manipolo, elemento d'insieme - manifattura veneta (ultimo quarto sec. XVII)

manipolo, 1692 - 1694

Il manipolo è confezionato con 9 frammenti di lampasso ed è foderato con di taffetas di seta gialla. Sulle alette sono poste due croci gigliate realizzate ad ago con oro filato. Al centro del troncone è presente la terza croce, eseguita con il gallone più alto, decorato con barrtte oblique. Il gallone più basso, ornato con palmette stilizzate contrapposte, è invece impiegato per bordare l'insegna. L'orlo delle alette è rifinito con una frangia in oro filato, la cui testa è ornata con un ordito in oro lamelare. Al centro, sul retro, è stato recentemente cucito un nastro in taffetas sintetico color giallo

  • OGGETTO manipolo
  • MATERIA E TECNICA cotone/ raso
  • MISURE Altezza: 88
    Larghezza: 21.5
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Veneta
  • LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il decoro della stoffa rappresenta una delle innumerevoli varianti del motivo "a mazze" che si sviluppa alla fine del XVI secolo, per perdurare per tutto il Seicento. Nel corso del XVII secolo, per rispondere alle esigenze del mercato e per il mutare del gusto, il disegno perde quell'aspetto stilizzato e geometrizzante che aveva in origine, per assumere un andamento molto più libero e naturalistico e, parallelamente, si ingrandiranno i rapporti di disegno, prediligendo composizioni più sontuose, movimentate e ricche (P. THORNTON, Baroque and Rococo Silks, Londra 1965, pp. 88-94; D. DEVOTI, L'arte del tessuto in Europa, Milano 1974, pp. 26-27; E. BAZZANI, Continuità e innovazione nei tessuti d'abbigliamento del Seicento, in D. DEVOTI e M. CUOGHI COSTANTINI (a cura di), La Collezione Gandini. Tessuti dal XVII al XIX secolo, Modena 1993, pp. 75-78 ), come illustrano, ad esempio, il servizio liturgico, datato al 1664, della parrocchiale di Premia (A. M. COLOMBO, I paramenti liturgici, in E. FERRARI (a cura di), I compagni di Sant'Antonio in Roma e Bologna. Le società laicali degli emigrati dalla Valle Antigoro e Formazza, Crodo 2000, pp. 171-172, scheda n. 7), il parato della Basilica del Santo a Padova, collocata al terzo quarto del Seicento ( D. DAVANZO POLI (a cura di), Basilica del Santo. I tessuti, Roma 1995, pp. 82-83, scheda n. 36) e il coevo servizio liturgico della Cappella Palatina di alazzo Pitti (R. ORSI LANDINI, I paramenti sacri della Cappella Palatina di Palazzo Pitti, Firenze1988, p. 137, scheda n. 71). La ricchezza dei motivi e del tessuto, la ricerca di movimentare la composizione, il gusto per la stilizzazione dei motivi decorativi che sembra preludere la moda dei "bizarre", permette di datare il tassuto all'ultimo quarto del Seicento, come testimoniano i manufatti giunti fino ai nostri giorni ( si veda, ad esempio, P. THORNTON, 1965, pp. 92, 155, Tav. 16°, pp. 93, 156, tav. 20A, 21A; D. DEVOTI e M. CUOGHI COSTANTINI (a cura di), 1993, p. 168, scheda n. 216 di I. Silvestri, p. 169, scheda n. 219 di E. Bazzani, p. 171, scheda n. 225 di I. Silvestri; G. ERICANI e p. FRATTAROLI (a cura di), Tessuti nel Veneto e nella Terraferma, Veroona 1993,p. 362, scheda n. 56 di A. Pranovi p. 364, scheda n. 59 di C. Rigoni; A, R. MORSELLI e F. NEGRINI (a cura di), Le trame edell'invisibile: paramenti sacri a Castiglione delle Stiviere, Castiglione delle Stiviere 1991, pp. 76-77, scheda n. 14). Un tessuto, datato al 1680-1690, che presenta un decoro assai simile a quello del lampasso scelto per il parato vercellese è conservato presso la Fondazione Abegg (H. C. ACKERMANN, Seidengewebe des 18. Jahrhunderts I Bizarre Seiden, Berna 2000, pp. 93-94, scheda n. 34); così come, con tessuti analogi sono stati realizzati diversi parati, fra i quali si possono ricordare le due tunicelle, con gli stemmi medicei, donate nel 1691 dagli emigrati valtellinesi (G. SCARAMELLINI (a cura di), I tesori degli emigranti. I doni degli emigrati della provincia di Sondrio alle chiese di origine nei secoli XVI-XIX, catalogo della mostra di Sondrio, Cinisello Balsamo 2002, p. 346, scheda n. 297 di G. Perotti) e l'insieme liturgico della chiesa di san Martino a Sornico e datato al 1714 (A. GALIZIA (a cura di), I riti e le stoffe. Vesti liturgiche e apparati processionali nel Canton Ticino dal XV al XIX secolo, catalogo della mostra di Rancate, Lugano 2002, p. 61, scheda n. 15) che, inoltre testimonia il perdurare di questo decoro soprattutto in ambito religioso. La qualità della tessitura, la cura nella realizzazione delle cimose e l'abile impiego delle trame metalliche sono elementi che avvaloraro l'attrinuzione del manufatto tessile ad una manifattura veneta. Con lo stesso lampasso, nelle varianti del verde, rosso e viola, sono stati realizzati altri tre paramentali, de dei quali portano le armi di Giovanni Maria Orsinoi Giovanni Maria Orsino che coprì la carica di vescovo di Vercelli dal 1692 al 1694 (M. CODA, L. CARATTI, Araldica e genealogia, Vercelli 1989, p. 106 e p. 116, tav. XXVII)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205559-2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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