nonostante la complessità della situazione politico-economica, la duchessa non solo riuscì a mantenere il controllo dello stato, pubblicare il corpus giuridico elaborato ai tempi di Amedeo VIII e a distinguersi anche come mecenate, intervenendo sui castelli di Moncalieri e Moncrivello, facendo costruire il primo ospedale di Chambéry e patrocinando svariati monasteri. Nel 1472 divenne tutrice dell’erede del ducato, il principe Filiberto, proseguendo nel governo dello stato con maggiori difficoltà sia per lo scontro con i duchi di Borgogna che con i signori di Milano. Nel 1476, a conclusione di questa fase di scontri, il trattato di Moncalieri venne suggellato dalle nozze tra Filippo e Bianca Maria Sforza, secondogenita del duca Galeazo Maria. L’opera è certamente parte di una serie genealogica più ampia e mostra particolari affinità esecutive, nel modo levigato di rendere la figura, con il ritratto di Amedeo VII detto il conte Rosso. Dal punto di vista iconografico, stante le limitate testimonianze relative alla duchessa, appare difficile individuare la fonte di questo dipinto. Molto probabilmente, in considerazione dei caratteri formali, fu eseguito nella seconda metà del XVIII secolo, quando vari ritrattisti di corte, come Giovanni Panealbo e Vittorio Amedeo Grassi, vennero richiesti per restaurare, incrementare e completare serie genealogiche del casato destinate alle varie residenze di corte. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399622
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5627
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5627 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a matita - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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