ritratto d'uomo

dipinto, 1790 - 1810

Ritratto di personaggio maschile a mezzo busto. L'uomo, pettinato secondo la moda settecentesca, indossa una casacca da cui emerge un ampio colletto bianco

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Carignano
  • INDIRIZZO Via Accademia delle Scienze, 5, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella scheda cartacea si proponeva una datazione alla seconda metà del secolo XVIII, in sede di revisione spostata ad un arco cronologico compreso tra la fine del Settecento e l'inizio del secolo successivo. Come confronto stilistico ed iconografico si propone un ritratto di Ignazio Collino, effigiato con in mano il mazzuolo da scultore, realizzato da Lorenzo Pécheux e conservato in Accademia Albertina (cfr. E. Castelnuovo-M. Rosci, a cura di, "Cultura figurativa e architettonica negli stati del Re di Sardegna 1773-1861", catalogo della mostra, Torino 1980, v. I p. 20 cat. n. 16 di Franca Dalmasso; "Bâtir une ville au siècle des lumières. Carouge: modèles et réalités", catalogo della mostra, Carouge 1986, p. 594 cat. n. 446; Piergiorgio Dragone, a cura di, "Pittori dell'Ottocento in Piemonte. Arte e cultura figurativa 1800-1830", Torino 2002, p. 84 di Monica Tomiato). Nella vasta produzione di Lorenzo Pécheux (Lione 1729-Torino 1821), pittore di formazione romana, le opere di ritrattistica furono molto apprezzate dai contemporanei, che ne commissionarono un gran numero nelle varie città in cui soggiornò. A Torino fu chiamato nel 1776 e vi giunse l'anno successivo per dirigere l'Accademia di pittura e scultura di recente riformata. Pittore ancora legato all'ancien régime, durante la dominazione francese, già anziano, mantenne un ruolo di primo piano negli organismi culturali della città (cfr. E. Castelnuovo-M. Rosci, a cura di, "Cultura figurativa e architettonica negli stati del Re di Sardegna 1773-1861", catalogo della mostra, Torino 1980, v. III p. 1470; cfr. Piergiorgio Dragone, a cura di, "Pittori dell'Ottocento in Piemonte. Arte e cultura figurativa 1800-1830", Torino 2002, pp. 351-352). La tela dell'Accademia Albertina di Torino, recante l'iscrizione della data di morte del Collino (26 dicembre 1793), è databile tra il 1804, dal momento che non è inclusa nella "Note des tableaux" che si ferma a quella data, e il 1811, quando è menzionata in una lista di opere dell'Accademia. Nel secondo manoscritto Pécheux dichiarò di aver consegnato quel dipinto ed un altro raffigurante il fratello di Ignazio, Filippo (Torino 1724-1793), al conte Prospero Balbo, Rettore dell'Università di Torino, il quale l'anno successivo li donò all'Accademia di pittura e scultura. Successivamente si persero le tracce della tela raffigurante Filippo, che al momento rimane ancora disperso. Nel dipinto conservato in Palazzo Carignano il cattivo stato di conservazione e l'applicazione di carta giapponese rendono al momento impossibile l'identificazione del personaggio effigiato. Si notano comunque tra i due ritratti una certa somiglianza fisionomica ed un'uniformità d'impostazione, di misure e stilistica che potranno essere meglio valutate dopo il restauro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100197792
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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