VERRVCA. veduta di Verrua

stampa stampa di invenzione, ca 1667 - ca 1668
Formento Simone (attribuito)
notizie 1660-1666

Paesaggi: Verrua

  • OGGETTO stampa stampa di invenzione
  • MATERIA E TECNICA carta/ bulino
  • MISURE Altezza: 425 mm
    Larghezza: 615 mm
  • ATTRIBUZIONI Formento Simone (attribuito): disegnatore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Guazzo Ludovico
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dell'Accademia delle Scienze
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La stampa, conservata entro cornice moderna in legno di noce con vetro, fa parte della raccolta confluita nel "Theatrum Statuum Regiae Celsitudinis Sabaudiae Ducis Pedemontii Principis Cypris Regis", pubblicato in una prima edizione con 142 tavole ad Amsterdam nel 1682. Il testo si compone di due tomi con immagini e relazioni in latino illustranti le città e i paesi del ducato sabaudo. Alla prima edizione ne seguirono altre: una nel 1693 con testo in olandese, una nel 1697 a l'Aja, una con testo in francese e 236 tavole a l'Aja nel 1700, una sempre all'Aja nel 1725 uscita contemporaneamente in francese ed in olandese ed una in latino nel 1726 sempre a l'Aja. Nella realizzazione delle vedute del ducato si adottò un doppio registro: Torino e la corona di "delitiae" della corte furono ritratte con una visione idealizzata, che includeva progetti in fieri, mentre per i paesi si richiese un taglio geografico oggettivo. Il libro figurato divenne "immagine della nuova sovranità di Carlo Emanuele II e poi della nuova reggente, Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours" (cfr. M. Di Macco-G. Romano, "Diana trionfatrice. Arte di corte nel Piemonte del Seicento", Torino 1989, pp. XL-XLI). Autori delle vedute furono "Boetto, Formento, Morello, Morosino, Biga, Arduzzi, con il Borgonio", che "costituiscono un laboratorio itinerante" attivo per creare "un ritratto aderente alla bellezza naturale" dei paesi del Piemonte (cfr. ibidem).La redazione delle tavole e dei testi avvenne in due fasi principali, la prima è compresa tra l'editto di Carlo Emanuele II del 1661, preceduto da campagne di rilevazione del territorio attuate dai cartografi fin dagli anni 1657-58, e il 1664. La seconda, attuata tra il 1666 e il 1670, proseguì dopo l'incendio della stamperia olandese del 1672 con il rifacimento delle tavole dei rami distrutti o danneggiati e la decisione di includere la Savoia. Il progetto editoriale fu sostenuto dagli editori olandesi Blaeu, proprietari di una bottega ad Amsterdam a lungo attiva. In un primo tempo la direzione dell'impresa fu di Joan Blaeu, figlio di Willelm nato nel 1598 attivo come cartografo della Compagnia delle Indie orientali, membro del Consiglio della Città e capitano della guardia civica. Dopo la morte di Joan, avvenuta nel 1673, l'attività passò ai figli Willelm, Pieter e Joan II.Il "Theatrum Sabaudiae" fu nuovamente pubblicato in due volumi dall'Archivio Storico della Città di Torino, a cura di Luigi Firpo, nel 1985. L'incisione in esame è illustrata nel secondo tomo, tavola n. 57 con la seguente didascalia: "VERRUA. Veduta. Incisione (mm. 429 x 620) anonima su disegno di autore ignoto". La descrizione storica della città è trascritta alle pagg. 249-251. Nell'edizione del 1700, consultata in Biblioteca Reale (P 51 20/2), la descrizione si trova alle pagg. 143-133 e tavola seguente. La città di Verrua fu raggiunta probabilmente dalla prima missiva del Duca del 19 luglio 1661 ma non vi sono dati storici certi sull'esecuzione della tavola. Ada Peyrot ipotizzò che potesse risalire "agli anni 1667-1668 e avere come autore o Simone Formento o quel Ludovico Guazzo che firmò la veduta di Trino". Secondo la studiosa, Simone Formento, "il controllore delle fortificazione di Vercelli", sarebbe particolarmente indicato "per quella plasticità pittorica, che egli sapeva così bene appaiare alla fredda attuazione di un rilievo topografico" (cfr. A. Peyrot, "Le immagini e gli artisti" in L. Firpo, a cura di, "Theatrum Sabaudiae", Torino 1985, v. II pp. 18; 20; A. Peyrot, "Le immagini e gli artisti" in L. Firpo, a cura di, "Theatrum Sabaudiae", Torino 1985, v. I pp. 43-45 n. 94). Rimane oscura l'identità degli incisori che intagliarono le matrici delle stampe, in rari casi firmate, dispersi nell'anonimato della stamperia dei Blaeu che contava prima dell'incendio circa 800 dipendenti.Secondo Ada Peyrot questa veduta sarebbe "una delle più belle e scenografiche vedute della rocca di Verrua che servirà da prototipo per molte delle illustrazioni successive che ne ricalcheranno il disegno" (cfr. Ada Peyrot, "Il Piemonte nei secoli. Asti e l'astigiano. Vedute e piante dal XVI al XIX secolo", Torino 1987, p. 78 cat. n. 71.5).Prosegue in Osservazioni
  • TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100206520
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI in alto, al centro - Exigua celeberrima/ VERRVCA,/ QVAM CAROLVS EMANVEL I. SAB. DUX/ Immunitam fortissime defendit:/ CAROLVS EMANVEL II./ ut ipsa sese defenderet, communivit - latino
  • STEMMI in alto, a sinistra - gentilizio - Stemma - stemma di Carlo Emanuele II - Stemma sabaudo inquartato, al primo punto di inquartato, a sua volta diviso in quattro parti (contrainquartato), al secondo (partito ed innestato in punta), al terzo e al quarto entrambi partiti. Su tutto lo scudo di Savoia moderna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca 1667 - ca 1668

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'