Venere

dipinto, ca 1485 - ca 1499

DIPINTO: tela tenuta da quattro assi ai margini posteriori e una traversa posteriore

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 174 cm
    Larghezza: 77 cm
  • ATTRIBUZIONI Filipepi Alessandrio Detto Sandro Botticelli (bottega): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è su tela, anche se Venturi (1928) e Gabrielli riportano l'indicazione erronea della tavola. Il quadro, attribuito a Botticelli, fu acquistato a Firenze nel 1844 dal rev. Walter Davenport Bromley nella cui collezione - dispersa nel 1863 - la videro Waagen (Waagen, Gustav Friedrich, 'Treasures of art in Great Britain. Being an account of the chief collections of paintings, drawings, sculptures, illuminated mss., &c. &c.', London, Murray, 1854-1857, 4 vol., III, 1854, pp. 166, 167) e Cavalcaselle (J.A. Crowe - G.B. Cavalcaselle, 'A History of Painting in Italy', ed. Murray, Londra 1911, vol. IV, p. 266). Waagen, che descrive la composizione come <>, la riferisce alla scuola di Botticelli, opinione seguita da Crowe e Cavalcaselle. In collezione Bromley c'era un altro dipinto, proveniente da Palazzo Ferroni a Firenze, molto affine al precedente e dunque anch'esso assegnato alla scuola di Botticelli: in esso Venere reggeva una ghirlanda di rose (Horne 1908, p. 237). Alla vendita della collezione Bromley presso Christie's, i due quadri furono acquistati da Lord Ashburton. Quando la sua residenza londinese di Bath House, andò a fuoco, probabilmente uno dei due dipinti rimase distrutto nell'incendio, mentre l'altro - si pensa l'opera in esame - fu ceduto in data imprecisata da lord Ashburton ad uno scultore italiano. Dagli eredi di quest'ultimo passò nel 1920 nella collezione di Riccardo Gualino, industriale e mecenate piemontese (Biella 1879 - Firenze 1964). A tale ricostruzione della provenienza del dipinto esposta da Noemi Gabrielli (1971), si aggiunge la notizia che il quadro era passato in proprietà del barone Marochetti, prima di entrare nella collezione Gualino (Pons 1989). Paola Astrua (nota manoscritta, Archivio Galleria Sabauda, cart. rossa inv.172) ricorda l'esistenza di due figure conosciute col nome di barone Marocchetti: Maurizio Marochetti, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe, ambasciatore a San Pietroburgo dal dicembre 1887 al febbraio 1895; Carlo Marochetti (Torino 1835 - Passy 1867), scultore insignito del titolo di barone: è dunque costui il proprietario della Venere poi passata di proprietà di Riccardo Gualino. Esposta alla mostra delle opere della collezione Gualino nel 1928, andò a far parte dell'ingente donazione alla Regia Pinacoteca da parte dell'industriale biellese. La tela della Galleria Sabauda è una delle opere inviate nel 1933 alla sede dell'ambasciata italiana a Londra in Grosvenor Square, dove la tela venne posta quale fulcro dell'arredo dell'antisalone allestito su progetto di Busiri Vici. Dal 1940 il dipinto, inisme ad altre 20 opere, venne trasferito a Roma presso la Galleria Borghese dove, dopo un'esposizione, furono trattenuti in deposito per difenderli dai bombardamenti su Londra fino al 1946. Tali opere rientrarono a Torino nel marzo del 1947 ('Dagli ori antichi agli anni Venti..' 1982). La composizione cita la figura principale della celeberrima "Nascita di Venere" del Botticelli agli Uffizi. Il dipinto di Torino è considerato replica di bottega da C. Gamba ('Botticelli', Milano 1936, p. 153) e da J. Mesnil ('Botticelli', in 'Les Maitres du Moyen Age et de la Renaissance', Parigi 1938); è autografo per L. Venturi (1924; 1925; 1926), van Marle ('The Development of the Italian Schools of Painting", ed. italiana Milano 1932), L. Becherucci ('Botticelli', Florenz, Arnaud, 1968); è parte autografa e parte di bottega per R. Salvini ('Tutta la pittura del Botticelli', vol. II, Milano 1958). Oltre alla tela della Galleria Sabauda, sono note altre due repliche del dipinto agli Uffizi con Venere nuda su fondo scuro, con alcune varianti fra di loro: la tela (158x68,5 cm) negli Staatliche Museen di Berlino (inv. n. 1124), ritenuta replica della bottega del maestro ('Gemaldegalerie Berlin. Complete Catalogue of the Paintings', Londra, 1986, pp.17 e 373, fig.967; Caneva 1990, figg. a p. 144); una tavola (148x62 cm) di proprietà della famiglia Bodmer a Cologny-Ginevra (cfr. Pons 1989, p.72, n.64b). Tali opere appartengono a una produzione di bottega destinata ad ornare gli ambienti domestici: si tratta di alcune delle <> ricordate dalle fonti <> compiute fra gli anni Ottanta e Novanta (Libro di Antonio Billi 1516-1530; Anonimo Gaddiano 1542-1548; Vasari 'Vite', 1550), che ben presto sarebbero sate oggetto di attacchi incondizionati da parte di fra' Gerolamo Savonarola, priore del convento di San Marco, la cui veemenza e forza oratoria lasciò un segno profondo anche nella sensibilità di Botticelli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350917
  • NUMERO D'INVENTARIO 172
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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