Sacra Famiglia con san Giovanni Battista e donatore inginocchiato

dipinto, post 1510 - ante 1520

Cornice del XVIII secolo

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Bellini Giovanni
    Santacroce Pietro Paolo
    Santacroce Pietro Paolo (maniera Di)
    Ambito Veneto Del Xvi Sec
    Santacroce Gerolamo
    Ambito Veneto Del Xv Sec
    Degli Ingannati Pietro
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è riconoscibile tra quelli citati da un anonimo inventario di Palazzo Reale e del Castello di Torino del 1754, ove è ricordato nella quarta stanza dell’Appartamento al Piano Terra, sotto la Galleria, come “Una Nostra Donna col Bambino, S.t Gio. Battista, e S.t Giuseppe. Il Bambino tiene la mano sopra la Testa a un Divoto che li sta inginocchiato avanti – di Gio. Bellino” (Pinto, 1994). L’attribuzione si doveva alla firma “Jo. Bellinus” dipinta sul cartellino in basso a destra e simile a quella che Heinemann (1962) riscontrava su un quadro di collezione Jonson di Philadelphia ascritto al Maestro dei laterali del trittico di Dusseldorf, che tuttavia mostrava un tratto del pennello e una calligrafia congrui con quelli di Giovanni Bellini. A parere dello studioso infatti la paternità del dipinto andava spostata specificamente in direzione di quel suo allievo, riconoscibile per la mancata monumentalità delle figure che “hanno un che di piatto” come i panneggi e per le pupille vigorosamente sporgenti dal bianco degli occhi, mentre la cronologia orientata tra il 1510-20. Segnalava inoltre la vicinanza della schematica apertura paesaggistica nella sfondo con quella di una tavola d’ubicazione ignota, già in collezione Bohler a Monaco di Baviera e Lucerna nel 1934. La prima attribuzione a Giovanni Bellini venne infatti sostenuta dagli inventari e dalla critica ottocentesca (D’Azeglio, 1846; Benna, 1857; Callery, 1859) sino a Gamba, che nell’inventario del 1871 proponeva il nome di Pietro Paolo da Santacroce, limitandosi nel catalogo del 1884 ad assegnarlo soltanto alla maniera del pittore. Vesme (1899; 1909) ancora più cautamente lo assegnava alla Scuola Veneta del Cinquecento, Crowe e Cavalcaselle (1912) all’ambito belliniano, Fiocco (1916) proponeva invece Girolamo, zio di Pietro Paolo da Santacroce. Pacchioni arretrava invece la data dell’opera al XV secolo e la Gabrielli - forse per un errore di stampa che implicitamente intendeva manifestare una forma di assenso con le opinioni di Heinemann - l’assegnava alla Scuola Tedesca del XVI secolo. Infine nelle più recenti Guide del Museo si proponeva il nome di Pietro degli Ingannati, che tuttavia sebbene in certi casi condivida un’impostazione simile della sacra Conversazione di origine belliniana, pare tuttavia troppo avanzato cronologicamente in rapporto al dipinto in questione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350777
  • NUMERO D'INVENTARIO 455
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • ISCRIZIONI In basso a dx, su cartiglio dipinto - Jo. Bellinus - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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