Veduta di una sala del palazzo arciducale di Milano con Maria Elisabetta di Savoia-Carignano
Composizione a sviluppo orizzontale raffigurante l’interno di una camera con una prospettiva centrale. Le pareti sono tappezzate con motivo floreale a bande verticali. Sulla parete di fondo e su quella di sinistra si aprono due ampie finestre, munite di tende e mantovane, dalle quali si intravede la piazza del duomo di Milano. In primo piano, a sinistra, è rappresentato, lievemente scorciato, in prossimità della finestra, uno scrittoio, sul quale sono appoggiati il calamaio con la penna, una scatola e un foglio. Su di esso sta lavorando una figura femminile seduta su una poltrona. Porta una cuffia, abito con maniche a gigot e scialle. Lungo la parete sinistra sono appesi, per file orizzontali, numerosi quadri di piccolo formato e stampe. Su questo stesso lato sono disposte sedie, poltrone, divano e un tavolo da centro. Lungo la parete breve finestrata, sono disposte due vetrinette a più piani, con molti soprammobili al loro interno. In corrispondenza del vano della finestra taboretti, un tavolo e due poltroncine in miniatura. Lungo la parete destra, al centro, camino sormontato da specchiera; ai lati due secretaire e sedie. La volta a padiglione è dipinta a monocromo con motivi a lacunari e fascia a girali vegetali. L’acquerello è montato su passepartout inserito entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e dorato. Tipologia a gola; battuta liscia. Fascia interna con motivo a fogliette stilizzate; fascia esterna liscia
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ acquerello
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’acquerello, secondo quanto indicato in una nota posta a tergo della cornice, vergata con calligrafia ottocentesca, raffigura Maria Elisabetta di Savoia-Carignano (Parigi, 1800-Bolzano, 1856), figlia di Carlo Emanuele, sesto principe di Carignano, e di Maria Cristina di Sassonia, dunque sorella del re di Sardegna Carlo Alberto. Sposò nel 1820 a Praga l’arciduca Ranieri Giuseppe d’Asburgo-Lorena, viceré del Lombardo-Veneto. La coppia ebbe otto figli: la secondogenita, Maria Adelaide (1822-1855) sposò il cugino Vittorio Emanuele II di Savoia-Carignano. Il terzogenito, Leopoldo (1823-1898), intraprese la carriera militare e fu ammiraglio delle flotte imperiali, mentre Ranieri Ferdinando (1827-1913) fu primo ministro dell’impero, grande amatore d’arte. Con caratteristico nitore proprio della cultura biedermeier, la veduta, realizzata da una prospettiva centrale, mette in evidenza tutti i minuziosi elementi d’arredo di questa sala, aggiornati secondo la moda degli anni Venti-Trenta dell’Ottocento: tavoli, sedie, divano, secretaire, vetrinate, parati, nonché una serie di opere pittoriche di piccolo e medio formato disposte sulle pareti. Inoltre, la presenza, in corrispondenza della parete di fondo, di alcuni elementi d’arredo, poltroncine e tavolini di minore formato, lascia presupporre che essi fossero destinati ai figli della principessa. La decorazione a monocromo della volta, con piccoli campi figurati, potrebbe essere tra quelle andate perdute con i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, eseguite dall’équipe di Giocondo Albertolli nella fase di riallestimento del palazzo reale di Milano a residenza arciducale negli anni Settanta del Settecento. L’ambiente si trovava nella porzione della residenza rivolta verso piazza duomo, dal momento che dalla finestra dipinta frontalmente, si vede una porzione di guglie e sculture della cattedrale milanese. Il pregevole acquerello non è firmato e non pare da escludere che possa essere stato eseguito da un esponente della corte della principessa, o forse addirittura, considerando l’attitudine alle arti propria delle figure femminili, sia della dinastia asburgica che di quella sabauda a queste date, che sia frutto del lavoro di un membro della famiglia arciducale. La esile figura femminile dipinta sulla sinistra, riconosciuta come la principessa di Savoia-Carignano, è rappresentata infatti allo scrittoio, intenta a disegnare. L’opera, come indicato sul retro della cornice, pervenne a Umberto II di Savoia il 14 dicembre del 1924 e fu successivamente trasferita presso il Castello di Racconigi, dove il principe ereditario stava allestendo la sua quadreria di ritrattistica dinastica che, oltre alle effigi dei diversi rami sabaudi, doveva, evidentemente, includere anche membri di casate principesche imparentate con i Re di Sardegna, poi re d’Italia. L’acquerello, come indicato nella medesima iscrizione vergata da Umberto, gli venne donato dalla principessa di Piombino, ossia una discendente dei principi Boncompagni-Ottoboni, duchi di Fiano, che detennero questo titolo dall’inizio del XIX secolo. A quest’ultima era pervenuta per eredità dalla bisnonna contessa d’Adda Salvaterra, che, probabilmente, in qualità di dama della corte dell’arciduchessa, l’aveva ricevuto in dono a Milano. Difficile identificare la nobildonna in questione: potrebbe forse trattarsi di Carolina Cusani-Confalonieri (1809-1867) che sposò nel 1826 il marchese e conte Paolo (1797-1842) che nel 1842 assunse il cognome d’Adda Salvaterra
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399484
- NUMERO D'INVENTARIO R 2998
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, cornice, in basso, a destra - R 2998 (giallo) - corsivo alto-basso - a matita - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0