calice,
Il piede polilobo presenta un bordo percorso da modanature e scandito da teste di cherubo ed elementi traforati. Al di sopra, entro specchiature sono riprodotte a sbalzo le figure della Madonna del Rosario, di San Domenico, di San Giovanni Battista, di San Giulio, raffigurati con i rispettivi attributi; tali specchiature sono alternate a decorazioni con volute vegetali e teste di cherubo. Il collo del piede è ornato con elementi vegetali. Il nodo ovoidale presenta scudi mistilinei alternati a figure di putti. La coppa mostra teste di cherubo intervallate a cartelle mistilinee delimitate da volute e contenenti uno scudo. L'orlo superiore è scandito da un motivo a traforo
- OGGETTO calice
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MATERIA E TECNICA
argento/ sbalzo/ incisione/ doratura
- AMBITO CULTURALE Bottega Lombardo-novarese
- LOCALIZZAZIONE ORTA SAN GIULIO (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il calice fu donato alla cappella del Rosario della parrocchiale ortese da Giovanni Battista Gualino, canonico della collegiata dell'Isola di San Giulio, come è attestato dalla scritta apposita dietro la base del calice nonchè dal manoscritto allegato all'inventario del nipote dello stesso canonico, suo erede, lo scultore Giovanni Battista: in questo documento è citato il pagamento ammontante a Lire 270 per "un calice d'argento dato alla sud. Parrocchiale", insieme ad alcune pianete di damasco donate prima e dopo la morte alla cappella del Rosario. Fin dal 1672 il canonico aveva istituito una cappellania presso tale sacello e a favore di questo aveva lasciato precise disposizioni testamentarie, comprensive di messe perpetue oltre che di donativi di suppellettili. L'appartenenza originaria del calice in esame alla cappella del Rosario è confermata dalla raffigurazione della Madonna con tale titolo e di San Domenico sulla base dell'oggetto, insieme a San Giovanni Battista, allusivo al nome del committente, e a San Giulio richiamante la collegiata presso cui il canonico prestava la sua professione.Quanto ai caratteri stilistici del prezioso calice, non rimane che ricordare il riferimento a tipologie ampiamente realizzate nelle botteghe lombarde secentesche: è tuttavia anche non da trascurare l'idea che l'oggetto sia stato eseguito in un laboratorio operante ad Orta, considerando che in questa località era attiva la bottega dei Monti, di cui furono esponenti da fine 500 al 700, Filippo, Giovanni Iacopo e Felice. La conoscenza di alcuni oggetti di fabbricazione dei Monti tra 500 e 600 rivela il loro aggiornamento a tipologie milanesi e rende plausibile l'ipotesi che anche il nostro calice, così profondamente segnato da caratteri milanesi possa essere opera di questa famiglia di orefici
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100204243
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2002
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI sul retro - EX DONO/ IO:BAPTAE/ GUALINI.CAN.CI/ SA.TI IULII/ 1671 - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0