Ritratto di Carlo Giovanni Amedeo di Savoia

dipinto, post 1702 - ante 1750

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio poco al di sotto della spalla. Il busto e il viso sono ruotati di lieve tre quarti. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli corti e la fronte è scoperta. Indossa una ungarina, abbottonata sul davanti e trapunta di perle anche in corrispondenza delle maniche. Lo scollo è profilato da perle e pietre preziose su montatura metallica che lasciano intravedere il pizzo della camicia sottostante. Sfondo neutro di colore scuro. In alto, iscrizione su una riga. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare, in legno intagliato e verniciato. Tipologia a gola. Battuta liscia; fasce modanate

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 55.6 cm
    Larghezza: 47.8 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, secondo quanto indicato dall’iscrizione alluderebbe al principe Carlo Giovanni Amedeo, figlio di Carlo I, quinto duca di Savoia, e di Bianca di Monferrato, nato a Torino il 23 giugno 1488 e morto a Moncalieri nel 1496. Ereditò il titolo, a seguito della morte del padre, in un momento di particolare complessità nella storia dinastica sabauda. Di fatto, l’associazione del principe con l’iconografia in oggetto, per quanto anacronistica per i caratteri di moda, egli infatti indossa l’ungaribni, tipico abbigliamento infantile della seconda metà del XVI secolo, si ritrova anche nella serie incisoria di ritratti ducali pubblicata a corredo dell’Albero Gentilizio della Casa di Savoia dell’abate Ferrero di Lavriano, pubblicato a Torino nel 1701. La qualità del dipinto non permette con chiarezza di collocare l’opera prima dell’esecuzione della stampa, ossia nel corso del XVII secolo. Appare dunque preferibile ipotizzare una cronologia dopo la esecuzione del modello incisorio e quindi da collocarsi nei primi decenni del XVIII secolo. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399589
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5589
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5589 (giallo) - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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