Angelo adorante volto verso sinistra
dipinto,
ca 1440 - ca 1450
Giovanni Da Fiesole Detto Beato Angelico (1395-1400 Ca./ 1455)
1395-1400 ca./ 1455
DIPINTO: a fondo d'oro punzonato; 1 asse verticale con bordatura di listel li inchiodati sui 4 lati, resti di carta incollata sui bordi; CORNICE: del XIX secolo; dorata con diversi elementi a modanatura liscia. Telaio con i ncastro angolare a 45°, inserimento del dipinto con sbarrette metalliche e spessori lignei; listello di raccordo nella battuta dipinto in nero
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Giovanni Da Fiesole Detto Beato Angelico (1395-1400 Ca./ 1455): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola fu acquistata, con il pendant (inv. 4, cat. 104), dal barone Ettore Garriod nel 1845, durante la direzione di Roberto d'Azeglio, e proveniva dalla collezione fiorentina Metzger. I fondi a disposizione della Galleria per quell'anno furono tutti spesi per questo doppio acquisto (N. Nada, 1965, p. 189). L'attribuzione a Giovanni da Fiesole detto il Beato Angelico risale almeno a quel periodo, figura negli inventari e nei cataloghi ottocenteschi e successivamente non è quasi mai stata messa in dubbio. Secondo l'inventario del 1866 i due frammenti erano esposti nella sala 5, dedicata ai Pittori Italiani del Quattrocento e Cinquecento, e nella stessa sala era anche nel 1884 (Gamba), così come nel 1897, quando Jacobsen esprime un giudizio qualitativo più positivo per le tavolette con gli Angeli rispetto all'altro dipinto dell'Angelico in Sabauda, la 'Madonna con il Bambino'. Con la direzione Baudi de Vesme, gli 'Angeli' sono esposti nella sesta sala (1899, 1909). Le due tavolette frammentarie, raffiguranti due angeli inginocchiati adoranti, in origine dovevano essere inserite entro l'incorniciatura di una composizione raffigurante la Madonna. Pope-Hennessy (1952) ritiene che i due pannelli facessero parte di una cornice e li ritiene opera della bottega dell'Angelico. Salmi (1958) nota la "tavola col fondo d'oro spellato e in parte rinnovato" e avanza l'ipotesi che i due Angeli appartenessero al perduto ciborio di San Domenico di Fiesole, menzionato da Vasari e identificato da alcuni studiosi con il piccolo tabernacolo in legno dorato ora all'Hermitage di San Pietroburgo (già in collezione Bardini a Firenze e poi nella collezione Stroganoff a Roma). Nel catalogo completo delle opere di Beato Angelico, Giorgio Bonsanti critica quest'ipotesi, non vedendo come potrebbero essere inseriti nel ciborio, facente parte con la pala ancora in loco di un grande complesso per l'altar maggiore della chiesa fiesolana, opera chiave per comprendere la prima attività del pittore, riferibile agli anni 1422-1424, quando il frate pittore risiedeva nel convento prima di trasferirsi a San Marco a Firenze. Nel 1501 intervenne nel complesso pittorico Lorenzo di Credi, ma col tempo molte parti dipinte furono disperse (ciborio, predella e santi nei pilastri) e si trovano in musei e collezioni straniere (Bonsanti 1998, pp. 118-120, 154). La critica recente invece ha visto per gli 'Angeli' della Sabauda una cronologia più avanzata, nel quinto decennio del XV secolo, in particolare sulla base del confronto con la 'Madonna delle Ombre' affrescata nel corridoio orientale del dormitorio del convento di San Marco di Firenze, databile verso il 1445, oppure con il 'Polittico Guidalotti' della Pinacoteca di Perugia, da collocarsi intorno al 1447 (Garibaldi 1998, pp. 24, 29-30). Dunque Bonsanti (1998) propone una datazione dubitativa al 1450 circa, aggiungendo che "autografia e data rimangono in sospeso in attesa di un riesame". Più recentemente Aldo Galli (2001, p. 38-39) ha citato gli Angeli adoranti torinesi, frammenti di un complesso perduto e non identificato, per la straordinaria vicinanza con gli angeli ai lati della 'Madonna col Bambino e i santi Domenico e Caterina d'Alessandria' della Pinacoteca Vaticana, opera databile tra 1440 e 1445 (ma da Bonsanti spinta fino al 1450 circa). Infine Laurence B. Kanter in occasione della mostra al Metropolitan Museum di New York (2005) ha presentato i due frammenti sabaudi associati alla 'Madonna col Bambino' di Pontassieve (Firenze, Galleria degli Uffizi), come facente parte di un polittico comprendente fra gli altri anche i pannelli di predella raffiguranti 'San Giacomo Maggiore che libera Ermogene' (Forth Worth, Kimbell Art Museum), l''Imposizione del nome al Battista (Firenze, Uffizi), i 'Funerali della Vergine' (Filadelfia, Philadelphia Museum of Art), l''Incontro tra i santi Domenico e Francesco' (San Francisco, Fine Arts Museum), l''Apparizione di sant'Agata a santa Lucia' (New York, collezione Feigen). Tale ipotesi è confutata da altri (Cecchi 2008), mentre lo stesso Kanter (2008) ha rivisto la propria ipotesi pur ribadendo la possibilità di associare le tavolette torinesi a quella con il 'Redentore benedicente' a Hampton Court, quali frammenti di una incorniciatura intorno a una tavola centrale di formato ogivale
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350894
- NUMERO D'INVENTARIO 4
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- ISCRIZIONI retro, centro - R. GALLERIA SABAUDA - a matita blu -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0