rovine architettoniche

porta a due battenti,

La porta comprende 8 pannelli con scene dipinte, 4 su ogni battente

  • OGGETTO porta a due battenti
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
    legno/ intaglio/ pittura/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Gambone Giovanni Domenico (1720/ 1793): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La camera quarta degli archivi è decorata da 49 scene con rovine architettoniche realizzate da Giovanni Domenico Gambone tra il 1738 e il 1741 a decorazione dello zoccolo, delle porte volanti, dei battenti delle porte-finestre, dei pannelli collocati nel rivestimento da parete nella strombatura della porta volante sul lato est e di quella a due battenti verso ovest mentre non sono noti al momento gli autori della parte di minuseria e di intaglio ligneo. Si ipotizza comunque l'intervento di maestranze piemontesi, sulla base anche dei dati noti per l'adiacente camera terza, le cui porte furono realizzate per la parte di minuseria da Carlo Francesco Baroggio e per gli intagli da Giorgio Muttone, Giovanni Bosso e Ignazio Carlone (cfr. pagamenti del 1739 consultati da Paolo Cornaglia e citati nel saggio pubblicato su "Studi Piemontesi", vol. 27. /1, 1998, pp. 123-136). Le pitture ritraggono rovine architettoniche con un taglio fortemente scenografico, disposte in primo piano prevalentemente ad angolo con sullo sfondo una veduta dai contorni sfumati. In alcuni dipinti (i pannelli delle porte e le sovrapporte) intervenne Pietro Domenico Olivero, che alle architetture aggiunse figure ed animali creando graziose scene di genere. L'impostazione degli elementi architettonici, il paesaggio fantastico e la presenza delle figurine bamboccesche dipinte da Olivero si rifanno a celebri autori della pittura di rovina: Marco Ricci, Andrea Locatelli e Francesco Guardi. ; Il gusto per le finzioni scenografiche di architetture, classiche in un primo tempo e neogotiche poi, si diffuse rapidamente a corte e presso le famiglie nobiliari piemontesi, con esiti anche molto differenti nel corso del Settecento; per un'analisi specifica del fenomeno artistico si rimanda alla tesi di laurea di Valentina Assandria "La pittura di rovine nel secolo XVIII in Piemonte ", relatore Andreina Griseri anno accademico 1988-89. La porta in esame presenta quattro specchiature su ogni battente dove sono collocati, all'interno di cornicette modanate, i pannelli dipinti. ; Originariamente il complesso decorativo comprendeva anche una porta non più in situ, smontata e ricollocata nel corso dell'Ottocento nella Camera da letto della regina nel Palazzo Reale di Genova, in seguito ai lavori di ristrutturazione d'epoca carlo-albertina nella manica degli archivi, che comportarono l'abbattimento e la costruzione di muri interni con una nuova distribuzione degli spazi e delle aperture. Considerando dunque le due scene dipinte su questa porta e quelle sul verso di ognuna delle quattro esistenti nell'adiacente camera terza degli archivi, si trova corrispondenza col numero di "dodici quadri sopra porte volanti nel " menzionato nel pagamento al pittore del 31 marzo 1740 (cfr. Schede Vesme alla voce Gambone). Allo stesso modo corrispondono a quanto ancora esistente i dati desunti dal primo pagamento relativo al ciclo, col quale si liquidarono £. 183 a Gambone e a Carlo Felice Bianchi, finora trascurato dagli autori dei testi in bibliografia, per "haver dipinto 20 prospettive in altrettanti panelli di un zoccolo del nuovo appartamento di S.M. " (cfr. Schede Vesme alla voce Bianchi). La scansione dei documenti permette di ricostruire l'ordine con cui furono dipinte le scene: per primo fu realizzato lo zoccolo (saldato il 20 ottobre 1738), poi le sovrapporte (pagamento dell'11 febbraio 1739), le porte (sei pagamenti compresi tra il 28 novembre 1739 e il 25 giugno 1740), i battenti delle finestre (menzionati nel documento del 25 giugno 1740) ed infine gli "otto pannelli d'una porta divisa in due parti" sulla parete ovest (descritti nella nota del 23 luglio 1740). Secondo la ricostruzione storica di Paolo Cornaglia, che ha notato l'assenza della porta a due battenti nell'inventario del 1815, questa in origine doveva essere forse in uso "ai piccoli ambienti posti a nord" (cfr. saggio pubblicato su "Studi Piemontesi" vol. 27. /1 1998, pp. 123-136). Bibliografia specifica sulla porta trasportata a Genova: Giovanna Rotondi Terminiello "Palazzo Reale" (17° della serie "Guide di Genova"), Genova 1976, p. 26 t. 28/ Letizia Lodi, a cura di, "La galleria di Palazzo Reale a Genova" Genova 1991, t. X, pp. 69-70; 92 n. 48 / Cifani Arabella - Monetti Franco "I piaceri e le grazie", Torino 1993, v. I pp. 157; 244 f. 187/ Luca Leoncini "Guide ai musei di Genova. Galleria di Palazzo Reale", Genova 1996, p. 51. Tutti i dipinti della porta sono stati schedati singolarmente
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100200803-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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