gloria di Santo
disegno,
(?) 1600 - (?) 1600
Il disegno è eseguito a carboncino con sfumature quasi impalpabili e lievi lumeggiature a gesso. Vi è raffigurato un personaggio in gloria visto dal basso: probabilmente si tratta di un santo monaco in età giovanile
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ carboncino/ gessetto
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo-emiliano
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ALTRE ATTRIBUZIONI
BARBIERI GIOVAN FRANCESCO DETTO IL GUERCINO
Scuola Fiorentina Del Sec. Xvi
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca dell'Accademia Albertina di Belle Arti
- LOCALIZZAZIONE Accademia Albertina di Belle Arti
- INDIRIZZO Via Accademia Albertina, 8, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le vicende dei cartoni dell'Accademia Albertina sono state ricostruite da Pierluigi Gaglia (in Romano G., 1982, pp. 26-33). Non si conosce la data di ingresso del cartone nelle collezioni sabaude; si può solo provare una sua presenza nella Regia Galleria anteriore al periodo napoleonico. Non si hanno notizie circa il prelevamento di cartoni da parte della commisione francese incaricata di esportare le opere d'arte. Trasferito nei Regi Archivi di Corte verosimilmente dopo il 1814 (anno del ritorno dei Savoia), il cartone fu donato da re Carlo Alberto all'Accademia Albertina il 13 aprile 1832, insieme ad altri 53 cartoni. Collocato provvisoriamente in Palazzo Madama, raggiunse l'attuale edificio dell'Accademia nel 1837. Nell'elenco steso dal Gran Ciambellano Carlo Emanuele Alfieri di Sostegno al momento della donazione, il cartone veniva assegnato al Guercino col numero d'inventario 8, visibile stampato ad inchiostro in basso a destra (Bollea L. C., 1932, p.491). Il soggetto era identificato come "un evangelista", così come nell'inventario del 1856 e in quello del 1933, dove il cartone era attribuito ad un esponenete delle scuola fiorentina del sec. XVI (Gabrielli N., 1933, pp. 178, 196). A Claudio Bertolotto (in Romano G., 1982, pp. 258-259) si devono alcune importanti considerazioni sull'iconografia e sullo stile del cartone. Il personaggio raffigurato pare indossare un saio, quindi andrebbe identificato come un santo monaco in gloria in età giovanile, collegabile alle varie "glorie" di san Domenico o di sant'Antonio da Padova raffigurate su volte o catini absidali a partire dalla seconda metà del Cinquecento. Per quel che riguarda lo stile lo studioso evidenzia come "l'arioso espandersi delle forme, lo scorcio ardito e il sorriso vagamente correggesco farebbero propendere per un pittore in qualche modo suggestionato, sia pur mediatamente, dal caposcuola emiliano"; il cartone mostra un "correggismo rivisitato quale fu quello di vari pittori lombardi ed emiliani tra fine Cinquecento e inizi Seicento". I caratteri stlistici più affini al nostro cartone il Bertolotto li individua in un disegno, raffigurante una figura che si ritrae (Bora G., 1976), presente nel Codice Resta, conservato all'Ambrosiana di Milano, attribuita dallo stesso Resta al pittore cremasco Carlo Urbino
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100209725
- NUMERO D'INVENTARIO 308
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI in basso a destra - 8 - a impressione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0