putti alati

decorazione pittorica, ca 1650 - ca 1670
Dauphin Charles (cerchia)
1625-1628 ca./ 1678

Figure: putti alati. Paesaggi: montagne. Vegetali: alberi; foglie

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Dauphin Charles (cerchia)
    Brambilla Giovanni Battista (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Villa della Regina
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione dipinta, collocata al di sopra dell'attuale volta dell'ambiente, fa parte di un complesso di opere, al piano nobile ed al secondo piano, emerse nel corso degli interventi provvisionali eseguiti al secondo piano contestualmente al cantiere di restauro a partire dal 1990, come tempestivamente segnalato da Costanza Roggero Bardelli (cfr. C. Roggero Bardelli, Torino. La Vigna del Cardinal Maurizio di Savoia, in C. Roggero Bardelli, M.G. Vinardi e V. Defabiani, Ville Sabaude: Piemonte 2, Milano 1990, n. 23, p. 179). L'opera è una significativa testimonianza della fase decorativa seicentesca della Villa, di cui già Augusto Pedrini segnalava l'importanza, richiamando l'attenzione sui lacerti di affresco riemersi in seguito ai bombardamenti del luglio-agosto 1943, responsabili del crollo, talvolta completo, delle volte settecentesche di alcuni ambienti: "... Nella Villa della Regina i danni sono stati ingentissimi, dal groviglio di travi bruciate e contorte si potè così notare nei piani superiori alcuni frammenti di dipinti murali, sotto il pavimento in legno e sopra i soffitti per abbassare le camere di circa un metro di altezza. Si tratta di fregi dipinti a soggetti di caccia e di paesaggi. ..." (cfr. A. Pedrini, Sul Palazzo Chiablese detto anche Villa Lodovica presso Villa della Regina, in <>, 1961, n. I, p. 26). Una prima analisi della decorazione di questa stanza è stata condotta da Cristina Mossetti: "Riferimento all'ambito di Dauphin alla vigna sembra emergere nei putti intenti a diverse attività nel grande fregio di una quinta sala, dove grandi telamoni bronzei, che reggono pelli maculate, scandiscono l'impianto di cartelle a grisaille con mascheroni e foglie di quercia che ripropongono motivi noti alla metà degli anni sessanta. Se una presenza dauphiniana alla Villa può essere individuata nella tela da soffitto recentemente restaurata, raffigurante <>, forse in parte da addebitare a Brambilla, oggi il confronto per l'attività di Dauphin in un contesto di grande rilievo aulico si allarga e viene frammentariamente attestato in Palazzo Marolles. L'impianto, concluso da un ricco cassettonato completato da carte dipinte e dorate, è affidato a finte cartelle in stucco, tra cui si muovono putti alati che reggono ghirlande di boules de neige, che contengono amorini con motti riferiti all'amore." (cfr. C. Mossetti, a cura di, Villa della Regina. Diario di un cantiere in corso, Torino 1997, pp. 59-60). Di recente si è occupata dell'ambiente nel Seicento anche Silvana Pettenati, giungendo ad identificare, sulla base degli inventari, alcuni degli arredi che dovevano completare il messaggio simbolico di questa stanza: si tratta in particolare di quattro tavoli con piano in scagliola aventi per soggetto Venere e Cupido, che presentano sui bordi putti intenti in diverse attività, confrontabili con quelli dipinti del fregio (cfr. S. Pettenati, L'arredo di Villa della Regina: modelli e aggiornamenti della corte fra Seicento e Settecento, in L. Caterina e C. Mossetti, Villa della Regina. Il riflesso dell'Oriente nel Piemonte del Settecento, Torino 2005, p. 191).Il restauro in corso ha permesso di porre in evidenza un primo dato tecnico, ossia la presenza di due differenti pratiche esecutive: da un lato il pittore di quadratura, che opera su una preparazione spessa e porosa con pennellate corpose e forti rialzi di colore, dall'altro quello delle scene figurate, la cui esecuzione appare meno rilevata e fatta di leggeri strati tono su tono, su una preparazione uniforme e più sottile. Il dato avvalora la convinzione che all'opera vi sia una maestranza composita: per quanto riguarda la quadratura i confronti con quella della stanza 23, avvicinata a Casella, inducono ad ipotizzare che all'opera vi sia un artista lombardo luganese vicino ai suoi modi e a non escludere un suo diretto coinvolgimento anche in questo ambiente.[Segue in Annotazioni]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100211040-2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2007
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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