CASTELLO DI TERNENGO Prov.ia di Biella./ Appartenente al Conte Gromo di Ternengo. castello
stampa stampa di invenzione,
1854 - 1854
Gonin Enrico (1799/ 1870)
1799/ 1870
Figure: figure maschili; figure femminili; contadino. Abbigliamento: cappello; pantaloni. Oggetti: piccone. Architetture: castello di Ternengo. Piante: alberi. Attività umane: lavoro
- OGGETTO stampa stampa di invenzione
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MATERIA E TECNICA
carta/ litografia
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MISURE
Altezza: 333 mm
Larghezza: 251 mm
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ATTRIBUZIONI
Gonin Enrico (1799/ 1870): disegnatore
- LOCALIZZAZIONE Istituto di Belle Arti
- INDIRIZZO Via Duomo, 17, Vercelli (VC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Enrico Gonin (1799-1870) fu un pittore di paesaggio e litografo, fratello maggiore del più noto Francesco Gonin (1808-1889), nacque a Torino l'1/01/1799, frequentò la scuola serale gratuita di disegno diretta dall'incisore Pietro Palmieri. Le sue opere più importanti sono gli album di litografie: Monumenti e siti pittoreschi della città e contorni di Torino, del 1836 eseguita da Demetrio Festa su disegni di Enrico Gonin; Torino, del 1839; Turin et ses environs, del 1842; e l'Album delle principali castella feudali della monarchia di Savoja pubblicato tra il 1840 e il 1860. Nel 1848 si sposò con Rosa Giuseppa Petronilla Rebuffo e, nel 1868, fu ricoverato sotto la firma del fratello Francesco presso l'Ospizio di Carità nel reparto "ciechi Tarino". Già nel 1856 avendo smesso di lavorare a causa delle condizioni, il suo nome era scomparso dalle guide; diventato nullatenente e completamente cieco morirà a Torino il 16 gennaio 1870.L'Album è un'opera formata da 200 fogli con litografie raffiguranti alcuni dei numerosi castelli del territorio piemontese e valdostano. Nato come complemento all'opera genealogica di Vittorio Angius Sulle famiglie nobili della Monarchia di Savoia, edita a Torino da Fontana e Isnardi in quattro volumi tra il 1841 e il 1857; le litografie vennero pubblicate a dispense. L'opera va ad inserirsi perfettamente nel programma di restaurazione politica voluta da Carlo Alberto e rispecchia il clima culturale romantico dell'epoca. Il sovrano diffuse, attraverso le sue scelte di committenza, il gusto neogotico grazie al quale propose un modello culturale e politico che ricostruisse una sorta di "medioevo immaginario" che fungesse da aulico passato ad una Casa Regnante che non ne poteva in quel momento vantare uno proprio. Carlo Alberto infatti, salito al trono nel 1831, apparteneva ad un ramo cadetto della dinastia dei Savoia e per questa ragione volle legittimare, anche attraverso gli strumenti della cultura, il suo potere. I castelli sono quindi la metafora di un medioevo feudale che in quei tempi sembrava essere a tutti gli effetti di moda presso la nobiltà come presso la borghesia. Entrambe le classi sociali si affrettarono perciò a trasformare in chiave neo medievale le proprie residenze operando rifacimenti architettonici, in consonanza a quanto fece lo stesso sovrano. In perfetta continuità con questa linea culturale, le tavole litografiche del Gonin tendono a sottolineare perciò l'aspetto feudale dei castelli, come risulta evidente anche dal titolo dell'opera; l'immagine austera delle fortezze è stemperata ed animata dalla presenza di figure che intorno ad esse vengono colte nello svolgersi delle loro azioni quotidiane, abbigliate con vesti contemporanee. Gonin non cedette infatti, se non in pochi casi, al richiamo del paesaggio istoriato proposto da Massimo d'Azeglio (1798-1866). Va ricordato che nel XIX secolo aveva avuto un notevole sviluppo la pittura di paesaggio e nei castelli raffigurati dal Gonin si coglie l'influsso di questo portato. Gli antichi edifici sono infatti immersi in paesaggi romantici che invadono gran parte della scena. Per quanto riguarda la tecnica utilizzata per le tavole, ovvero la litografia, bisogna sottolineare che non vi era tecnica migliore per eseguire l'Album, infatti l'intento del Gonin, come quello dei pittori romantici, non era quello di rendere minutamente i dettagli del paesaggio e del mondo naturale ma quello di valorizzarne le sfumature e i giochi di chiaroscuro provocati dalla luce, esprimendone quindi il sentimento. La innovativa tecnica che da poco aveva preso piede, grazie al segno lasciato dalla matita litografica, riusciva esattamente a riprodurre la fluidità e la morbidezza dei paesaggi pittoreschi. Proprio l'effetto del 'pittoresco', tanto caro alla cultura romantica, sarebbe stato ben difficilmente conseguito con le tecniche più tradizionali del bulino e dell'acquaforte. (Gonin, Enrico, Album delle principali castella feudali della monarchia di Savoja, Torino 1841-1857; Comanducci, Agostino Mario, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, voll. 4, Milano 1962, vol. II, p. 875; Rebaudengo, Dina, "Enrico Gonin e la sua storia", in Album delle principali castella feudali della monarchia di Savoja, testi a cura di Carlo Morra, Savigliano (CN) 1977, pp. 3-7; Bordone, Renato, Lo specchio di Shalott. L'invenzione del Medioevo nella cultura dell'Ottocento, Napoli 1993, pp. 121-137; Rosboch, Alessandro, "Uno speculum nobilitatis ottocentesco: i castelli feudali di Enrico Gonin", in Interviste nel Passato: Catalogo Bolaffi della nobiltà piemontese, Torino 1993, pp. 36-43; Spinazzè, Sabrina, "Gonin, Francesco", in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. LVII, Roma 2001, p. 673-676; Mola di Nomaglio, Gustavo, "Introduzione", in Suggestioni medioevali in Piemonte. Luci e colori nei castelli di Enrico Gonin, Savigliano (CN) 2008, pp. 5-8)
- TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista pubblica/privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100214984-7
- NUMERO D'INVENTARIO 860
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro"
- DATA DI COMPILAZIONE 2009
- ISCRIZIONI recto, sotto alla stampa a sinistra - E. Gonin dis. 1854 - corsivo - italiano
- STEMMI verso, angolo in basso a destra - civile - Marchio - Vercelli/ Istituto di Belle Arti - marchio blu di forma circolare, con al suo interno il numero di inventario scritto a penna nera
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0