festa campestre

dipinto, post 1705 - ante 1710

Cornice in legno intagliato e dorato con battuta decorata da un motivo a foglie ricorrenti e fascia esterna sagomata con medesimo motivo a foglie ricorrenti lungo il profilo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 54 cm
    Larghezza: 87 cm
  • ATTRIBUZIONI Olivero Pietro Domenico (1679/ 1755)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
  • INDIRIZZO via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dall'inventario manoscritto redatto a partire dal 1871 (Regia Pinacoteca/ di/ Torino/ Inventario degli oggetti d’arte. Parte 1ª/ Quadri, Statue, Disegni/ e/ Stampe, n. 73 bis) apprendiamo che il dipinto fu acquistato dal museo come opera del pittore torinese Pietro Domenico Olivero nel 1867 sotto la direzione Gandolfi (1866-1869) presso Francesco Buccinelli. Nel 1884 risulta esposto nella sala quarta, dedicata alle scuole pittoriche vercellese e monferrina, al secondo piano del Palazzo dell'Accademia delle Scienze, dove la Galleria era stata trasferita dal 1865 (Gamba 1884, p. 27, n. 73 bis); Baudi di Vesme (1899, p. 45, n. 79) lo menziona tra i dipinti della sala quinta insieme con la Salita al Calvario dello stesso pittore e con altri quadri di artisti piemontesi. Nel 1932 risulta collocato in una delle sale di studio e consultazione (Pacchioni 1932, p. 20). La tela è stata inserita tra le opere giovanili dell'artista e avvicinata ad un gruppo di quadretti collocabili cronologicamente fra il 1705 e il 1710 che mostrano una formazione culturale incentrata sullo studio dei fiamminghi e dei bamboccianti romani interpretati già a queste date con estrema sottigliezza: si tratta della Venditrice di frutta in collezione privata, del Venditore ambulante di vino, delle Lavandaie in un'aia e della Festa con il pittore che danza appartenenti alla Fondazione Accorsi-Ometto di Torino, tutti caratterizzati da una pennellata grassa e cremosa che con pochi e rapidi tocchi delinea velocemente ma precisamente figure e forme (Cifani, Monetti 1993, vol. I, p. 137). La Scena campestre della Galleria Sabauda richiama, per il suo pittoresco disordine, le bambocciate romane di Van Laer e seguaci: sullo sfondo, in lontananza, si scorge un accampamento militare; in primo piano, davanti ad un casale rustico, sono contadini che ballano, bevono e cucinano. Le figure dei due ballerini al centro della composizione richiamano quelle del disegno n. 90 nell'album dell'Olivero conservato nel Museo Civico di Torino, mentre la forma del carro sulla destra trova riscontro con lavori del Bolckman. La tela inv. 512, come le altre eseguite in questa fase, trae ispirazione da stampe e dipinti di David Teniers il Giovane e di Adrian Van Ostade, dai quali il pittore piemontese riprende numerosi motivi copiando, tuttavia, direttamente solo qualche elemento e presentandone un'interpretazione affatto personale, più partecipe dell'evento umano e priva dei toni di allusivo erotismo e piccante malizia esistenti nelle opere dei due maestri fiamminghi (Cifani, Monetti 1993, vol. I, p. 138)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100373239
  • NUMERO D'INVENTARIO 519
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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