Giustizia col giovane re e un precettore
arazzo
ca 1615 - ca 1620
De Maecht Philippe (notizie 1605-1655)
notizie 1605-1655
Caron Antoine (1521/ 1599)
1521/ 1599
Lerambert Henri (e Aiuti)
1550 ca./ 1610
L'arazzo è un particolare, per entrafenetre, della scena degli "Araldi a cavallo" (cfr. scheda NCTN 00171808) . Riduzione ordito 8 cm.; riduzione trame 13-14 cm. Frammento centrale. Crapantage contrastè; cotes alternées, battage. Il giovane re, laureato, con il precettore vestito alla polacca, è ai piedi della statua, su plinto, della Giustizia, raffigurata in piedi, con bilancia e palma; sullo sfondo alcuni corridori. Colori utilizzati: beige, ocra, rosso, azzurro e blu in più sfumature. Fodera in tre differenti tipi di tela (chiara, scura, iuta). Fodera in tre differenti tipi di tela (chiara, scura, iuta). Sospensione ad anellini in alto con segni di rimozione della fettuccia
- OGGETTO arazzo
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MATERIA E TECNICA
filo d'argento
filo di seta
lana/ arazzo
oro/ filatura
Tela
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MISURE
Altezza: 504 cm
Larghezza: 130 cm
- AMBITO CULTURALE Manifattura Di Faubourg Saint-marcel
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ATTRIBUZIONI
De Maecht Philippe (notizie 1605-1655): esecutore arazzo
Caron Antoine (1521/ 1599): esecutore modello
Lerambert Henri (e Aiuti): esecutore cartone
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Chiablese
- INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tessitura di un paramento delle "Storie di Artemisia" vedova di Mausolo fu progettata in onore di Caterina De' Medici (Firenze 1519-1589), vedova di Enrico II di Valois nel 1559. Il progetto fu ispirato da Louis Houel, speziale, poeta e cortigiano che nel 1562 dedicò a Caterina un'opera in quattro tomi, di cui due illustrati, ora conservata alla Biblioteca Nazionale di Parigi, in cui si mettevano in relazione le vicende delle due regine. La tessitura probabilmente non fu però intrapresa durante la reggenza di Caterina (non è conservato infatti alcun paramento che ne rechi le cifre e non ne è neppure fatto cenno nell'inventario redatto alla sua morte. Si conserva invece in varie raccolte (al Louvre e al Cabinet des Estampes di Parigi, alla Biblioteca Nazionale di Madrid) parte dei disegni che in origine dovevano essere 74 (FENAILLE, 1923, p. 111). Molti di questi sarebbero di mano di Antoine Caron (Tre al Louvre e una trentina al Cabinet des Estampes), altri attribuibili a suoi collaboratori (tra cui forse Lerambert) e a Nicolò e Giulio Camillo dell'Abbate (AA. VV. , 1965, p. 103; S. BEGUIN, 1969, p. 31). La datazione proposta per i suddetti disegni è intorno al 1570 circa ed è confermata dalla presenza di particolari quali alcuni personaggi vestiti alla polacca (ad esempio negli "Araldi a cavallo" la figura maschile in basso a destra e nell'"Educazione del giovane re" la figura al centro. Il figlio di caterina, Enrico II, fu infatti eletto re di Polonia nel 1573 e tra gli organizzatori delle feste per celebrare l'avenimento è ricordato anche Antoine Caron: non stupisce quindi che in quel periodo possa aver inserito nei disegni suggestioni tratte da questo avvenimento politico (FENAILLE, 1923, p. 111). Nei primi anni del seicento dai disegni furono tratti cartoni per arazzi ad opera di Henry Lerambert e dei suoi allievi. In generale le qualità stilistiche dei disegni andarono in parte persute nella traduzione in cartone e nella successiva tessitura. Il successo dovette essere notevole se la "Storia di Artemisia" fu replicata dalla manifattura per curca trent'anni. Alcune serie recano le iniziali di Maria De' Medici (1573-1642) ed Enrico IV (1553-1610) ( e dopo l'assassinio di quest'ultimo si ripristinò la possibilità di ujn parallelo tra la sua vedova e Artemisia); altre successive quella di Anna Maurizia nel 1615. Il Duca di Savoia Carlo Emanuele I acquistò almeno diciotto panni della Storia di Artemisia: tanti ne sono infatti indicati nell'inventario delle cose lasciate da Madama Reale Cristina di Francia (m. 1664) (cfr. Viale Ferrero, 1960, p. 274). Questo gruppo è attualmente disperso tra varie collezioni (Museo Civico e Palazzo Reale di Torino, collezione Lutemsky, e tre altri panni, comparsi sul meracto antiquario tedesco nel 1917, oggi dispersi (Gobel II, I, p. 66) e comprende ancora dodici pezzi di cui alcuni frammentari. Su questi panni compaiono le iniziali di Anna Maurizia (AM) e di Filippo di Macht (FM) capo arazziere della Boutique d'or di Faubourg Saint- Marcel. La data della loro esecuzione è quindi da porre tra il 1615, anno del matrimonio di Anna Maurizia con Luigi XIII, e il 1619, anno del trasferimento in Inghilterra di de Macht. Con ogni probabilità la serie non fu eseguita su ordinazione della corte sabauda, perchè solo su alcuni pezzi c'è lo stemma di Carlo Emanuele (gli altri hanno lo stemma liscio). Presso la corte sabauda il paramento di Artemisia dovette godere di notevole favore se ancora nella seconda metà del Settecento fu commissionato al pittore Blanchery un quadro "rappresentante un filosofo vestito all'orientale per un pezzo d'alto liccio per accompagnamento della tappezzeria d'Artemisia" (Real Casa, 1766, cfr. Schede Vesme, 1963, p. 141). Potrebbe essere identificato con un "entrefenestre" conservato in Palazzo Reale che per soggetto (un vecchio che esegue calcoli architettonici) e per stile non corrisponde ai panni originali dellla Storia di Artemizia ma per il quale sono state riutilizzate le parti di bordo originali seicentesche e che porta in alto lo stemma di Carlo Emanuele I con il collare dell'Annunziata. Il gruppo di arazzi passò in epoca imprecisata nelle proprietà dei Duchi di Genova e fu esposto fino a non molti anni fa in Palazzo Chiablese. in Palazzo Reale si trovano: "Soldati porta insegne", "Le richieste del popolo", "Gli araldi a cavallo", "La fontana di Anet" (frammento), "Il festino"; nel Museo Civico di Torino: "L'educazione del giovane re" (frammento), en "entrefenetre", particolare a destra, degli "Araldi a cavallo"; nella collezione Lutomirsky di Milano: "Soldati che portano vasi d'oro". I soggetti sono. I soggetti dei tre arazzi citati da Gobel sono: "Il capitano a cavallo", "Le richieste del popolo" (entrefenetre), "I filosofi". Nella lettera al duca Carlo Emanuele I del 26. 1. 16200 l'ambasciatore sabaudo a Parigi Augusto Manfredo Scaglia di Verrua riferisce le modalità di acquisto dei panni della serie di Artemisia
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100171810
- NUMERO D'INVENTARIO D.C. 9425
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1988
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
2016
- ISCRIZIONI retro, al centro, lungo lato sinistro - GA. S. RAM. ARCO. SA. R - corsivo - a penna marrone -
- STEMMI in alto, al centro, entro clipeo - gentilizio - Stemma - Stemma di Carlo Emanuele I - incorniciato da collare dell'Annunziata, coronato, quadripartito con animali rampanti
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0