Santa Cecilia
dipinto,
1604 - 1614
Salini Tommaso Detto Mao Salini (1575 Ca./ 1625)
1575 ca./ 1625
La santa è raffigurata a mezzo busto, vista di tre quarti con lieve rotazione del volto verso lo spettatore. Ha le braccia piegate e incrociate davanti a lei; il braccio sinistro è appoggiato su un ripiano posto sulla destra del dipinto rispetto a chi guarda. Sul ripiano è dipinto un vaso contenente fiori recisi (gigli e ortensie). Sul'estrema destra, in primo piano, sono raffigurati un violino, un tamburello e uno spartito musicale con gli angoli dei fogli lievemente arricciati. La santa, vestita con tunica azzurra, camicia bianca e manto ocra, è coronata e tiene tra le dita della mano sinistra l'archetto del violino
- OGGETTO dipinto
-
MISURE
Altezza: 100
Larghezza: 70
-
ATTRIBUZIONI
Salini Tommaso Detto Mao Salini (1575 Ca./ 1625): esecutore
- LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE In basso a destra, in prossimità dell'angolo del libro di musica raffigurato nel dipinto, si leggono alcuni caratteri scritti in corsivo, in gran parte abrasi: To (maso), e, sotto l'ultima sillaba del nome di battesimo, una S, con ogni evidenza l'iniziale del cognome dell'autore di questa "Santa Cecilia". Se da un lato tale firma frammentaria non si pone altrimenti che come una conferma dell'autografia saliniana, già di per sé evidente dai dati stilistici espressi, soprattutto per quanto riguarda la figura della Santa, dipendente da moduli baglioneschi e confrontabile con la figura allegorica femminile della pala dedicata a San Nicola da Tolentino che si conserva nella chiesa romana di Sant'Agostino (G.Baglione, Le vite de' pittori, scultori et architetti, Roma 1642, pp. 287-288; L.Salerno, Di Tommaso Salini, un ignorato caravaggesco, in "Commentari", 1, 1952, pp. 28-31); dall'altro il suo rinvenimento proprio su un'opera, in cui al tema sacro viene affiancato quello della natura morta, appare come un formidabile punto di partenza per una migliore definizione della personalità di Tommaso Salini pittore di natura morta - tanto più che la firma e la data, 1621, esibite dalla "Natura morta di frutta e verdure" di collezione privata torinese, pubblicata da Zeri (F.Zeri, Nota a Tommaso Salini, in Diari di lavoro 2, Torino 1976, pp. 104-108), in seguito ai risultati emersi dall'analisi radiografica si sono rivelate apocrife (M.Rosci, in G.Romano (a cura di), Dal Trecento al Seicento. Le arti a paragone, catalogo della mostra, Torino 1991, pp. 125-131; cfr. anche C.Strinati, in M.Di Veroli (a cura di), In Proscenio III. Nature morte europee tra Seicento e Settecento, catalogo della mostra, Roma 1991, pp. 1-7) - e nel contempo per l'apertura di uno spiraglio sulla complessa questione cronologica che investe le opere, sia quelle documentate sia quelle attribuite, del pittore romano, apprezzatissimo dal biografo e collega Giovanni Baglione (1642). Ma, come già riferiva Salerno (L.Salerno, La natura morta italiana 1560-1805, Roma 1984, pp. 76-79), qualora si ritenessero comunque valide le indicazioni fornite dall'iscrizione apposta sulla Natura morta torinese, probabile memoria di dati trascritti dal vecchio telaio o dal restro della tela - restaurata, rifoderata e dotata di un nuovo telaio fin dall'Ottocento - la data 1621 documenterebbe tuttavia una fase piuttosto avanzata, se non estrema, dell'attività del Salini naturamortista. Al contrario, accostando il bel brano di natura morta di questa "Santa Cecilia" alla "Natura morta di frutta e verdure" torinese, appare subito chiaro come nei due casi siano testimoniati altrettanti distinti, e abbastanza lontani nel tempo, momenti del percorso di Salini, plausibilmente ormai non più alle sue primissime prove nella "Santa Cecilia", ma in una fase di poco più matura, che quindi non supera il 1610, rispetto alla tela, già a Parigi nella collezione Stein, che raffigura la "Incoronazione dei Santi Cecilia e Valeriano", per la quale Zeri (1976), attribuendola al maestro romano aveva proposto una datazione piuttosto precoce, entro il 1605.Nell'inventario dei beni del Salini pubblicato dalla Pegazzaro (D.Pegazzaro, Documenti per Tommaso Salini, in "Paragone", 571-573, 1997, p. 143), è menzionata "Una Santa Cecilia con cornice da palmi quattro": dato che il palmo romano corrisponde a cm 22,5, dimensione e soggetto della tela inventariata sembrano suggerire una possibile identificazione con questa in oggetto
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100211714
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2007
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI in basso a destra - To. S. fecit 1604 (o 1614) - corsivo -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0