Piccolo mercato. mercato
dipinto,
post 1580 - ca 1585
Mercato. Attività umane. Figure Animali. Paesaggio
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Da Ponte Leandro Detto Leandro Bassano (1557/ 1622)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Da Ponte Jacopo detto Jacopo Bassano
Da Ponte Francesco Detto Francesco Bassano
Da Ponte Gerolamo Detto Bassano Gerolamo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Al contrario delle altre opere dei Bassano esposte, il dipinto non sembrerebbe essere stato direttamente commissionato dal duca Carlo Emanuele I. Si trova infatti citato per la prima volta in un inventario del 1682 nella Grande Camera del Palazzo Reale di Torino (Pinto, 1994). Raggiunse dunque le collezioni sabaude in un secondo momento, forse per interessamento di Carlo Emanuele II di Savoia (Di Macco, 2002). Vesme (1899) lo credeva di Jacopo Bassano, per Arslan (1931; 1960) era invece ascrivibile alla tarda attività di Gerolamo, sebbene stilisticamente fosse prossimo alla maniera di Leandro. Fu la Gabrielli (1971) ad attribuirlo in modo esplicito al pennello di quest’ultimo e da allora tale parere non è più stato discusso, ricevendo anzi conferma a seguito di una campagna di restauro che ha evidenziato la presenza della firma del pittore sulla pietra posta al centro del dipinto sotto il canestro di uova (Bava, 1995; Villano, 2009). Si tratta di uno dei prodotti più tipici del repertorio formale bassanesco d’ispirazione domestica e campestre, derivato dalla produzione matura di Jacopo e sfruttato dai figli come fonte pressoché inesauribile di soluzioni pronte a soddisfare le incalzanti richieste del mercato collezionistico europeo. L’opera fu messa a punto autonomamente da Leandro dopo il 1580, con uno schema compositivo simile a una versione del soggetto conservata presso il museo di Vienna, per la quale s’intuisce l’uso dello stesso cartone utilizzato per certe zone e alcuni personaggi del dipinto sabaudo (Villano, 2009). Come suggerisce però la sua titolazione, si può più in generale ritenere un’elaborazione dal cosiddetto Grande Mercato di Jacopo del quale replica in scala minore la struttura. Anche il brulichio che la anima è analogo e in certi casi le figure sono soltanto collocate altrimenti. Non si esclude pertanto che venisse acquisita dai Savoia proprio in virtù di questa sua vicinanza. I duchi piemontesi, primo fra tutti Carlo Emanuele I, erano grandi estimatori della pittura bassanesca e di quella cosiddetta di genere, talvolta addirittura utilizzata quale dono diplomatico per assecondare gli interessi artistici di sovrani del calibro di Rodolfo II e Filippo IV d’Asburgo (Bava, 1995, pp. 219 nota 30, 222-224). Del Piccolo Mercato sono note almeno altre due copie, che testimoniano la serialità del procedimento pittorico utilizzato da Leandro. La prima, di formato più grande (240 x 293 cm), si trova presso i depositi del Museo veronese di Castelvecchio (inv. 1113) e proviene dalla collezione di Cesare Bernasconi; la seconda è stata segnalata presso una collezione privata bassanese e datata verso il 1585. Recenti analisi diagnostiche hanno rilevato che l’opera torinese presenta un significativo pentimento accanto alla coppia formata dall’uomo vestito di rosso e dall’anziana prossima al centro della composizione, dove leggermente spostata sulla destra rispetto al capo della donna era stata in origine prevista una figura poi soppressa nella redazione definitiva del dipinto. Ha inoltre riscontrato la presenza di un’imprimitura fortemente materica a base di biacca, con buona probabilità sfruttata dal pittore anche come abbozzo preliminare delle forme in aggiunta a quelle definite nel disegno preparatorio vero e proprio (Bava, Radelet, 2009). Elementi che lascerebbero dunque cautamente ipotizzare il suo carattere prototipiale in rapporto alle versioni al momento conosciute o comunque una posizione di primo piano dal punto di vista ideativo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350779
- NUMERO D'INVENTARIO 419
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0