Tempio del Sole. interno di un tempio

dipinto, ca 1749 - ca 1750

forma quadrangolare

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA carta/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 81 cm
    Larghezza: 86 cm
  • ATTRIBUZIONI Crosato Giovanni Battista (1697/ 1758)
    Mengozzi Colonna Girolamo (attribuito)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Crosato Giovanni Battista
    Crosato Giovanni Battista/ Giovanfrancesco Costa
    Mengozzi Colonna Girolamo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
  • INDIRIZZO via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il bozzetto fu attribuito al Crosato da Vittorio Viale (1942). Fiocco (1944), autore della rivalutazione del ruolo di scenografo dell’artista, gli riconosceva soltanto le figure, ritenendo la parte prospettica ascrivibile al collaboratore Giovanfrancesco Costa, noto come incisore di alcune Vedute del fiume Brenta e per le sue collaborazioni con il Teatro di San Giovanni Crisostomo (oggi Malibran), forse proprio accanto al più celebre maestro. Il bozzetto riproduce la scena prima del I atto del Siroe di Metastasio, rappresentato a Torino nel 1750 (Carnevale) con musiche di G. Scarlatti e scene allestite dal Crosato e dal Mengozzi Colonna. Infatti secondo le ricevute di pagamento rinvenute dalla Viale Ferrero (1978) al pittore – ritornato a Venezia dopo gli interventi eseguiti nella Palazzina di Caccia di Stupinigi (1733), presso la Villa della Regina e la cupola della Basilica della Consolata di Torino – veniva assegnato l’incarico d’ideare alcune scenografie per il Teatro Regio nell’aprile del 1749 e saldati alcuni lavori realizzati insieme al quadraturista Mengozzi Colonna nel febbraio 1750. L’attribuzione al Crosato è resa inoltre certa da un’iscrizione apposta su un disegno di Giovanni Galliari del 1780 circa, che reca la precisazione “Tempio al idea del S. Crosato” e riproduce con lievi scarti il bozzetto della Galleria Sabauda. Sebbene l’interpretazione letterale dell’iscrizione marcherebbe un’autografia piena, al maestro spetterebbero però le sole figure e la decorazione figurale sulle vele del tempio, mentre a un anonimo collaboratore l’architettura. Entrambi gli interventi tuttavia renderebbero conto di un “gusto scenografico disinvolto e spiritoso, e di marca barocchetta” (Viale Ferrero, 1963). Nonostante i documenti rinvenuti, che per l’appunto attestano il coinvolgimento tanto del Crosato che del Mengozzi Colonna nelle stagione operistica di quell’anno, a giudizio della Ferrero Viale le architetture sono troppo rigide per essere riferite con certezza al quadraturista emiliano. Neppure i buoni rapporti intercorsi tra lo stesso Crosato e Fabrizio Galliari forniscono in tal senso una valida alternativa attributiva (Viale Ferrero, 1980). Per contro la Gabrielli (1971) assegna al Mengozzi Colonna l’intero bozzetto, per via della tavolozza più fredda e appesantita in rapporto a quella del collega veneziano. Durante la stagione operistica sopracitata pare che la coppia avesse deliziato gli spettatori con trovate inconsuete, che portarono in scena addirittura un incendio vero e proprio per fingere l’ara fumante del Siroe. Non a caso anche nel bozzetto si colgono elementi di notevole originalità, data intanto dai costumi bizzarri realizzati da Francesco Mainino ma anche riscontrabili nella capacità di personalizzare la disposizione scenica delle figure senza contravvenire del tutto alle regole normalmente imposte dalle convenzioni vigenti. La scena rappresentata riproduce il gran tempio del Sole con ara e simulacro, nel gruppo di destra si dovrebbero riconoscere il vecchio Cosroe incappucciato - che prima di scegliere tra i figli il successore al trono pretende ch’essi giurino al nuovo erede fedeltà - Medarse che si prostra ai suoi piedi, il fratello Siroe e Emira la quale, travestita da uomo, tenta di pacificare le fraterne contese (Viale Ferrero, 1980). Le scene rappresentate nelle vele del tempio sono concordi per impostazione compositiva e nella resa delle figure a quelle riprodotte a tinte tenui nel gruppo aereo del Diogene (inv. 450), ove compare peraltro il medesimo carro a forma di conchiglia. Le divinità sospese tra le nuvole ricordano invece per sommi capi un altro bozzetto, eseguito però su tavola ma analogamente realizzato dal Crosato e dal Mengozzi Colonna tra il 1752 e il 1756, che è ritenuto preparatorio al soffitto della sala da ballo di Palazzo Rezzonico a Venezia (Craievich, 2005)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350808
  • NUMERO D'INVENTARIO 449
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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