lapidazione di Santo Stefano

cappuccio di piviale,

I cappucci raffigurano la lapidazione del santo, eseuito su una base di taffetas ecru. Al centro, inginocchiato e con il volto aureolato, è rappresentato il santo, nel momento in cui i 3 aguzzini gli stanno lanciando le pietre. Un quarto personaggio e raffigurato all'estrema sinistra. Ai piedi del santo sono presenti la mitra ed il pastorale. Gli abiti sono eseguiti a ricamo, con seta policroma, nelle tonalità del blu, rosa, rosso, beige e marrone, e in oro filato. Il paesaggio, i volti ed i dettagli anatomici sono eseguiti a pennello. Sotto il pannello di taffetas è visibile un altro pannello in tela di lino ecru. La scena è inserita in una cornice dorata, che disegna tabelle rettangolari. contrapposte e coppie di foglie stilizzate. L'orlo del clipeo è rifinito con una frangia in oro filato e lamellare. I cappucci sono foderati con taffettas rosso

  • OGGETTO cappuccio di piviale
  • MATERIA E TECNICA tessuto/ pittura
    seta/ taffetas
    seta/ ricamo
    tela di lino
    filo di seta/ lavorazione ad ago
    filo dorato/ lavorazione a ago/ lavorazione a telaio
  • LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'inventario della Cattedrale redatto nel 1792 è ricordato un "Pontificale di Satino cremisi ricamato in oro compito di Stole, e Manipoli, ed una Animetta, 1 pianeta, 4 dalmatiche, 2 Pluviali, 1 Velo da Calice, 1 Borsa da Calice, 1 Grembiale e velo del Tabernacolo, 1 continenza e Coperta del Legile, 2 Coperte de Missali, 2 Cossini, 1 Coperta del Faldistoro" (M. CAPELLINO (a cura di), Testimonianze scelte del rito "eusebiano", Vercelle 1999, p. 60 ) che potrebbe essere riconosciuto nell'insieme liturgico "in satino cremisi ricamato in oro con in fondo alla pianeto lo stemma del donatore Canonico Fisrengo. COmposta di una pianeta, tre stole, tre manipoli, quatro tunicelle, velo e borsa pel calice, due piviali con fermagli in argento, velo omerale, grembiale, due coperte per messali e cuscino, coperta pel faldistoro e corrispondente cuscino, il tutto foderto in seta parimenti cremisi" menzionato nell'inventario del 1889 (Archivio Capitolare di Vercelli, Fabbrica e Chiesa di S.t Eusebio cerimoniali = dritti di banchi = altri dritti di chiesa = Riti, e Funzioni - Accetazione del Breviario Romano, Inventario degli oggetti mobili della Chiesa Metropolitana di Vercelli fatto nell'anno 1889, f. 1). Il primo e il terzo quarto dell'arma ricamata sulla pianeta appartiene alla famiglia dei Fisrengo (A. MANNO, Il Patriziato subalpino: notizie di fatto, storiche, genealogiche, feudali ed araldiche, desunte da documenti, p. 348); ma sfortunatamente non è stato identificato lo stemma rappresentato nel secondo e nel quarto quarto dello scudo. Il Manno menziona un Girolamo Lodovico Fisrengo, che fece testamento nel 1721, come canonico di Vercelli ed un certo Pietro Agostino canonico (ID. pp. 348-349). La famiglia Fisrengo, come indica Federico di Vigliano, si estinse nel Settecento ( F. DI VIGLIANO, Antiche famiglie vercellesi, in "Quaderni dell'Istituto di Belle Arti di Vercelli", n. 5, 1961 p. 11). L'ampio ed esuberante ornato, in cui grandi elementi floreali sembrano nascere da motivi architettonici rococò, appare confrontabile con testimonianze datate al secondo quarto del Settecento, quali la pianeta che riveste le reliquie di san Giulio, conservata nella parrocchiale di San Giacomo Apostolo, nell'isola di San Giulio (Laboratorio restauro tessili Abbazia "Mater Ecclesiae", Alcuni manufatti di particolare importanza, in San Giulio e la sua Isola nel XVI centenario di san Giulio, Novara 2000, pp. 237-240; Laboratorio restauro tessili Abbazia "Mater Ecclesiae", Repertorio di tessili ricamati, in F. FIORE e M. ZANETTA ACCORNERO (a cura di), Il ricamo in Italia dal XVI al XVIII secolo, Atti delle giornate di studio (Novara, 21-22 novembre 1998), Novara 2001, pp. 226-230, scheda n. 6), dov'è inoltre conservata un'altra pianeta, collocata al 1740, già erroneamente ritunata un dono di Maria Cristina di Savoia (Laboratorio restauro tessili Abbazia "Mater Ecclesiae", 2000, pp. 240-241, 244), i paramentali donati da Benedetto XIV nel 1743 e nel 1447 al San Pietro di Bologna (F. VARIGNANA (a cura di), Il tesoro di San Pietro in Bologna e papa Lambertini, catalogo della mostra, Bologna 1997, pp. 229-231, schede nn. 105-108), il piviale, conservato presso San Giovanni in Laterano a Roma, che porta gli stemmi del papa Clemente XII, eletto pontefice nel 1730 e che ricoprì tale carica fino al 1740 (Tesori d'arte sacra di Roma e del Lazio dal Medioevo all'Ottocento, catalogo della mostra, Roma 1975, p. 77, scheda n. 159 di M. Andaloro), il servizio liturgico, datato al 1740-1750, di Santa Maria della Steccata a Parma (L. FORNARI SCHIANCHI (a cura di), "Per uso del santificare et adornare". Gli arredi di Santa Maria della Steccata. Argenti/ Tessuti, catalogo della mostra, Parma 1991, pp. 161-162, scheda n. 88 di I. Silvestri) e la pianeta, datata al 1750 circa, conservata presso la Basilica di Sant'Ambrogio a Milano (M. A. ZILOCCHI, Tessuti sacri, in "R. BOSSAGLIA e V. TERRAROLI (a cura di), Settecento Lombardo, catalogo della mostra, Milano 1991, pp. 574, 576-577, scheda n. V.222). E' mutuato dalla produzione pittorica coeva anche il modello del ricamo: i mantelli sono sollevati e gonfiati dal vento sono avvicinabili, ad esempio, con quelli affreschi dal Beaumont nel quarto decennio del Settecento in alcuni ambienti di Palazzo Reale a Torino (A. GRISERI, Juvarra regista di una rivoluzione del gusto, in A. GRISERI e G. ROMANO (a cura di), Filippo Juvarra a Torino. Nuovi progetti per la città, Torino 1989, p. 41)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205509-3.1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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