Adorazione del Bambino

dipinto, ca 1533 - ca 1533
  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 52 cm
    Larghezza: 35 cm
  • ATTRIBUZIONI Lanino Bernardino (1509-1513/ 1582-1583)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Gaudenzio Ferrari
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Di provenienza sconosciuta, il dipinto faceva parte delle collezioni sabaude già nel 1635 quando fu inventariato da Antonio Della Cornia come opera del Lanino nella “piccola Galleria” del Palazzo Ducale di Torino e giudicato di buona qualità. Nonostante il riferimento inventariale, il dipinto è stato tradizionalmente assegnato a Gaudenzio Ferrari, sin dal catalogo di Baudi di Vesme del 1899, dove lo studioso ricordava la presenza di varianti dipinte dal maestro e riferiva la possibilità che la tavola fosse opera di bottega. In quell’occasione veniva segnalata l’esistenza del disegno preparatorio conservato nella Biblioteca Reale di Torino (n. 16169 D.C), riferito anch’esso a Gaudenzio. Del cartone a pennello e biacca, Aldo Bertini (1958) segnalerà la grande fortuna presso la scuola gaudenziana con rimandi proprio alla tavola della Sabauda, per la coincidenza, in particolare della testa del san Giuseppe e della figura del Bambino. L’attribuzione della tavola a Gaudenzio verrà confermata anche nelle guide della galleria di Pacchioni (1951) e della Gabrielli (1965), così come nel catalogo del 1971 della stessa Gabrielli, che vi noterà una visibile influenza compositiva da Leonardo. È solo con lo studio dedicato a Lanino e alla pittura vercellese del Cinquecento, curato da Giovanni Romano (1986), che il dipinto, come anche il disegno preparatorio, sarà attribuito al periodo giovanile di Lanino e datato ai primi anni Trenta, tra la pala della Trinità, già nella collezione di Giorgio Devalle a Torino proveniente dalla chiesa del Carmine di Vercelli, e la pala della chiesa parrocchiale di Ternengo, commissionata al pittore nel 1534 (ora in Galleria Sabauda, inv. n. 65). Dal disegno della Biblioteca Reale derivano, oltre la piccola tavola della Sabauda, anche una redazione analoga alla Accademia Carrara di Bergamo, con attribuzione incerta, secondo Romano, tra Lanino e della Cerva. Romano rilevava inoltre che la parte centinata della tavola è un’aggiunta ottocentesca, dovuta probabilmente alla decisione di farne un pendant della Disputa al Tempio del Garofalo nella stessa Galleria Sabauda. Nello studio venivano segnalate anche alcune redazioni sul tema della Natività, nessuna delle quali autografe di Gaudenzio Ferrari, ma da avvicinare all’ambito dei Giovenone e a quello di Lanino, tra cui la tavola della Sabauda e l’affresco in Santa Caterina a Vercelli, variazioni che ci restituiscono indirettamente, secondo Romano, la composizione iconografica della dispersa Natività commissionata a Gaudenzio Ferrari da Dorotea Avogadro per la chiesa della Trinità di Vercelli. La tavola della Sabauda appartiene al momento di stretta vicinanza di Lanino con l’attività di Gaudenzio, quando il maestro era impegnato nel complesso del San Cristoforo a Vercelli. Il cantiere costituirà un punto di riferimento imprescindibile per il giovane pittore che, dopo esser stato a bottega nel 1528 presso lo sconosciuto Baldassarre de Cadighis, risulta essere in contatto con Gaudenzio già nel luglio 1530, quando compare come testimone in un atto redatto nella casa vercellese in cui abita il valsesiano. La piccola tavola della Sabauda rappresenta il momento di fedele adesione al linguaggio gaudenziano, evidente, pur nella resa compositiva semplificata, nei visi tondeggianti, dalle espressioni dolci e malinconiche, nel chiaroscuro morbido e avvolgente ravvivato da una tessitura lumeggiata, elementi che costituiranno nell’insieme la cifra stilistica distintiva di dell’opera di Lanino
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100373158
  • NUMERO D'INVENTARIO 223
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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