Beata Michelina da Pesaro. figura femminile
dipinto
post 1610 - ante 1646
DIPINTO su tela. CORNICE in legno intagliato e dorato, a cassetta, con fascia bombata
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 64 cm
Larghezza: 69 cm
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ATTRIBUZIONI
Fiori Federico Detto Federico Barocci (maniera): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Alla metà del Settecento il quadro era nella Galleria del cardinale Silvio Valenti Gonzaga (1690-1756) nella sua dimora romana, villa Paolina presso Porta Pia. Lo attesta il dipinto di Giovanni Paolo Pannini che ritrae la Galleria (1749; Hartford, Wadsworth Athenaeum; cfr. il catalogo della mostra: Morselli - Vodret, a cura di, 'Ritratto di una collezione. Pannini e la galleria del cardinale Carlo Valenti Gonzaga' 2005, con bibliografia). Il cardinale mantovano era una importante figura di intellettuale e amante d'arte della Roma di papa Benedetto XIV. Nell'inventario e nel catalogo della collezione del cardinale redatti alla sua morte nel 1756 (e pubblicato da D. Sogliani nel catalogo della suddetta mostra, pp. 301-324), è ricordato al n. 191 un "Quadro di palmi 3 per altezza, e palmi 2 e mezzo per larghezza, rappresentante Testa di S. Michelina, in tela, di Federico Barocci" (M. Scolaro, in Morselli - Vodret, a cura di, 2005, pp. 171-172, n. 16, con bibliografia). Alla morte del cardinale Silvio, il patrimonio venne diviso tra i suoi nipoti. La tela con la Beata Michelina passò a Carlo Valenti Gonzaga, la cui collezione venne venduta all'asta nel 1763 ad Amsterdam (si veda Olsen, 1951, n. 37, p. 95). Nel XIX secolo l'opera appartene va all'incisore, restauratore e mercante Angelo Boucheron che l'aveva acquistata dal generale Pino di Milano e la propose in vendita a Roberto d'Azeglio nel 1843 per la Regia Pinacoteca di Torino. La tela entrò così nella pinacoteca sabauda già attribuita a Federico Barocci, a cui ancora l'assegnava il Callery (1857 e 1859). Non menzionato nei cataloghi seguenti, il dipinto - posto nei depositi - è classificato come una "replica" da Barocci dalla Gabrielli (1971). La composizione, riferibile ad un seguace di Barocci, riprende il particolare della testa della Beata Michelina da Pesaro, rappresentata dal pittore urbinate nel dipinto inviato nel 1606 a San Francesco a Pesaro (oggi nella Pinacoteca Vaticana). La Beata Michelina fu una figura importante per la spiritualità marchigiana del XIV secolo: vissuta tra il 1300 ed il 1356, la nobildonna divenne terziaria francescana a seguito della perdita violenta del marito e del figlio; dedita alla cura dei poveri e degli indigenti, si recò in pellegrinaggio in Terrasanta, dove in estasi sul monte Calvario ebbe l'apparizione di Gesù Cristo crocifisso. Barocci rappresentò nel suo capolavoro pesarese questo momento cruciale della vita della Beata Michelina, enfatizzando l'aspetto trascendentale dell'evento e - nello stesso tempo - il coinvolgimento emotivo della terziaria in estasi. Fra i disegni preparatori elaborati da Barocci per il suo dipinto perlopiù conservati agli Uffizi, si ricorda lo studio del volto femminile in collezione privata milanese (Emiliani 1985, p. 369-371) e quello presso la Moravian Gallery in Brno. Il dipinto di Torino si pone nell'ambito di una serie di copie fatte da originali di Barocci, di poco successive, fra cui quella nella sacrestia della Cattedrale di Urbino. Dalle indagini radiografiche è emerso che la tela era già stata in precedenza utilizzata per la realizzazione di un ritratto femminile, che si individua al di sotto della superficie pittorica
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350949
- NUMERO D'INVENTARIO 595
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0