Madonna col Bambino. Madonna con Bambino

dipinto, ca 1260 - ca 1299
Guido Da Siena (cerchia)
notizie seconda metà sec. XIII

DIPINTO: Tavola cuspidata. Campitura interna delimitata in alto da ogiva trilobata impostata su due mensoline intagliate nel legno, di cui si conserva solo quella dx (motivo fogliato). Fondo oro (in foglia) punzonato: aureole Maria e Gesù hanno bordo con motivo ad "asterisco" e interno decorato a compasso con cerchi incrociati che formano piccole ogive contenenti ciascuna un giglio; il resto dello sfondo presenta motivo a losanghe contenenti fiori quadripetali

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ doratura
    tavola/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 87 cm
    Spessore: 4.5 cm
    Larghezza: 47 cm
  • ATTRIBUZIONI Guido Da Siena (cerchia): pittore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Ambito Giunta Pisano O Fiorentino
    Ambito Senese Prossimo A Duccio Da Buoninsegna
    Ambito Toscano Pregiottesco
    Ambito Veneziano, Fine Xiii - Inizio Xiv Sec
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera faceva parte della collezione dell'avvocato e industriale torinese Riccardo Gualino (Biella 1879 - Firenze 1964). Ignota è la provenienza del dipinto prima dell'ingresso nella raccolta Gualino. Fu notificato nel castello di Cereseto il 6/11/1921(documentazione Banca d'Italia), dove compariva come "Quadro di scuola senese del secolo XIII (Guido da Siena ?) rappresentante Madonna col Bambino" (A. Imponente, in 'Dagli ori agli anni Venti' 1982, p. 14). Insieme ad altri capolavori della collezione Gualino, il quadro fu esposto presso la Galleria Sabauda, allora diretta da Guglielmo Pacchioni, nel 1928 in una mostra curata da Lionello Venturi, che aveva contribuito alla costituzione della raccolata come consigliere. A seguito del successo di pubblico ottenuto con l'evento espositivo, Gualino stipulò un atto di donazione di una parte rilevante della collezione allo Stato con la condizione che essa doveva entrare a far parte della pinacoteca pubblica torinese. Il 3 ottobre del 1930 venne quindi perfezionato l'atto di donazione. Il dipinto entrò nel museo nel 1933 e fu registrato nel 1941 -42 con l'attribuzione dubitativa a Guido da Siena. Intanto, nel 1926 e nel 1928 Lionello Venturi aveva datato la tavola alla fine del XIII secolo accostandola dubitativamente proprio a Guido da Siena, quale massimo rappresentante del "gruppo più arcaico" della pittura senese del Duecento, in contrapposizione all'ambito "più evoluto di Duccio e della sua scuola". Ne sottolineava la rarità dell'iconografia nella tradizione senese, stabilendo confronti con la 'Madonna Seracini' di Siena (così già A. Venturi, 'Storia dell'arte italiana', Milano, Hoepli, 1901 -1940, IV, 1907, p. 40; id., in "L'Arte", XXIX, 1926, p.92) e con la 'Madonna' della collezione di Don Fallows Platt a Englewood, N.J. ('Catalogue of a loan exhibition of Italian primitives, in aid of the American War Relief, catalogo della mostra a cura di Osvald Sirén e Maurice W. Brockwell, New York, 1917, p.110). Dopo l'ingresso in Galleria il dipinto fu pubblicato nel 1938 nel catalogo curato da Pacchioni, con la generica definizione di opera di scuola senese del secolo XIII. Nel 1949 Garrison ha menzionato la tavola come opera veneziana di fine XIII o inizio XIV secolo. Tale ipotesi, non più evocata in seguito, è stata solo di recente rivalutata da Miklos Boskovits (comunicazione orale a P. Astrua, 2010). Noemi Gabrielli nei cataloghi del museo si allineava alla prudenza già manifestata da Pacchioni pur ammettendo la possibilità di intravedere nell'opera la mano di Guido (1959; 1965; 1961; 1971); inoltre nel catalogo del 1971 precisava che l'attribuzione a "pittore senese del sec. XIII" era confermata da Cesare Brandi (comunicazione dell'8/12/1964). Secondo Nicoletta Garavelli (UC-SBSAE-PIE00000489, 2006) il dipinto della Sabauda risulta prossimo agli affreschi nella ex-cripta del duomo senese databile fra il 1266 e il 1299, in un ambito arcaizzante in cui però già si fa sentire l'influenza di Duccio da Buoninsegna. L'iconografia del dipinto torinese segue lo schema bizantino della 'Eleousa', o 'Madonna della Tenerezza' nella variante della 'Glykophilousa', o 'Madonna del bacio'. - PER L'ICONOGRAFIA DEL DIPINTO E L'INQUADRAMENTO STILISTICO SI RIMANDA ALLA SCHEDA OA (UC-SBSAE-PIE00000489)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350907
  • NUMERO D'INVENTARIO 21
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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