Madonna con Bambino

dipinto, ca 1470 - ca 1475

Tavola rettangolare corredata di cornice con montanti in forma di lesene e decorazione intagliata con motivi a candelabra

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Ercole De' Roberti
    Tura Cosmè
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
  • INDIRIZZO via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’iscrizione sul retro della tavola (“Opera / Di Cosmo Turi altri[menti] / detto Gosmè / Pittor celebre Ferrar[ese] / del sec. XV. / Era della Galleria di Mr. Crispo / Vescovo di Ferrara”), indica la sua provenienza dalla collezione di Monsignor Girolamo Crispi, nato a Ferrara nel 1667 e arcivescovo di Ravenna e poi della sua città natale dal 1721. Monsignor Crispi era ricordato da Girolamo Baruffaldi nelle Vite de pittori e scultori ferraresi (I, 341, n. 1) per aver ottenuto e trasportato nel 1745 due affreschi di Garofalo (Garavelli, 2006). L’attribuzione a Cosmè Tura, con la quale era stata inventariata dallo Scalabrini alla fine del Seicento, fu confermata soltanto da Lionello Venturi (1928) poco prima dell’acquisizione dell’opera da parte della Galleria Sabauda. Pervenne infatti al Museo insieme al nucleo di dipinti che componevano la raccolta dell’avvocato torinese Riccardo Gualino: l'opera, dopo essere stata donata dal proprietario alla Galleria, è stata depositata all'Ambasciata d'Italia a Londra, dove rimane fino al 1959. Lionello Venturi riscontrava il tipico “segno rude e incisivo” del pittore e sottolineava la sua affinità con due Madonne della Galleria Colonna. Il padre Adolfo (1927) aveva proposto come alternativa il nome di Francesco del Cossa e Bernard Berenson (1932) avanzava invece quello di Ercole de’ Roberti, seguito da Ortolani (1941) che avvertiva la vicinanza con le ultime opere dipinte per Schifanoia per via del tono turiano e dell’accento cossesco. L'attribuzione a Ercole de' Roberti è mantenuta da Gabrielli (1961 e 1971). Dello stesso parere Salmi (1960), Natale (1991) che l’accostava specificamente al Mese di Settembre, Puppi (1966) che la ritiene affine al San Girolamo della Pinacoteca di Ferrara e di poco precedente alla predella del Polittico Griffoni, e Sgarbi (1985) che la considerava invece ad esso successiva, ancorandola al primo periodo bolognese del pittore. Qualche anno dopo Bacchi (1987), ribadendo la natura fortemente ferrarese dell’opera, si pronunciava a favore del Maestro dell’Agosto, paternità accolta dalla direzione del Museo (Guide, 1991) e da Sassu (2007); di diverso avviso Benati (1982) e Molteni (1995). Entrambi gli studiosi pur senza propendere per un nome in particolare, individuavano comunemente un possibile ambito di pertinenza in quello di Vicino da Ferrara e una datazione attorno ai primi anni settanta, dunque nel primissimo periodo della signoria di Ercole d’Este. Benati riconosceva in quel torno di tempo alcune involuzioni stilistiche di matrice nordica, accostandola plausibilmente all’anonima Madonna sul ponte di Edimburgo, Molteni non negava le tangenze strette e puntuali con le opere di Ercole de’ Roberti e con gli esagerati sott’in sù già proposti nei troni delle Muse dagli artisti dello studiolo di Belfiore, dai quali derivava ad esempio anche il dettaglio del pendente appuntato sulla spalla della Vergine, eppure riteneva opportuno dirottare altrove la paternità dell’opera. In particolare considerava che l’anonimo pittore nell’impostazione della figura leggermente di tre quarti, nel motivo del coronamento ad arco e ancora nel prezioso sull’acconciatura e nelle volute goticheggianti del manto avesse tradotto, banalizzandoli, alcuni spunti creativi dalla Primavera di Cosmè Tura. Recentemente Andrea G. De Marchi (2001) ha pubblicato una tavola di formato più piccolo (42 x 33,5 cm), già in collezione privata a Lugano e facente parte degli incauti acquisti di Han Coray, che costituisce le “ripetizione del volto” della Madonna Gualino ma che a tutti gli effetti si presenta come un falso, privato in rapporto all’originale della parte inferiore dello schema originale, vale a dire della figura del Bambino benedicente e dei nimbi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350744
  • NUMERO D'INVENTARIO 169
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • ISCRIZIONI retro, in alto, al centro - Opera / Di Cosmo Turi altri[menti] / detto Gosmè / Pittor celebre Ferrar[ese] / del sec. XV. / Era della Galleria di Mr. Crispo / Vescovo di Ferrara - capitale - a penna - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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