ritratto di Carlo II di Savoia
dipinto
ca 1500 - ca 1510
Ferrari Defendente (attribuito)
1480-1485/ post 1540
Ritratti. Personaggi: Carlo II di Savoia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Ferrari Defendente (attribuito)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Clouet Jean
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’identificazione del soggetto con il duca che, nato a Chasey nel 1486 e morto a Vercelli nel 1553, resse lo Stato sabaudo dal 1504 al 1553, non sembra essere stata mai messa in dubbio nella letteratura critica; oggi si è concordi nel chiamarlo Carlo II piuttosto che Carlo III, poiché Carlo Giovanni Amedeo di Savoia, duca dal 1490 al 1496, morì a 8 anni e regnò soltanto sotto la reggenza della madre Bianca di Monferrato (Uginet 1977, p. 294). L’attribuzione della tavola è stata invece al centro di una complessa vicenda critica. Roberto D’Azeglio ne “La Reale Galleria Illustrata “(1836, p.196) assegnò il ritratto a Giovanni Holbein e questa attribuzione fu ripresa nei cataloghi di Benna del 1857 (p. 56, n. 315) e del Callery (p. 215). Ma ben presto, come testimoniato nel 1871 da Francesco Gamba che riconosceva nell’opera una probabile realizzazione del ritrattista della corte sforzesca Bernardino de'Conti, la tavola, in seguito alle indicazioni di Otto Mündler, cominciò ad essere ricondotta all’ambito culturale francese e più precisamente a Jean Clouet, artista di corte del re Francesco I. Tale attribuzione ebbe molta fortuna nella letteratura dei decenni successivi e il ritratto fu esposto come opera di Clouet alla Mostra Storica Sabauda nel 1928 (p. 41, n. 10), alla Mostra Storica di Palazzo Carignano del 1935 (p. 70) ed anche all’esposizione del 1946 a Roma (pp. 21-22, n. 9). Nonostante la paternità di Jean Clouet non sia stata messa in dubbio nei successivi cataloghi di Baudi di Vesme (1899 e 1909), Pacchioni (1932, p. 14) e Gabrielli (1952), lo stesso Baudi di Vesme nel IV volume delle Schede (1982, pp. 1.284-1.285; 1606-1607) avanzò una nuova ipotesi pensando che l’autore del ritratto di Carlo II potesse essere identificato con il pittore casalese Martino Spanzotti che probabilmente ricoprì la carica di pittore di corte e sicuramente ricevette molte commissioni dal duca nel primo decennio del XVI secolo. Le più recenti posizioni critiche hanno raccolto questa suggestione riportando la tavola ad un ambito culturale piemontese; secondo Frédéric Elsig (2002, p. 82) si potrebbe ipotizzare una realizzazione tra le Fiandre e il Piemonte, ascrivendo l’opera ad un pittore di cultura affine al Maestro di Sant’Agostino o al Maestro di San Martino Alfieri o allo stesso Macrino d’Alba. Anche Simone Baiocco (2009, in Spantigati, a cura di, scheda 2.6, pp. 103-104) ritiene che la tavola possa essere plausibilmente ricondotta alla produzione pittorica piemontese dell’inizio del XVI secolo e più precisamente, a seguito di un’ipotesi già formulata verbalmente da Giovanni Romano e Mauro Natale, non tanto a Martino Spanzotti, come proposto dal Vesme, bensì al suo allievo Defendente Ferrari
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100373297
- NUMERO D'INVENTARIO 189
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0