mano indicante

reliquiario antropomorfo a braccio, 1390 - 1410

La base del reliquiario dodecagona è sostenuta da quattro leoncini in argento sbalzato. Le facce della base presentano ciascuna una finestrella trilobata ghiusa da doppie imposte (alcune recanti iscrizioni incise difficilmente leggibili). Le finestrelle sono sormontate da arcatelle polilobate e da ghimberghe decorate a "crochet" e affiancate da pinnacoli. In ogni finestra, chiusa da vetro, sono riposte le reliquie. Il braccio è decorato da tre fasce in smalto a filigrana: entro grandi volute in filigrana sono disposti fiori a cinque petali in smalto color bianco latte (talvolta con pistillo in smalto rosso), che si stagliano su uno sfondo in smalto blu e verde. Molti dei fiori in smalto sono ulteriormente impreziositi da paste vitree colorate (fissate con graffe al centro dei fiori). La banda verticale presenta anche una serie di sferette granulate in argento dorato, fissate anch'esse, tramite perni, al centro dei fiori smaltati. Nella parte superiore del braccio, (continua in NSC)

  • OGGETTO reliquiario antropomorfo a braccio
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ incisione/ traforo/ doratura/ filigrana
  • MISURE Altezza: 60
    Larghezza: 24
  • AMBITO CULTURALE Ambito Ungherese
  • LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE (prosegue da DESO) nella zona tra le due bande orizzontali, si apre un'altra finestrella gotica uguale a quella sulla base, chiusa da vetro, contenente la reliquia del braccio di san Giuliano. In base agli studi di M.M. Gauthieri e di A. Lipinsky lo smalto a filigrana (tecnica praticata a Bisanzio nel VI secolo) fa la sua apparizione in occidente- forse tramite Venezia- nell'ultimo decennio del XIV secolo, per poi diffondersi soprattutto nel corso dell'XI secolo. La gamma cromatica degli smalti filigranati è assai ristretta e coincide con quella riscontrata nei reliquiari di Vercelli: bianco-latte, rosso, verde e azzurro. Anche il motivo del fiore bianco a più petali- circondato da girali in filigrana- ritorna in quasi tutti gli oggetti decorati con questa tecnica, la maggior parte dei quali è stata ricondotta dagli studiosi all'Ungheria (calice alla Martin d'Arcy Gallery di Chicago, 1425-1450, in cui i fiori a cinque petali sono intervallati da boccioli più piccoli a tre petali, sempre bianchi, presenti anche sul reliquiario giunto a Vercelli). Vi sono tuttavia alcune testimonianze di smalti filigranati anche in Italia, per esempio a Napoli e in Lombardia (calice di Gian Galeazzo visconti nel tesoro del Duomo di Monza, 1396-1402). Rimane quindi aperto il problema della provenienza del braccio-reliquiario vercellese: se la Lombardia appare più probabile come regione d'origine (e le arcate in gotico flamboyant della base richiamano quelle quasi identiche e anch'esse in argento- sul nodo del calice di Gian Galeazzo), un'attribuzione ad orafo nordico (ungherese?), già ipotizzata da Viale, meglio si accorderebbe forse con i carattere dei leoncini che sostengono la base, di lontana ascendenza mosana
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100171264
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1998
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI su una strisciolina dentro la finestrella - BRACHIUM S. JULIANI - caratteri gotici - a penna - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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