velo di calice, opera isolata - manifattura italiana (?) (metà sec. XVIII)

velo di calice,

Il velo è formato da 4 frammenti di taffetas lanciato broccato. Sul fondo avorio si snoda una maglia speculare formata da nastri, fiori ed elementi fitomorfi che racchiude, al centro, un trionfo floreale stilizzato. Nel punto di conciunzione due due nastri, in alto, girali sostengono una composizione floreale. Il decoro è giocato sulle tonalità del giallo, verde, arancio, rosa e rosso. Il manufatto è rifinito, lungo il bordo, con un gallone realizzato con un filo metallico dalla tonalità ramata. E' foderato con 8 frammenti di raso di seta ecrù

  • OGGETTO velo di calice
  • MATERIA E TECNICA filo di rame
    seta/ raso
    seta/ taffetas/ trama lanciata/ broccatura
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
  • LOCALIZZAZIONE Bolzano Novarese (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sebbene le dimensioni del velo non permettonno di leggere, nella sua completezza, il partito decorativo della stoffa, dai pochi elementi che si possono leggere si può includere la stoffa nella tipologia della "struttura a maglia" che si diffuse in Europa nella seconda metà del Seicento, per essere impiegata, in innumerevoli varianti, fino a tutto l'Ottocento soprattutto per i tessuti destinati all'arredamento e ai parati ecclesiastici, come ci testimoniano, solo per citare alcune testimonianze, il parato, datato alla seconda metà del Seicento, della Basilica del santo a Padova (D. DAVANZO POLI (a cura di), Basilica del santo. I tessuti. Roma 1995, p. 76, scheda n. 24) e il damasco broccato, eseguito tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, utilizzato per realizzare una dalmatica ora conservata presso il Museo Diocesano Tridentino (D. DEVOTI, D. DIGILIO e D. PRIMERANO (a cura di), Vesti liturgiche e frammenti tessili nella raccolta del Museo Diocesano Tridentino, Trento 1999, p. 207, scheda n. 171 di D. Digilio). Le notevoli dimensioni del modulo decorativo, i colori vivaci ed accesi, l'esuberanza dell'ornato, in cui si uniscono elementi naturalistici a motivi stilizzati, e il modo di rendere i fiori, ancora memore del gusto degli anni Trenta del Settecento (si vedano ad esempio la pianeta, datata in questo torno di anni, conservata presso il Museo Diocesano di Brescia, cfr. Indue me Domine. I tessuti liturgici del Museo Diocesano di Brescia, Venezia 1998, pp. 144-145, scheda n. 34 di M. Rosadini, il frammento in lampasso lanciato e broccato, datato al 1730-1735 del Kunstgewerbemuseum der Stadt du Colonia, cfr. B. MARKOWSKY, Europäische Seidengewebe des 13.-18. Jahrhunderts, Colonia 1976, p. 312, n. 532, e i parati, ascritti a manifatture venete, conservati a Biancade e Roverè (A. GEROMEL PAULETTI (a cura di), Le Stoffe degli Abati. Tessuti e paramenti sacri dell'antica Abbazia di Monastier e dei territori della Serenissima, catalogo della mostra, Treviso 1997, pp. 50-51, schede nn. 12-13), sono elementi che permettono di datare il manufatto alla metà del secolo. La stoffa può essere infatti confrontata con il frammento in lampasso lanciato broccato e quello in taffetas lanciato broccato, entrambi collocati alla metà del secolo ed ascritti, dubitativamente, a Venezia, della collezione Gandini di Modena (D. DEVOTI e M. CUOGHI COSTANTINI ( a cura di), Musei Civici di Modena. La collezione Gandini Tessuti dal XVII al XIX secolo, Modena 1993, p. 201, scheda n. 338 di I. Silvestri e pp. 201-202, scheda n. 339 di D. Digilio), col taffetas lanciato e broccato, ascritto ad una mamifattura veneta e datato al 1750-1760, conservato nel Museo Diocesano Tridentino (D. DEVOTI, D. DIGILIO e D. PRIMERANO (a cura di), Vesti liturgiche e frammenti tessili nella raccolta del Museo Diocesano Tridentino, Trento 1999, p. 140, scheda n. 88 di D. Digilio), con la pianeta, datata 1760, conservata a Padova, nela Basilica del santo (D. DAVANZO POLI (a cura di), Basilica del santo. I tessuti. Roma 1995, p. 108, scheda n. 73) e con il piviale, collocata al 1730-1750, della chiesa di Sant'Agostino a Treviso (G. ERICANI e P. FRATTAROLI (a cura di), Tessuti nel Veneto. Venezia e la Terraferma. Milano 1993, pp. 459-460, scheda n. 138 di F. Luzi)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205623
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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