Madonna in trono con Bambino dormiente tra Sant'Amelio, San Lorenzo, Sant'Albino e Sant'Amico

dipinto polittico, 1458 - 1458

Pentittico con tavole centinate sormontate ciascuna da tondo figurato. Tav. centrale: Vergine in trono col Bambino; il trono in marmi policromi ha doppio basamento a profili mistilinei di gusto tardogotico, schienale e fianchi a blocchi marmorei con rilievi a figure d'amorini di ispirazione classica; angeli e putti sormontano il trono. Nelle ante laterali sono santi a figura intera rivolti di 3/4 verso la Madonna. Ante interne: a sx san Lorenzo; a dx sant'Albino vescovo. Ante esterne: a sx sant'Amelio in abiti quattrocenteschi, con speroni e spada; a dx, sant'Amico con gli stessi abiti e attributi. Tutte le tavole sono su fondo oro. Tondi, da sx a dx: santo vescovo; elemosina di san Lorenzo; busto di Cristo fuoriuscente dal sepolcro; giudizio di san Lorenzo; santo papa. La cornice, solo in parte originale, ha colonne tortili a separazione delle ante e sommità cuspidate con ornato gotico fiammeggiante alternate a pinnacoli; la cuspide centrale è sormontata da croce (ottocentesca)

  • OGGETTO dipinto polittico
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
    tavola/ doratura
  • MISURE Altezza: 216 cm
    Larghezza: 238 cm
  • ATTRIBUZIONI Caylina Paolo Il Vecchio Detto Paolo Da Brescia (notizie 1451-1486): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
  • INDIRIZZO via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera pervenne nelle collezioni della Reale Galleria nel 1849, donata dalla parrocchia di San Lorenzo di Mortara a re Carlo Alberto. Il polittico, firmato e datato 5 marzo 1458 sui due gradini del trono della Vergine, fu eseguito da Paolo Caylina il Vecchio detto Paolo da Brescia per l'altare maggiore della chiesa di Sant'Albino fuori le mura a Mortara (Pavia), dove secondo la leggenda erano sepolti i santi Amico e Amelio, soldati di Carlo Magno. E' stato ipotizzato che l'opera sia stata commissionata da Cristoforo Maletta,nominato abate commendatario dell'abbazia di Sant'Albino fra il 1458 e il 1462 (Frisoni/ Fiorella in Frisoni, De Leonardis, Prestini 2003, p. 19). Nel 1819 il polittico venne trasferito nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo, che nel 1849 donò il dipinto a Carlo Alberto di Savoia. L'opera entrò così nella Reale Galleria. Il <> menzionato nell'iscrizione è da identificare con il pittore Paolo <> documentato il 15 maggio 1458 a Pavia come socio d'affari di Vincenzo Foppa e poi suo cognato (G. Romano, in 'Vincenzo Foppa' 2003, p. 112 a cui si rimanda per la bibliografia). Presto Toesca (1912) ha osservato <> in certe parti del dipinto, quali gli angeli sul rono della Vergine e nei tondi, considerati testimonianze precoci del <>. Segue tale opinione la maggior parte della critica fino a oggi, ma Ragghianti (Ragghianti, Carlo Ludovico, 'Studi sulla pittura lombarda del Quattrocento. 1', in "Critica d'arte", 3. Ser., VIII,1949, 1, 27, pp. 31-46) ha invece considerato i tondi della cornice <>. Questa ipotesi è stata appoggiata da Baroni e Samek Ludovici (Baroni, Costantino/ Samek Ludovici, Sergio, 'La pittura lombarda del Quattrocento, Biblioteca di cultura contemporanea, 31', Messina, D'Anna, 1952, pp. 78-79), Semenzato (Semenzato, Camillo, 'Un polittico di Paolo da Brescia', in "Arte veneta", IX, 1955(1956), pp. 24-28), il catalogo della mostra 'Arte lombarda dai Visconti agli Sforza' (a cura di Longhi Roberto, Milano, Silvana, 1958, p. 94 n. 291), Gilbert (Gilbert, Creighton, 'Su Paolo Caylina il Vecchio', in 'Commentari dell'Ateneo di Brescia', 1961, pp. 203-217, in part. pp. 209-212) (si veda altra bibliografia in G. Romano, in "Vincenzo Foppa" 2003, p. 112). Poi i restauri degli anni Settanta hanno dimostrato che i tondi sono sempre appartenuti al polittico e sono anch'essi opera di Paolo da Caylina. Nonostante certe cadute di qualità come nei due santi laterali, realizzati con l'uso del cartone rovesciato, e le preziosità tardogotiche, nella Vergine e nei santi Lorenzo e Albino che la affiancano, l'opera rivela "l'intelligente innesto, sul sostrato culturale più antico nel quale Paolo era cresciuto, del linguaggio figurativo di Donatello e di Foppa" (Frisoni 2003, p. 19). Il soggiorno a Padova fu dunque l'occasione per Paolo da Brescia di venire a contatto con l'ambiente intorno a Francesco Squarcione e con le novità espresse da Mantegna e dai suoi compagni negli affreschi della cappella Ovetari
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350912
  • NUMERO D'INVENTARIO 34
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • ISCRIZIONI pannello centrale, in basso, gradino trono - PAVLVS BRISIENSIS PINXIT - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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