dalmatica, serie - manifattura milanese, manifattura italiana (prima metà, terzo quarto sec. XVII, sec. XVIII)
Ogni dalmatica è stata confezionata con due damaschi viola. Uno è decorato da una struttura a maglie, formate da tralci di fiori e ghirlande floreali, che racchiudono un mazzo di fiori naturalisti; le maglie sono collegate fra loro, in senso verticale, da un pannello di pizzo. Il secondo tessuto è ornato con una struttura a maglie, disposte a scacchiera, formate da carnose foglie e da palmette. In ogni maglia è posta un'anfora, con i manici a forma di cherubini, dalla quale fuoriescono un garofano, una coppia di tulipani ed una coppia di fiori a girandola. I manufatti sono foderati rispettivamente con tela di lino blu cerata, sulle spalle sono applicati nastri in tela di cotone blu, mantre sui fianchi fiocchi in gros de Tours sintetico viola. Per le maniche, le colonne, lo scollo e le tabelle sono stati impiegati tre tipi diversi di galloni, tutti eseguiti a telaio in oro filato, ed ornati con foglie e fiori stilizzate o palmette
- OGGETTO dalmatica
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MATERIA E TECNICA
cotone/ batista
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MISURE
Altezza: 112
Larghezza: 128
- AMBITO CULTURALE Manifattura Milanese Manifattura Italiana
- LOCALIZZAZIONE Borgosesia (VC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le dalmatiche sono il frutto di un rifacimento probabilmente settecentesco, in cui sono stati impiegati damaschi di due periodi diversi.La stoffa decorata con vasi inseriti entro maglie appartiene ad una tipologia ornamentale assai diffusa nell'area novarese, attribuita alla critica a manifattura milanese e datata alla prima metà del Seicento, come testimoniano gli esempi catalogati ed analizzati in occasione della mostra dedicata ai tessili nell'età di Carlo Bascapè (A. M. COLOMBO, I damaschi tra Cinquecento e Seicento: un'indagine territoriale, in P. VENTUROLI (a cura di), I tessili nell'età di Carlo Bascapè (1593-1615), catalogo della mostra di Novara, 1994, pp. 64, 66-69, 75).Il damasco ornato con una struttura a maglie, formate da tralci di fiori e ghirlande floreali, che racchiudono un mazzo di fiori naturalisti è invece settecentesco, come testimoniano i confronti con il telo in gros de Tours lanciato e broccato della collezione Cinini ( D. DAVANZO POLI, La Collezione Cini dei Musei Civici Veneziani. Tessuti antichi, in "Civici Musei veneziani d'arte e storia. Bollettino, 1989, vol. XXXIII, n. 1-4", p. 151, scheda n. 133), con il parato, in taffetas lanciato broccato, sempre della collezione Cini (ID:, p. 152, scheda n. 134), con il parato, in damasco broccato, della chiesa parrocchiale di La Salvetat (C. ARIBAUD, Soieries en Sacrestie. Fastes liturgiques XVII-XVIII siècles, catalogo della mostra di Toulouse, Parigi 1998, p. 147, scheda n. 38) e con il paramentale, in damasco della cattedrale di S. Maria Assunta a Verona (G. ERICANI e P. FRATTAROLI (a cura di), Tessuti nel Veneto. Venezia e la Terraferma, Milano 1993, pp. 431-432, scheda n. 115 di C. Rigoni).Già alla metà del Settecento i disegni impostati su un asse verticae centrale erano considerati consoni per l'arredo e per la Chiesa, mentre erano inadatti per l'abbigliamento (D. DEVOTI e G. ROMANO (a cura di), Tessuti antichi nelle chiese di Arona, catalogo della mostra, Torino 1981, p. 181). I decori delle stoffe per l'arredamento e per la Chiesa presentavano, generalmente, disegni più "tradizionali" che, raramente, seguivano le novità dei decori delle stoffe per l'abbigliamento, uno stesso motivo poteva infatti perdurare non solo per decenni, ma anche per secoli. Proprio sulla base di questa peculiarità, si data il damasco al terzo quarto del Settecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205666-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2002
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0