Ritratto di Filippo di Savoia Gran Balì di Armenia

dipinto post 1591 - ante 1610

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, di lieve tre quarti, con taglio poco al di sotto della spalla. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli corti con la fronte scoperta, lunghi baffi e barba appuntita. Indossa una ampia gorgiera e una armatura di cui si vedono gli spallacci e il petto di corazza ornati da profilature dorate. Sul petto è dipinta la croce di Malta. Sfondo neutro di colore bruno. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e dorato. Tipologia a cassetta; battuta liscia. Fascie modanate

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 71.5 cm
    Larghezza: 59 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo quanto indicato nella descrizione inventariale dei beni del castello compilato alla metà del Novecento da Noemi Gabrielli, il dipinto dovrebbe rappresentare un figlio illegittimo del duca Emanuele Filiberto di Savoia, Filippo detto Filippino, morto nel 1599. Fu cavaliere di Malta e balì di Armenia dell’Ordine, titolo del tutto onorifico. Il fratellastro Carlo Emanuele I tentò di fargli ottenere, invano, il priorato di Lombardia. Combatté in Ungheria contro l’esercito ottomano e in Savoia contro i francesi. Morì a seguito di un duello con il duca di Crequì. In assenza di ulteriori riscontri iconografici su questo personaggio, è da confermarsi che l’effigiato nella tela in oggetto sia un cavaliere dell’ordine di Malta per la presenza della caratteristica croce dipinta sul petto di corazza. L’armatura indossata, per la presenza di una limitata decorazione, appare propria per l’utilizzo in ambito militare. Mancano ulteriori contrassegni di natura araldica che permettano, tuttavia, di confermare senza dubbio l’appartenenza dell’effigiato alla dinastia sabauda. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399563
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5550
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5550 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - non determinabile
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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