Ritratto di Emanuele Filiberto di Savoia

dipinto post 1650 - ante 1690

Il personaggio è rappresentato di lieve tre quarti, a mezzo busto, con taglio immediatamente al di sotto della spalla. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli corti e mossi; fronte scoperta; baffi e barba appuntita. Il viso è incorniciato da una lattuga. Indossa una corazza ornata da fasce dorate finemente cesellate con motivo del nodo sabaudo. Al collo pende il collare dell’ordine della SS.ma Annunziata. Sfondo neutro di colore bruno. Il dipinto è collocato entro una cornice di profilo e luce rettangolare in legno intagliato e verniciato. Tipologia a gola; battuta liscia. Fasce modanate

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 57.5 cm
    Larghezza: 46.5 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto raffigura il duca Emanuele Filiberto di Savoia, seguendo un prototipo diffuso anche a mezzo di incisioni, volto ad evidenziare l’appartenenza dinastica, come mostrano la presenza del collare dell’ordine della SS.ma Annunziata e il decoro a nodi sabaudi dell’armatura. Il formato di piccole-medie dimensioni, accompagnato dall’iscrizione identificativa, induce a ipotizzare che l’opera possa essere stata originariamente destinata a completare cospicue serie dinastiche illustranti la genealogia ducale, o in sedi anche religiose di patronato ducale o ancora presso le dimore di membri della corte. Per i caratteri formali è possibile datare l’opera entro la metà del XVII secolo. Il principe nacque a Chambéry nel 1528 dal matrimonio del duca Carlo II il Buono e da Beatrice di Portogallo. La sua formazione e la sua carriera politico-militare ebbero luogo alla corte cosmopolita dello zio, l’imperatore Carlo V d’Asburgo, in una fase delicatissima per lo stato sabaudo, per la maggior parte occupato dall’esercito di Francesco I di Valois, nell’ambito del conflitto che travagliò l’Europa per mezzo secolo tra Francia e Impero. Divenne duca di Savoia nel 1553. Sei anni più tardi, con la pace di Cateau-Cambresis, ottenne la restituzione dello stato. Il nuovo equilibrio internazionale venne garantito anche attraverso il matrimonio con Margherita di Valois, figlia del re di Francia. Durante gli anni di governo, pose le basi per la ricostruzione amministrativa e militare del ducato, eterogeneo al suo interno e collocato in un’area di confine preziosa per entrambe le compagini politiche. Ciò gli permise di consolidare la propria posizione di prestigio nelle dinamiche delle alleanze e della diplomazia internazionale. In quest’ottica prese corpo il progetto di un ribaricentramento delle aree di espansione e di consolidamento dello stato sul fronte dell’Italia settentrionale, si pensi all’annessione nel 1575 della città di Asti, culminato nello spostamento della capitale da Chambéry a Torino. Questo evento determinò la necessità che la città si configurasse con un nuovo assetto urbano e militare e si dotasse di palazzo per la famiglia ducale e il suo seguito. Il principe avviò anche la costruzione di una serie di residenze suburbane, la cosiddetta “corona di delizie”, tra cui incluse l’avito castello di Rivoli, ove di fatto risiedette tra il 1560 e il 1562, che diverranno nei secoli successivi teatro dei rituali della vita di corte. Morì nel 1580. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399594
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5581
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5581 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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