concilio di Milano
dipinto,
Mayerle Francesco Antonio (1710/ 1782)
1710/ 1782
Dipinto con cornice con battuta intagliata ad ornati vegetali stilizzati
- OGGETTO dipinto
-
ATTRIBUZIONI
Mayerle Francesco Antonio (1710/ 1782): esecutore
- LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'"Inventario De Pontificali, Paramentali, Pianete, Pluviali, Lingeria, Argenteria, Reliquie, Scuroli Di tutti i Mobili, che esistono tanto nelle Sagrestie, quanto nella Chiesa, Proprj, Ed aspettanti alla Chiesa Cattedrale Di S. Eusebio Martire, e Patrono. Fatto nell'Anno del Sig.re 1792 Dai Sig.ri Canonici deputati dal Capitolo, il Sig.r Can.co Prevosto Del Carretto, ed il Sig.r Can.co Ceva Tesoriere, e dai Sagristi d'essa Chiesa" (Capellino M. 1999, p. 103) registra "nella parete opposta alla finestra" della Sacrestia Maggiore "Sei quadri, opera del celebre Pittore Mayres avuti dopo la morte del fu'Sg. Canonico Giuseppe Torre per Legato del fu'Sig.r Can.co Mazzaro Genevosio, due rappresentano la Passione di Nostro Sig.r Gesù Cristo, e quatro la vita di S. Eusebio". Il testamento del canonico Torre, rogato dal notaio Giuseppe Francesco Beglia il 10 aprile 1772 (A.S.VC. reg. 1623), non contiene in realtà alcuna prescrizione a questo riguardo. Non è stato purtroppo ancora rintracciato l'inventario dei beni mobili del Torre, la cui stesura seguiva in genere quella del testamento, come dimostrano i casi dell'abbate canonico Carlo Ludovico Pastoris e del canonico Mazzaro Genevosio, ricchi d'informazioni riguardo le opere pittoriche da loro possedute e acquistate, alla loro morte, da altri membri del capitolo. Non si può escludere che anche i dipinti del Mayerle siano giunti per questa via nelle mani del Torre e poi da questi siano stati lasciati al Capitolo come testimonia l'inventario del 1792. L'unica informazione relativa al canonico Torre rintracciata presso l'Archivio Capitolare di Vercelli consente di sapere che il 18 marzo 1775 Giuseppe, "ormai in avanzato stato d'età" (40 anni), chiedeva di essere dispensato dagli uffici corali (Acta Capitul. ab anno 1775 usque da annum 1777, v. 83, fol. 24); moriva il 16 novembre 1776. Questi pochi dati consentono di circoscrivere l'esecuzione dei dipinti della sacrestia eusebiana tra il 1741, anno in cui l'artista arriva a Torino, chiamato dal pittore e restauratore Giovanni Adamo Werhlin a collaborare al restauro dei dipinti della collezione già del Principe Eugenio di Savoia, acquistata da Carlo Emanuele I, e il 1776, quando sono ormai certamente di proprietà di Giuseppe Torre. Le quattro tele dedicate a Sant'Eusebio raffigurano "Il concilio di Milano", "L'esilio di Sant'Eusebio", "Il ritorno di Sant'Eusebio dall'esilio" e il "Martirio di Sant'Eusebio". Sulla base di queste composizioni del Mayerle lo scultore Giovanni Battista Bernero eseguì i quattro grandi bassorilievi marmorei collocati nel coro, ai lati della statua di S. Eusebio, che nel 1857 Domenico Soria definiva "trattati egregiamente e dal lato del disegno e dal lato della composizione" (p. 12). E'certo interessante ricordare che nel 1796 il vescovo di Vercelli, Mons. Carlo Filippa de Martiniana, possedeva un altro dipinto del Mayerle, il ritratto "di un vecchio che mira con una lente, fatto con gran verità e con bizzaria..." (Lanzi L. ed. 1824-25, v. IV, p. 425). Inoltre nelle sacrestie del duomo si conservano altre due tele del pittore, raffiguranti due episodi della passione di Gesù Cristo (La cattura di Gesù e Gesù sale sulla croce) (si vedano le schede nn. 00175693, 00175703 di Patrizia Pivotto, presso l'Ufficio Catalogo della Soprintendenza dei Beni Artistici, Storici e Demoetnoantropologici del Piemonte). Nel dipinto qui schedato Sant'Eusebio, chiamato dall'Imperatore Costanzo II, si presenta al palazzo imperiale, dove, alla presenza di trenta ecclesiastici, è invitato a sottoscrivere la condanna dell'eretico Atanasio vescovo di Alessandria, già accolta da altri prelati. Il rifiuto di Eusebio e dei vescovi Lucifero e Dionigi, provoca l'ira di Costanzo che li condanna all'esilio. Eusebio sarà esiliato a Scitopoli in Palestina, Lucifero, vescovo di Cagliari, in Cappadocia, e Dionigi vescovo di Milano nell'Armenia (per la vita di Sant'Eusebio si veda: Crovella E. S. Eusebio Protovescovo e patrono di Vercelli e del Piemonte, Vercelli 1971)
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100199267
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2001
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0