pietà

disegno, ca 1536 - ca 1537

Disegno a carboncino e matita nera con qualche rialzo a gessetto. Il cartone è composto da sei fogli di misura ineguale con limitate sovrapposizioni dei bordi, riportati in antico su una carta più grande con funzione di supporto. Vi è raffigurato Cristo morto che emerge dal sepolcro sorretto dalla Madonna (a sinistra) e da san Giovanni Evangelista (a destra); dietro di loro vi sono una pia donna a sinistra e la Maddalena a braccia aperte al centro; in secondo piano si vedono una pia donna piangente a destra, Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea

  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ carboncino/ matita/ gessetto
  • ATTRIBUZIONI Ferrari Gaudenzio (1475 Ca./ 1546): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca dell'Accademia Albertina di Belle Arti
  • LOCALIZZAZIONE Accademia Albertina di Belle Arti
  • INDIRIZZO Via Accademia Albertina, 8, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le vicende dei cartoni dell'Accademia Albertina sono state ricostruite da Pierluigi Gaglia (in Romano G., 1982, pp. 26-33). Non si conosce la data di ingresso del cartone nelle collezioni sabaude; si può solo provare una sua presenza nella Regia Galleria anteriore al periodo napoleonico. Non si hanno notizie circa il prelevamento di cartoni da parte della commisione francese incaricata di esportare le opere d'arte. Trasferito nei Regi Archivi di Corte verosimilmente dopo il 1814 (anno del ritorno dei Savoia), il cartone fu donato da re Carlo Alberto all'Accademia Albertina il 13 aprile 1832, insieme ad altri 53 cartoni. Collocato provvisoriamente in Palazzo Madama, raggiunse l'attuale edificio dell'Accademia nel 1837. Nell'elenco steso dal Gran Ciambellano Carlo Emanuele Alfieri di Sostegno al momento della donazione, il cartone veniva assegnato a Gaudenzio Ferrari col numero d'inventario 23 (Bollea L. C., 1932, p.491): tale attribuzione è stata accettata da tutta la critica successiva. Nello stesso elenco il cartone veniva messo in relazione con un quadro di Gaudenzio Ferrari allora collocato nella seconda sacrestia del Duomo di Novara e oggi non più reperibile. Pierluigi Gaglia (in Romano G., 1982, pp. 76-78) non esclude che il dipinto vada identificato con la Pietà di Gaudenzio Ferrari collocata nel Museo Nazionale di Budapest, già collegata al nostro cartone da Aldo Bertini (1956, p. 117) e da Giovanni Testori (1956, p. 105). Rispetto a quest'ultimo dipinto il cartone non presenta varianti significative se si eccettua il lieve ripensamento della mano destra del Cristo. Per il nostro cartone sono state proposte diverse datazioni: agli anni 1528-1530, immediatamente precedenti il soggiorno vercellese di Gaudenzio (Bertini A., 1956, p. 117; Mallé L., 1969, p. 48; Viale V., 1969, p. 65), ai primi del quarto decennio, quando l'esperienza degli affreschi di San Cristoforo a Vercelli (terminati nel 1534) era alquanto avviata (P. Gaglia in Romano G., 1982, pp. 76-78), agli anni immediatamente successivi agli affreschi della cupola di Santa Maria dei Miracoli di Saronno (1535-1536), ovvero tra il 1536 e il 1537 (Romano G. in Dalmasso F./ Galante Garrone G./ Romano G., 1993, pp. 42-43)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100209675
  • NUMERO D'INVENTARIO 323
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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