Pan e Dafne

decorazione pittorica, ca 1660 - ca 1680

Divinità: Pan; Dafni; Amore. Oggetti: corona di fiori. Strumenti musicali: flauto. Paesaggi

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo-luganese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Villa della Regina
  • INDIRIZZO Strada Comunale Santa Margherita, 79, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione si compone di tre scene di uguali dimensioni sulle pareti est ed ovest e di due più grandi ed una centrale più piccola su quelle nord e sud, per un totale di dodici scene. In assenza di indicazioni documentarie precise sull'ambiente le affinità con le stanze contigue dell'ala nord consentono in primo luogo di ricondurre l'esecuzione agli ampliamenti fatti eseguire dalla principessa Lodovica e genericamente registrati nell'inventario dei beni oggetto dell'eredità del cardinal Maurizio del 1677 (ASTo, Corte, Casa Reale, Principi Maurizio e Ludovica di Savoia, m. 3, n. 8), come già indicato da Cristina Mossetti: "I dati stilistici suggeriscono di accostare la decorazione tardo seicentesca rinvenuta sulla facciata sud ad alcune di queste ultime decorazioni, alle cartelle affrescate a simulare fasce a stucco con figure alate, episodi mitologici a sanguigna, il corteo di divinità, allargando il riferimento al cassettonato dipinto con motivo a conchiglie nell'ala nord, e orientando una prima datazione intorno al 1670-80." (cfr. C. Mossetti, a cura di, Villa della Regina. Diario di un cantiere in corso, Torino 1997, pp. 58-59). Anche per questo ambiente è da sottolineare la differenza d'impostazione rispetto alle stanze del piano nobile, se pure la scelta degli elementi decorativi e l'uso del monocromo bianco e dorato conferiscono all'insieme un aspetto più aulico rispetto alle stanze 59 e 60, avvicinandosi - per le elaborate soluzioni decorative delle cornici e per alcune figure di putto nei monocromi - alla decorazione del fregio della stanza 53 (ala sud). L'estraneità rispetto alle decorazioni coeve per i cantieri di corte più aggiornati e la qualità più corsiva, come già segnalato per le stanze 59 e 60, aprono la via ad un confronto con le residenze provinciali delle famiglie legate all'entourage della principessa Lodovica. Puntuale, sia per i motivi decorativi che a livello stilistico, è il riferimento alla decorazione di Palazzo Bruni (già Roero di Sanseverino) a Chieri, in particolare la sala dei Carri e la sala di Bacco e Arianna, ricondotte per via stilistica da Cecilia Ghibaudi al pittore comasco Antonio Andrietto, ad una data compresa fra 1663 e 1673 (cfr. C. Ghibaudi, Amplis et multis picturis ornavit Ecclesias et palatia civitatis, in A. Cottino, a cura di, Aspetti della pittura del Seicento a Chieri. Scoperte e restauri, catalogo della mostra, Chieri 1999, pp. 55-69). Il motivo delle figure femminili alate compare nella quadratura del fregio della sala di Bacco e Arianna, con esiti stilistici molto vicini, mentre il motivo delle cornici e i monocromi riconducono alla stanza dei carri, con esiti che fanno pensare che sia all'opera la stessa équipe di frescanti. Anche le decorazioni del soffitto a cassettoni, ed in particolare il motivo geometrico a traforo presente anche sulle pareti nord e sud al di sopra della quadratura, è esattamente coincidente a quello presente in una terza sala del palazzo chierese, dedicata alle fatiche di Ercole. Data la difficoltà di distinguere l'operato di singoli artisti all'interno di maestranze composite ed operanti secondo pratiche estremamente omogenee nei risultati non sembra comunque possibile, allo stato attuale delle ricerche, definire in maniera precisa l'autografia del complesso in favore di Andrietto. Per il momento gli unici pagamenti in favore di artisti emersi dai Libri di conto della principessa Lodovica sono quelli, generici, degli anni 1670-1671 (cfr. C. Mossetti, a cura di, 1997, p. 61). Il rimando al contesto chierese, non estraneo ad apporti della cultura figurativa saviglianese e cuneese, potrebbe spiegare l'impressione di diversità rispetto alle decorazioni del piano nobile e delle residenze torinesi pur cronologicamente coeve e suggerire possibili aperture verso maestranze miste in cui operano accanto ad artisti lombardi anche personalità piemontesi educate sui modelli di Giovenale Boetto. Una scena iconograficamente molto affine a questa compare nella stanza di Dioniso di Palazzo Bruni a Chieri, ed è stata infatti interpretata come "Pan che insegna la musica a Dafni": rispetto a quella presente in questo ambiente la scena chierese è più affollata e prevede numerosi satiri; la presenza di Amore, rappresentato in volo, induce ad identificare con la stessa divinità il puttino presente in questa scena. Sebbene le lacune non consentano di identificare in maniera totalmente certa l'episodio è chiara la correlazione con le feste dionisiache ed il riferimento alle dolcezze dell'amore, allietato dalla musica e dai piaceri agresti, tema a cui sembra riferirsi l'intero ambiente.Il restauro in corso ha permesso di scoprire, tramite un saggio di pulitura sulla parete ovest, che le cornici delle scene hanno una maggior estensione nella porzione inferiore: al centro compare un mascherone mostruoso e ai due lati l'estremità inferiore del corpo delle figure femminili alate (un ricciolo e una sorta di coda) [Prosegue in Annotazioni]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100211056-7
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2007
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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