Veduta del Fondaco dei Turchi. veduta prospettica di Venezia

dipinto, ca 1751 - ca 1755

Cornice dorata decorata a fogliami

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Albotto Francesco (attribuito)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Marieschi Michele
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
  • INDIRIZZO via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Fu acquistato insieme alla Veduta della Chiesa di Santa Maria della Carità (inv. 472), analoga per formato e paternità, nel 1917-18 dalla Direzione di Antichità e Belle Arti del Ministero dell’Istruzione dalla famiglia Maioli (cfr. Inventario Gamba, 1917-18). Secondo quanto attesta Noemi Gabrielli (1971), entrambe provenivano dagli eredi del tutt’ora irrintracciato Senatore Maioli. Più recenti approfondimenti condotti internamente alla Galleria Sabauda segnalano soltanto l’esistenza di un tal Felice Majoli, deputato alessandrino di estrazione liberale, eletto tra le file dei rappresentanti del I Collegio di Alessandria durante la XV legislatura, intercorsa tra il 1882 e il 1886 (Villano, 2005). Il dipinto fu attribuito al vedutista veneziano Michele Marieschi da Giuseppe Delogu (1930), confermato nei successivi cataloghi del Museo (Pacchioni, 1932; Gabrielli, 1971), da Carlo Donzelli (1957) e invece omesso nelle due monografie di Ralph Toledano (1988; 1995) e categoricamente espulso dal catalogo del pittore da Dario Succi (1988; 1989), incline tutt’al più ad attribuirlo a un anonimo e mediocre seguace. In anni più recenti le due tele torinesi sono state oggetto di alterne proposte attributive, ancora lontane dall’essere definitivamente risolte. La questione poggia infatti sul difficile discernimento tra le opere autografe del Marieschi e quelle invece frutto dell’attività pittorica del suo allievo e continuatore Francesco Albotto, per giunta documentato con certezza come individualità artistica autonoma soltanto da un dipinto passato in asta a New York e noto soltanto su base fotografica, che pertanto non ha potuto beneficiare dell’analisi diretta degli studiosi. Persino Manzelli, inizialmente propenso ad attribuirle all’Albotto (1985-1986; 1991), le ometteva nella seconda edizione riveduta e corretta del catalogo dedicato all’artista (2002). La questione non ha certamente ancora raggiunto piena risoluzione, tuttavia a favore di tale paternità condurrebbero le caratteristiche macchiette allungate, le increspature delle onde fatte con virgolette e le dimensioni comuni delle due tele (Manzelli, 1991), considerate en pendant e datate dal Manzelli agli albori dell’attività indipendente del pittore tra la fine del 1744 e quello successivo. Tale datazione è suggerita dal dettaglio iconografico mostrato nella Veduta del Canal Grande da Campo della Carità ove sono rappresentate le macerie del campanile della Chiesa, crollato il 27 marzo di quell’anno (Succi, 1989). Va altresì precisato che Il Canal Grande con il Fondaco dei Turchi fu un soggetto più volte replicato dai vedutisti veneziani e per di più si mostra nel medesimo stato anche in un altro dipinto dell’Albotto di collezione privata milanese, nel quale analogamente la facciata è in parte ricoperta dalle impalcature (Succi, 1989). Per converso, altre due versioni autografe della veduta oggi al Museo di Capodimonte restituiscono l’aspetto dell’edificio in una fase successiva agli interventi di restauro, che interessarono l’edificio tra il 1751 e il 1755 (Concina, 2006). Alla luce di tale riferimento cronologico pare pertanto preferibile orientare la datazione della Veduta entro tale lasso temporale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350773
  • NUMERO D'INVENTARIO 473
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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