Sant'Eldrado
reliquiario a teca,
Reliquiario a cassa a doppio spiovente. Ogni fronte è suddiviso in quattro partizioni da fasce punzonate con motivi a palmetta, sulle quali sono inseriti castoni d'argento di forma ovale. Analoghe fasce decorate a rosetta compaiono lungo i profili delle testate. Ogni partizione dei due fronti ospita arcate a tutto sesto entro cui sono raffigurati il Cristo in Maestà, la Madonna Orante, San Pietro, gli Apostoli, i tre Arcangeli ed angeli. Le due testate ospitano, entro arcate trilobate, la figura di San Pietro e quella di Sant'Eldrado. Il coronamento superiore è costituito da una fascia ad arcatelle avente una torretta mediana. Le due estremità della fascia di coronamento sono ornate con un pomolo
- OGGETTO reliquiario a teca
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MATERIA E TECNICA
argento/ laminazione/ sbalzo/ punzonatura
Bronzo
cera/ modellatura
CRISTALLO DI ROCCA
FERRO
LEGNO
Ottone
- AMBITO CULTURALE Manifattura Lombardo-piemontese
- LOCALIZZAZIONE Novalesa (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE G. Lunardi, O.S.B. "L'Abbazia di Novalesa nel secolo XIX, Appendice VII", Pinerolo 1996, p. 157, riconduce il deposito dell'urna delle reliquie di Sant'Eldrado alla chiesa parrocchiale di Santo Stefano protomartire al 18 ottobre 1856, precisando che questa "si conservava all'Abbazia già dal 1817, anno in cui fu riaperto il tempio abbaziale".; Per un'analisi esaustiva e relativi riferimenti bibliografici si rimanda a G. Romano, "OR. 2. Cassa di Sant'Eldrado", in G. Romano (a cura di), "Valle di Susa. Arte e storia dall'XI al XVIII secolo", Catalogo della Mostra, Torino 1977, pp. 142-144. Romano riporta le precedenti datazioni (ormai superate) della cassa-reliquiario di Sant'Eldrado (cfr. bibliografia) ed avanza confronti con la cassa reliquiario dei figli di San Sigismondo dell'Abbazia di Saint-Maurice-d'Agaune, datandola alla seconda metà del XII secolo. Individua nella cassa novalicense un compromesso stilistico tra un bizantinismo di stampo ottoniano e un forte sostrato di cultura romanica lombarda, senza escluderne una produzione locale; egli considera un'aggiunta posteriore il coronamento ad arcatelle in rame dorato. Sono proposte relazioni con la cultura romanica padana degli affreschi della cappella di Sant'Eldrado all'Abbazia di Novalesa e della lunetta scolpita ora al Museo Civico di Torino.; In seguito ai restauri della cassa-reliquiario di Sant'Eldrado si veda C. Bertolotto, "La cassa di Sant'Eldrado e i reliquiari ritrovati", in "Novalesa. Una storia tra arte e fede", Atti del Convegno, 21 agosto 1999, Torino 2000, pp. 97-106 (bibliografia aggiornata). Bertolotto riporta notizia del ritrovamento, in occasione dei restauri, di quattro reliquiari contenuti nella cassa (uno di epoca longobarda, gli altri databili tra XI e XII secolo). Estende i confronti in area mosano-renana per le decorazioni delle liste d'argento decorate a punzone, ed in Alta Savoia (reliquiario di Entremont) per la tipologia decorativa dei due fronti, individuando nel coronamento in rame dorato una derivazione dalla produzione limosina applicato contestualmente alla realizzazione del reliquiario. In Valle di Susa i confronti portano alla cassa-reliquiario di San Vincenzo Giovanni (Parrocchiale di Sant'Ambrogio)
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100199751
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2001
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI fronte della serratura, registro superiore - G/ SM/ R/ - a rilievo - greco
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0