Cristo crocifisso

scultura, 1495 - ca 1495

La piccola scultura raffigura il Cristo crocifisso, che è rappresentato nudo, privo di perizoma, con un incarnato avorio su cui risalta il colore castano scuro dei capelli e della barba. E' raffigurato ormai morto, con la bocca leggermente socchiusa e la testa che cade di lato, lasciando scivolare sul davanti ordinate ciocche di capelli che dietro accompagnano l'incavo delle spalle in un'unica ciocca intrecciata. La posizione del corpo è frontale con il torso modulato in morbidi passaggi chiaroscurali, le gambe affusolate che si flettono nell'unione dei piedi sotto l'unico chiodo e le mani che si aprono senza contrazioni

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA legno di tiglio/ scultura/ intaglio/ pittura
  • MISURE Altezza: 41.3
    Larghezza: 39.7
  • ATTRIBUZIONI Buonarroti Michelangelo (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Crocifisso, del quale non si conosce la storia e la provenienza, è stato attribuito da Giancarlo Gentilini (2004) a Michelangelo Buonarroti, riferendolo all'attività giovanile dell'artista ed in particolare agli anni intorno al 1495. Lo studioso fa notare come l'opera non sia documentata dai biografi di Michelangelo, in quanto si tratta di un lavoro di "maniera minuta", destinato alla devozione privata. Sottolinea inoltre come, sebbene rientri perfettamente nell'ambito della produzione fiorentina degli anni tra '400 e '500 riferibile a tali tipi di manufatti (ed in particolare all'attiva bottega di Benedetto da Maiano), l'opera si distingua da tutti gli esemplari coevi per la straordinaria qualità ed innovazione. Alcuni elementi costituiscono motivo di novità tipologica, come la posizione frontale, non molto frequente in quegli anni, unita al movimento della testa fortemente reclinata sulla destra, e soprattutto la corporatura minuta, meno atletica del solito. Tale tipo di bellezza maschile trova riferimenti stilistici in ambito pittorico nei Crocifissi del Perugino (si veda la Crocifissione di S.Maria Maddalena de' Pazzi a Firenze), di cui il giovane Michelangelo dovette risentire l'influenza. Tale tipologia risponde inoltre alla temperie culturale caratterizzata dalla predicazione del Savonarola che proponeva un'immagine del Cristo di "complessione et tenera et delicata". Non a caso sotto l'influenza del predicatore domenicano, che affrontava con particolare enfasi il tema della "Redenzione" attraverso il sacrificio sulla croce, si incrementò notevolmente a Firenze la produzione di piccoli crocifissi per la devozione privata. Il Crocifisso analizzato, oltre alle caratteristiche sopra indicate, risponde a rigorosi calcoli matematici e geometrici, ed in particolare al vitruviano "homo ad circulum", in quanto la sua altezza (riportando la testa eretta) è pari all'estensione delle braccia e la figura risulta includibile in un cerchio il cui centro coincide con l'ombelico. Gentilini, oltre a ricostruire l'ambiente storico in cui l'opera fu realizzata, basa la sua attribuzione su riscontri stilistici con altre opere michelangiolesche ed in particolare con il Crocifisso di S.Spirito e con il Cristo della Pietà della Basilica Vaticana. La sua attribuzione trova illustri conferme in Luciano Bellosi e Umberto Baldini e pareri favorevoli di Antonio Paolucci e Massimo Ferretti: cfr. catalogo della mostra "Proposta per Michelangelo giovane. Un Crocifisso in legno di tiglio", Firenze 2004, pp. 7, 9, 33-39, 41-49, 61-64. Di grande interesse sono le indagini scientifiche sul manufatto realizzate in occasione della suddetta mostra. Queste hanno riguardato sia la tecnica costruttiva e lo stato di conservazione, che lo studio anatomico del corpo (cfr. in catalogo gli interventi rispettivamente di M.Fioravanti, pp. 65-71, e M.Gulisano e P.A.Bernabei, pp. 73-75). I dati emersi hanno rilevato una tecnica costruttiva per "commettitura" di pezzi, analoga a quella realizzata per il Crocifisso di S.Spirito, nonché un ripensamento relativamente all'inclinazione della testa che è stata accentuata in accordo con la reale inclinazione della testa di un uomo morto collocato in posizione eretta. Per quanto riguarda la resa anatomica in rapporto al vero, si può riconoscere con esattezza nel corpo "un uomo tra i venti e i trenta anni di età dalla corporatura robusta ma longilinea, morto da almeno ventiquattro ore" (op. cit., p. 74).L'artista che ha realizzato la scultura ha rappresentato con precisione le masse muscolari, le sporgenze ossee, nonché l'aspetto esteriore delle cavità viscerali del tronco, rivelando una grandissima capacità nella resa e mostrando una eccezionale conoscenza anatomica che si può giustificare solo con una profonda esperienza sul tavolo settorio. Questo dato sembrerebbe ulteriormente confermare l'attribuzione a Michelangelo, del quale le fonti (Vasari, Condivi, Anonimo Magliabechiano), ci informano sulle esperienze in tale settore
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100211701
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2007
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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