Salmacide nel bagno respinta da Ermafrodito
dipinto,
Albani Francesco (attribuito)
1578/ 1660
Presso le rive alberate della sorgente di Salmacide, in Caria, la ninfa abbraccia Ermafrodito costringendolo a cedere al suo amore. Egli le tira i capelli nel tentativo di respingerla. Attorno le due figure nude sono tre amorini: uno cerca di scoccare una freccia in direzione del giovane, un secondo sulla destra spezza l'arco ed un altro vicino si strappa i capelli. La cornice in legno dorato è caratterizzata da tre modanature di cui quella mediana lineare e quelle estreme decorate a perline
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Albani Francesco (attribuito): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Proveniente dalla raccolta del principe Eugenio Savoia Soissons il dipinto giunse in Galleria Sabauda nel 1741 a seguito della vendita a Casa Savoia del 1737 avvenuta dopo la morte del principe Eugenio (Baudi di Vesme 1899; Gabrielli 1971; Spantigati 1982; Barbero 2012; Goria 2012). L'opera è pertanto citata con l'attribuzione all'Albani al numero 9 tra quelle "qui sont placé dans la gallerie du jardin" nel catalogo viennese fatto redigere dalla principessa ereditiera degli averi del principe Eugenio, la nipote Vittoria di Savoia Soissons (Spantigati 1982; Comoglio 2012). Il dipinto venne registrato nell'inventario di Palazzo Reale del 1754 con la medesima attribuzione (Pinto 1994). Prelevato dai francesi nel 1802 fu trasferito nel palazzo dell'Accademia delle Scienze per ordine del generale Jourdan in previsione della fondazione di un nuovo museo. L'opera rappresenta l'episodio mitologico di Salmacide al bagno che per desiderio abbraccia Ermafrodito, narrato nel IV libro delle 'Metamorfosi' di Ovidio: la specifica composizione con la rappresentazione dell'abbraccio risentirebbe per il Wittkower delle immagini erotiche che il letterato Giambattista Marino riportò nella sua 'La Galleria' stampata a Venezia nel 1619, di cui risentirono anche le pitture di Annibale Carracci (Wittkower 1952; Puglisi 1999). Tra le versioni dell'Albani col medesimo soggetto si ricordano quella di Parigi, della Dulwich di Londra e naturalmente quella di misure ridotte conservata in Sabauda a differenza della quale quella qui trattata presenta un'esecuzione stilisticamente disomogenea che lascerebbe ipotizzare interventi di bottega (Volpe 1962; Puglisi 1999). Nel percorso artistico dell'Albani l'opera è da riferire comunque ad un momento più tardo rispetto all'esecuzione conservata al Louvre, coincidente con il secondo periodo bolognese del pittore il quale fece ritorno nella città felsinea dopo un breve soggiorno a Roma (Puglisi 1999)
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350839
- NUMERO D'INVENTARIO 382
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0