deposizione di Cristo dalla croce
dipinto
post 1545 - ante 1559
Cornice in legno intagliato e dorato
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Veronese
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Moncalvo Guglielmo Detto Il Caccia (cerchia Di)
Robusti Jacopo detto il Tintoretto
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Pervenne alla Pinacoteca grazie a un lascito dei marchesi di Barolo nel 1864. La Gabrielli (1971) lo registrava a Palazzo Carignano presso gli Uffici della Soprintendenza e lo attribuiva alla cerchia del pittore Guglielmo Caccia detto il Moncalvo. Più di recente è stata avanzata internamente al Museo un’ipotesi in direzione di Jacopo Tintoretto. Allo stato conservativo attuale la pellicola pittorica presenta alcune cadute di colore e si mostra con tutta probabilità oberata da appesantimenti soprammessi all’originale, che rendono conto di alcune zone poco chiare e credibili dal punto di vista anatomico (come per esempio l’irreale attaccatura dell’ala dell’angelo che sostiene Cristo che si direbbe articolata direttamente sul braccio al di sotto della spalla) e che in parte inficiano la formulazione di un giudizio equilibrato in merito alla sua presunta paternità. Tuttavia, in ragione dalla ricorrenza del soggetto iconografico della Deposizione accompagnata da angeli e di alcune inflessioni “veronesiane” - rilevabili soprattutto nella modulazione del viso di Cristo, nella testa ricciuta e nell’attaccatura dei capelli dell’angelo che lo sostiene ed ancora nella forma sovradimensionata e appuntita delle ali bicolori - così come dalla compresenza di altri stimoli allogeni, forse derivati dalla pittura emiliana, pare preferibile orientare la provenienza geografica del dipinto all’ambito veronese e ancorare indicativamente quella cronologica attorno alla metà del XVI secolo. Imprescindibili parrebbero infatti le Deposizioni giovanili del Caliari (1545/46-50 ca), prima fra tutte quella del Museo di Castelvecchio che accalca i personaggi disponendendoli “a conchiglia” attorno al perno centrale di Cristo e fa tesoro degli esempi forniti dai colleghi “romanisti” come Gian Francesco Caroto nella Deposizione di collezione privata torinese, o Domenico Brusasorzi in quella di Castelvecchio (Pignatti-Pedrocco, 1995, I, pp. 7-8). Ancor più eloquente parrebbe l’evidenza di un confronto, ancora tutto da indagare, con un dipinto anonimo di analogo soggetto dei depositi del Museo veronese, a suo tempo associato da Terisio Pignatti alla scuola di Paolo Veronese (Pignatti, 1976, p. 218, n. A369)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350804
- NUMERO D'INVENTARIO 785
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0