Beato Amedeo di Savoia

statuetta,

Il beato è rappresentato a figura intera, il braccio destro piegato, con la mano destra poggiante sul petto, il braccio sinistro aperto di lato. Il corpo è leggermente flesso. La figura ha il capo cinto dalla corona ed è avvolta da un ampio mantello drappeggiato, aperto sul davanti

  • OGGETTO statuetta
  • MATERIA E TECNICA terracotta/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Ladatte Francesco (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Abitazione Filippi Enrico
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La scultura non sembra essere propriamente un bozzetto, cioè un momento della parabola creativa che riflette un'idea compositiva destinata ad essere ulteriormente sviluppata, quanto un modelletto già portato a un grado di elaborazione tale da fargli assumere l'aspetto di opera finita, ma destinata comunque ad essere trasposta nella scala grande. In linea di massima la qualità del modellato, la mossa e vibrante serpentina del disegno e le affinità con la pittura di un Claudio Francesco Beaumont consentono di confermare l'attribuzione a Ladatte avanzata nel catalogo di vendita Christie's di Milano del 7 novembre 2000, p. 68, lotto 355, tanto più che nel 1760 l'artista venne pagato per una statua di creta a grandezza naturale, raffigurante proprio il Beato Amedeo e destinata a Vercelli, città dove nel 1756 furono solennemente traslate le reliquie del beato sabaudo (A.Baudi di Vesme, L'arte in Piemonte dal XV al XVIII secolo, vol. II, Torino 1966, p. 598). Iconografia affine, ma differente e più posata tenuta stilistica, distinguono invece la statua del Beato Amedeo nella Curia Regia di Palazzo Reale a Torino (il cui modello si trova nel Castello di Racconigi), che è statua attribuita a Ignazio Collino e a Giovanni Battista Bernero. Se dunque vi sono buone probabilità (ma non incrociabili certezze) di un rapporto tra il modello e le opere concepite da Ladatte per Vercelli, questa terracotta costituisce senza dubbio un brano di grande interesse, plasmato quasi certamente per una committenza aulica - se non proprio per la corte- e assai indicativo della maniera e della cultura di un artista di primo piano nel Piemonte settecentesco. L'opera fu acquistata nel 2001 dalla sig.ra Nadia Roversi Benappi presso la Galleria Orsi di Milano. Il 1° marzo 2012 la sig.ra Roversi vende l'opera all'attuale proprietario
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100211712
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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