Sant'Antonio Abate e San Francesco

dipinto, ca 1400 - ante 1424

DIPINTO su tavola dorata e punzonata; porzione di polittico sormontato da porzione di CORNICE cuspidata, dorata, con oculo centrale

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ doratura
    tavola/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 175 cm
    Spessore: 7 cm
    Larghezza: 77 cm
  • ATTRIBUZIONI Mariotto Di Nardo (notizie 1388-1424): pittore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Taddeo di Bartolo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto faceva parte della collezione dell'industriale e mecenate piemontese Riccardo Gualino (Biella 1879 - Firenze 1964). E' probabilmente da riconoscere tra le opere notificate a Gualino (documentazione Banca d'Italia) il 6 novembre 1921 nel castello di Cereseto Monferrato, in quanto risulta dall'elenco un "Quadro di Taddeo di Bartolo rappresentante due santi"('Dagli ori antichi agli anni Venti...' 1982, pp.14, 47). Lionello Venturi non la pubblica nel catalogo de 'La Collezione Gualino' edito nel 1926, tantomeno nel catalogo della esposizione della collezione tenutasi in Galleria Sabauda nel 1928. In entrambi pubblica invece un'altro dipinto di Taddeo di Bartolo, 'La Madonna col Bambino fra i santi Jacopo e Domenico' (P. Astrua, in "Acquisizioni e Donazioni" 1999, pp. 28-29). Nel 1930 Riccardo Gualino, a seguito del successo ottenuto due anni prima esponendo una parte della propria raccolta presso la Galleria Sabauda - decise di donare al museo torinese una cospicua parte delle proprie opere, fra cui questo dipinto. Dopo le vicende fallimentari dell'imprenditore, Guglielmo Pacchioni, soprintendente e direttore della Regia Pinacoteca, venne designato quale perito per l'inventariazione, la schedatura e la valutazione delle opere d'arte della collezione, effettuate tra il 1930 e il 1932 in previsione della vendita all'asta del patrimonio personale di Gualino. Pacchioni attribuisce il dipinto a Taddeo di Bartolo e lo giudica in condizioni abbastanza buone; ritiene che si tratti dello scomparto laterale destro di un polittico di grandi dimensioni, quindi lo valuta L. 20.000 (cfr. Astrua cit.). Circa un anno dopo, nel 1933, "quando si ventilava la dispersione della collezione Gualino con asta sul mercato antiquario di Parigi, Giulio Carlo Argan, giovane allievo di Lionello Venturi, come ispettore presso la Soprintendenza alle Gallerie di Torino, con relazione scritta al soprintendente supplente Giovacchino Mancini, propose senza fortuna l'acquisto" del dipinto in esame insieme ad altre due opere "...tutte e tre più tardi aggiudicate a collezionisti privati" con condizioni economiche fortemente decurtate rispetto alla perizia Pacchioni (Astrua cit.). Infatti nel 1936 Ottavio Marini, direttore dell'Accademia di Belle Arti di Roma, venne incaricato dalla Banca d'Italia di effettuare una nuova perizia delle opere della collezione Gualino. Riferendosi al dipinto, Marini ne rilevava il cattivo stato di conservazione e la presenza di numerose riprese pittoriche, "che giustificavano a suo dire il dimezzamento del valore economico in precedenza attribuito dal Pacchioni" (Astrua cit.). La tavola così venne venduta a Tullio Fossati Bellani di Milano, il 28 gennaio 1937 a L. 9000. Dopo alcuni anni di permanenza nella collezione milanese, ereditata dal figlio di Tullio, Felice, il dipinto fu ceduto a Guido Scarpa di Milano e, dopo un passaggio presso la Galleria Salamon, venne posto in vendita dagli eredi. Nel 1996 è entrato finalmente nella Galleria Sabauda, acquistato mediante esercizio del diritto di prelazione, su proposta della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Milano, successivamente confermata dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte, e conseguente autorizzazione con decreto del 15.2.1995 (ma preso in carico il 10.5.1996) (Astrua cit.). Paola Astrua (cit.) pone la composizione in relazione con la produzione di Taddeo di Bartolo dell'ultimo decennio del secolo, in occasione del soggiorno pisano, in particolare il grande polittico con la "Madonna in trono e santi", firmato e datato 1395, già nella chiesa di San Paolo all'Orto a Pisa (Grenoble Musée des Beaux Arts). Diversamente Sonia Chiodo (1999) ritiene che lo scomparto sia da attribuire a Mariotto di Nardo, datandolo negli anni venti del Quattrocento. Potevano fare parte del medesimo insieme i santi Caterina e Giovanni Battista in collezione privata milanese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350967
  • NUMERO D'INVENTARIO 1118
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI fronte dipinto, bordo inferiore cornice - (ANTONI)VS ABBAS...SCS FRANCISCVS.. - caratteri gotici - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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