velo di calice, elemento d'insieme - manifattura francese (secondo quarto sec. XVIII)

velo di calice, 1730 - 1740

Il velo è eseguito con un pannello di lampasso ed è foderato con un frammento di taffetas di seta verde. L'orlo è rifinito con un gallone in argento filato decorato con fiori stilizzati contrapposti

  • OGGETTO velo di calice
  • MATERIA E TECNICA filo d'argento/ lavorazione a telaio
    seta/ lampasso
    seta/ taffetas
    seta/ tessuto/ broccatura
  • MISURE Altezza: 54
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Francese
  • LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tessuto presenta un'inquetante unione fra elementi ancora memori del vocabolario decorativo dei tessuti "bizarre", quali i disegni fantastici e immaginari oppure fortemente stilizzati, con una resa fortemente tridimensiona dei motivi ornamentali, secondo le novità legate dalle ricerche delle manifatture lionesi che sfociarono, agli inizi degli anni Trenta del Settecento, nell'introduzione del "point rentrè", ideato da Jean Revel. Grazie a questa tecnica, presente nel manufatto, si poteva riprodurre sul tessuto lo spessore degli elementi raffigurati. Il lampasso impiegato per il parato vercellese appare collocabile nel quarto decennio del secolo, come suggerisce il motivo "ad isolotti", tipico di questo torno di anni (si veda, ad esempio, P. THORNTON, Baroque and Rococo Silks, Londra 1965, pp. 118, , 173, tav. 65A e pp. 174, tav 66A; M. CIATTI (a cura di), "drappi, velluti, taffettà et altre cose". Antichi tessuti a Siena e nel suo territorio, catalogo della mostra, Siena 1994 p. 188, scheda n. 144 di R. Cappelli; A. GALIZIA (a cura di), I riti e le stoffe. Vesti liturgiche e apparati processionali nel Canton Ticino dal XV al XIX secolo, catalogo della mostra di Rancate, Lugano 2002, pp. 70-71, scheda n. 23; e, per citare una testimonianza in Piemonte, Forme e colori per il servizio divino. Paramenti sacri dal XVII al XX secolo, catologo della mostra di Susa, Torino 1997, pp. 120-121, scheda n. 27 di M. P. Ruffino). Sono inoltre numerosi gli esempi, giunti fino ai nostri giorni, di manufatti eseguiti proprio fra il 1730 ed il 1740, in cui i disegni quasi "surreali" sono interpretati con una forte tridimensionalità (cfr. D. DAVANZO POLI (a cura di), Basilica del Santo. I tessuti, Roma 1995, pp. 101-102, scheda n. 62; P. PERI, Paramenti liturgici nella Basilica di Santa Maria dell'Umiltà a Pistoia, in E. NARDINOCCHI e P. PERI (a cura di), Il Tesoro della Madonna. Arredi sacri della Basilica di Santa Maria dell'Umiltà a Pistoia, catalogo della mostra di Pistoia, Cinisello Balsamo 1992, pp. 92-93, scheda n. 12; G. ERICANI e P. FRATTAROLI (a cura di), Tessuti nel Veneto. Venezia e la Terraferma, Milano 1993, pp. 403-404, scheda n. 91 di A. Pranovi; P. THORNTON, Baroque and Rococo Silks, Londra 1965, pp. 117, 173, tav. 63A; P. PERI, Tessuti e costumi fra XVI e XVII secolo, in M. CIATTI (a cura di), "drappi, velluti, taffettà et altre cose". Antichi tessuti a Siena e nel suo territorio, catalogo della mostra, Siena 1994, p. 96, fig. 10). Ritorna spesso nella produzione tessile di questo decennio il motivo del frutto spaccato, trattato in un modo più o meno realistico, sia nelle stoffe (cfr. D. DEVOTI, D. DIGILIO e D. PRIMERANO (a cura di), Vesti liturgiche e frammenti tessili nella raccolta del Museo Diocesano Tridentino, Trento 1999, pp. 118-119, scheda n. 67 di D. Digilio; G. ERICANI e P. FRATTAROLI (a cura di), Tessuti nel Veneto. Venezia e la Terraferma, Milano 1993, pp. 401-403, scheda n. 90 di F. Piovan; C. BROWNE, The Influence of Botanical Sources on Early 18th. Century English Silk Design, in R. SCHORTA (a cura di), Seidengewebe des 18. Jahrhunderts. Die Industrie in England und in Nordeuropa - 18th.- Century Silks. The Industries of England and Norther Europe, Berna 2000, pp. 35-36, fig. 21), che nei disegni francesi ( ID. pp. 34-35, fig. 19; N. ROTHSTEIN, L'etoffe de l'elegance. Soieries et dessins pour soie du XVIII° siècle, Paigi 1990, p. 90, n. 108) e inglesi ( ID. p. 90, n. 109). Infine appare confrontabile con testimonianze di questi anni anche la struttura compositiva del manufatto vercellese, incentrata su un asse centrale verticale (si veda D. DAVANZO POLI, La Collezione Cini dei Musei Civici Veneziani. Tessuti antichi, in "Civici Musei veneziani d'arte e storia. Bollettino, 1989, vol. XXXIII, n. 1-4", p. 131, scheda n. 113; D. DIGILIO, Preziosi ricami e stoffe operate: testimonianze di arte tessile nelle chiese della Versilia, in C. BARACCHINI e S. RUSSO (a cura di), Arte sacra nella Versilia Medicea. Il culto e gli arredi, catalogo della mostra di Seravezza, Firenze 1995, pp. 101-102, scheda n. 15; Indue me Domine. I tessuti liturgici del Museo Diocesano di Brescia, Venezia 1998, p. 144-145, scheda n. 34 di M. Rosadini). L'esuberante e fantasioso tessuto, che potrebbe essere nato per l'abbigliamento femminile, viene ascritta ad ambito francese per l'impiego del "point rentrè"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205558-4
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

FA PARTE DI - BENI COMPONENTI

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1730 - 1740

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE